Una esperienza very l'ove: c'è del nu Ovo a Firenze

Il primo ristorante dedicato alle uova: dalla carbonara all'occhio di bue, dal poché al tegamino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 novembre 2017 19:57
Una esperienza very l'ove: c'è del nu Ovo a Firenze

L'uovo al centro di un suggestivo percorso enogastronomico, questa la filosofia sposata dalla direzione del Grand Hotel Cavour che con nu Ovo (http://www.nuovorestaurant.it/) torna ad occuparsi di ristorazione nel centro storico di Firenze, a pochi passi da piazza Duomo, lì dove l'uovo ha avuto il suo momento di gloria artistica, accostato da Filippo Brunelleschi alla realizzazione della Cupola di Santa Maria del Fiore.

La location a molti ricorderà Il Ciclone di Leonardo Pieraccioni, quando il locale si chiamava Beatrice ed una allegra tavolata si salutava a suon di "Piripì". Oggi nu Ovo è una scommessa della ristorazione, una Start up sulla quale uno staff giovane ha deciso di investire la propria carriera professionale. Sono giovani i manager, i camerieri ed anche il cuoco originario di Grassina, selezionato dopo alcuni provini in cui gli chef sono stati messi davanti ad una materia prima di qualità, proveniente dal territorio, generata da galline alimentate in modo sano ed allevate a terra, in completa libertà.Una lunga premessa, ma necessaria per arrivare alla lettura del Menù che presenta una serie contenuta di portate che abbracciano però il classicismo e l'innovazione.

Pappa al pomodoro, Ribollita ed una carbonara che non lascia indifferenti, con una attenta cura nella presentazione dalla scelta dei piatti e dei contenitori fino alla disposizione degli ingredienti per un risultato che, al tempo dei social, deve essere buono ma anche fotogenico. Sembra tradire le aspettative la tovaglietta in carta, ma caratterizza quell'atmosfera informale che serve a dare un tocco di semplicità in un contesto altrimenti austero dovuto all'antichità degli affreschi.

Nel complesso un insieme piacevole di immagini e sapori che oltre ad accattivare il turista a caccia di esperienze gastronomiche rischia di acchiappare il fiorentino disposto ad innamorarsi del gusto, un po' love e un po' l'ove.La vocazione naturale si ritrova nella scelta di materie prevalentemente biologiche fornite da produttori locali ed affidate allo chef che si dice pronto a sperimentare prossimamente nuovi impieghi dell'uovo ed abbinamenti più o meno tradizionali.

L'estro non manca in cucina e lo staff si presenta di alto livello con una piacevole propensione alla cura dell'ospite. Un aspetto sottovalutato che rischia invece di fare la differenza.Il locale è aperto a colazione, per gli ospiti dell'attiguo Grand Hotel Cavour ma anche verso l'esterno, con una offerta rivisitata ed arricchita negli ultimi mesi, ma il momento clou arriva a pranzo quando l'uovo in camicia, sodo, al tegamino e diversamente amalgamato diventa il protagonista del piatto.

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