Una città anche a misura di donna: Firenze ci prova

Bundu e Palagi (SPC): "Ottica di genere nell’elaborazione del nuovo Piano Operativo della città. Urbaniste e architette devono essere coinvolte nella discussione"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2020 15:00
Una città anche a misura di donna: Firenze ci prova

"In una città disegnata dagli uomini e per gli uomini, è tempo di fare – letteralmente – spazio alle donne". Il Gruppo consiliare Sinistra Progetto Comune - spiegano i consiglieri Antonella Bundu e Dmitrij Palagi - ha presentato la settimana scorsa una mozione perché il Comune adotti un’ottica di genere nell’elaborazione del nuovo Piano Operativo della Città che sarà redatto e rinnovato nel 2020, alla scadenza del vecchio Regolamento Urbanistico. Urbaniste e architette di chiara fama devono essere coinvolte nella discussione. 

“Il modo in cui le persone occupano la città dipende molto dall’età, dalla condizione economica e naturalmente dal genere”. Lo dice Martha Thorne, architetta e direttrice del Pritzker Architecture Prize, e lo sanno bene le donne residenti a Firenze, costrette a vivere in una città disegnata a misura delle esigenze maschili. È per questo che il gruppo Sinistra Progetto Comune, chiederà che il Comune di Firenze si impegni per la costruzione di una città nuova e inclusiva, che tenga conto dei tempi di vita e dei diversi bisogni di tutte e tutti. “Come tante altre città d’Italia, Firenze penalizza le donne.

È su di loro che, oltre al lavoro retribuito, ricade anche il lavoro di cura di figli, genitori, parenti anziani e persone disabili, supplendo alle carenze di servizi sociali. In vista della discussione e approvazione del nuovo Piano Operativo della città, che disciplinerà l’attività urbanistica ed edilizia per il territorio comunale, una mozione “Per la trasformazione urbana nell’ottica di genere” è già stata depositata e lo scopo - concludono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi - è impegnare la Giunta perché nella discussione sul Piano Operativo siano coinvolte anche urbaniste ed esperte in materia, perché “la città possa essere ridisegnata per accogliere e migliorare l’esperienza delle donne, per garantire sicurezza e autonomia; per una città più accessibile e sicura, per tutte e tutti”.

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