Una campagna istituzionale per le vittime di estorsione e usura

Da oggi lo spot è visibile anche sul sito della Prefettura. Prefetture: si intensifica la protesta contro la soppressione delle 23 sedi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 ottobre 2015 14:58
Una campagna istituzionale per le vittime di estorsione e usura

Estorsione e usura, reati odiosi che “portano via pezzo dopo pezzo lavoro soldi e vita a tante persone. Lo Stato aiuta le vittime a denunciare i loro aguzzini e a reinserirsi nell’economia legale”. Questo è il messaggio della campagna istituzionale “Chi sceglie, trova lo Stato” presentata in questi giorni al Viminale e che sarà trasmessa dai canali Rai. Da oggi il video è visibile anche sul sito della Prefettura.

In tutto 43 secondi per ricordare a chi decide di reagire ai suoi persecutori che esiste un fondo statale di solidarietà. Estorsione e usura sono reati che purtroppo permangono in tutta la loro criticità, mentre diminuiscono le domande per accedere alle risorse pubbliche di aiuto. Per le vittime di estorsione le richieste sono state 255 nel 2013, 213 nel 2014 e 172 quest’anno, mentre per quelle dell’usura si parla di 758 nel 2013, 660 del 2014 e 835 nel 2015, dato quest’ultimo da cui vanno però scorporate quelle addebitabili alla cosiddetta "usura bancaria". Ecco allora una campagna di comunicazione, promossa dall’ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, per aiutare le vittime a riprendere in mano le fila della propria vita.

Lo spot, realizzato con il concorso del dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell’ufficio comunicazione istituzionale del Ministero dell’Interno, è stato ideato dalla società Acc&Partners. Regista Paolo Scarfò, noto autore di videoclip e docufilm.

S’intensifica la protesta delle federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil contro lo schema di decreto che taglierebbe 23 Prefetture sul territorio italiano. I sindacati lanciano infatti per il 30 ottobre prossimo una grande assemblea al Palazzo del Viminale, sede centrale del Ministero dell’Interno. Assemblea alla quale parteciperanno tutte le Rsu e tutti i delegati sindacali degli uffici territoriali del governo a rischio, ma che sarà allargata ai deputati e senatori eletti in quei territori, nonché ai sindaci dei comuni capoluogo di Provincia. Dopo l’incontro con il sottosegretario agli Interni Giampiero Bocci, che Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa definiscono “insoddisfacente”, e “le mancate risposte alle gravi preoccupazioni espresse, con numeri e dati, nel dossier consegnato al Governo, vogliamo richiamare la politica alle proprie responsabilità.

Teramo, Chieti, Vibo Valentia, Benevento, Piacenza, Pordenone, Rieti, Savona, Sondrio, Lecco, Cremona, Lodi, Fermo, Isernia, Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Oristano, Enna, Massa-Carrara, Prato, Rovigo, Asti e Belluno: in 23 territori i cittadini rischiano di perdere il presidio di legalità e sicurezza che le Prefetture rappresentano. Peraltro nel momento di massima emergenza rispetto a flussi migratori e prevenzione delle calamità. Senza parlare delle attività di contrasto a reati mafiosi, usura, estorsione, ecomafia e terrorismo.

E allo stesso tempo più di 1.300 lavoratori restano nella completa incertezza sul futuro e sul futuro delle loro professionalità”. “Per questo il 30 ottobre riuniremo tutti i rappresentanti sindacali e interesseremo in modo forte e diretto la politica nazionale e territoriale”, concludono Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa. “Lo schema di decreto è sbagliato e deve essere ritirato. Siamo pronti a confrontarci sulla riorganizzazione dei servizi alle comunità locali, ma mai accetteremo che questo significhi meno presenza, meno protezione e meno attenzione alle persone e ai territori”.

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