Uil, i vertici nazionali e regionali a Carrara

Le proposte per rilanciare il paese: "Fisco equo, investimenti, riduzione orario lavoro"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 gennaio 2020 11:20
Uil, i vertici nazionali e regionali a Carrara

Sala convegni gremita all’Autorità Portuale di Marina di Carrara, per il vertice dei quadri e delegati delle categorie Uil area nord Toscana: oltre un centinaio di partecipanti di Lucca e Massa Carrara, tutti chiamati a dare un contributo per quello che è l’obiettivo che il sindacato si pone a livello locale e nazionale. Titolo dell’attivo sindacale estremamente chiaro: “Far ripartire l’Italia – Le proposte della Uil”. 

A presiedere i lavori Franco Borghini, segretario generale Cst Uil area nord Toscana, con i principali interventi portati proprio dai vertici regionali e nazionali del sindacato: Domenico Proietti, segretario nazionale, Annalisa Nocentini, segretario generale Uil Toscana, Pierpaolo Bombardieri, segretario generale aggiunto Uil. 

A portare i saluti delle istituzioni e della politica, l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi, il consigliere regionale Giacomo Bugliani

Ma quali sono le proposte della Uil per far ripartire il Paese, dal nazionale fino al locale?

A fare una prima sintesi è il segretario area nord Toscana, Borghini: “Crediamo che sia necessario attuare un fisco più equo, rivisitare e rivalutare le pensioni, più soldi nelle tasche dei cittadini da poter spendere così da rilanciare i consumi e il mercato, creando un indotto positivo che generi nuovo lavoro. Proposte che mettiamo in campo da circa un anno con il governo e che finalmente iniziano a far vedere i loro frutti, come l’ampliamento del bonus destinato ai lavoratori dipendenti, finanziato con il cuneo fiscale relativo all’Irpef.

Questo è un primo risultato per la ridistribuzione della ricchezza ma non dobbiamo fermarci”. Punti ribaditi dal segretario nazionale Proietti che ha fatto un’ampia analisi delle proposte del sindacato su tutti i fronti: “Restiamo dell’idea che si debba usare la leva fiscale, mettere in campo una riforma fiscale che tagli le tasse a lavoratori e imprese di 2 punti in 3 anni: questa è la via maestra. Contemporaneamente, però, bisogna anche mettere in atto un grande piano di investimenti pubblici e sostenere quelli privati per generare una crescita economica che crea nuova occupazione.

Sul fronte delle pensioni, crediamo che dopo 41 anni di contributi si debba poter andare in pensione a prescindere. Inoltre, serve una riforma capace di introdurre una flessibilità diffusa intorno ai 62 anni. Con la flessibilità e la volontarietà non è detto che tutti quelli che hanno diritto ad andare in pensione poi ci vadano ,ma è altresì vero che se si cambiano le norme ogni 6 mesi poi appena si apre una finestra poi tutti cercano di ‘scappare’. Diciamo inoltre ‘no’ al ricalcolo contributivo che sarebbe un ulteriore danno”. 

La segretaria regionale della Toscana, Annalisa Nocentini, ha poi affrontato nello specifico anche la situazione della Toscana: “L’economia si fa ripartire mettendo i soldi in tasca ai lavoratori che sono anche consumatori. Si deve ripartire dal basso ed è quello che stiamo cercando di fare. La strada è lunga e faticosa ma bisogna lavorare con serietà, coerenza senso di responsabilità. In Toscana, dopo tanto lavoro, portiamo a casa per la prima volta la firma sull’accordo per gli interventi mirati nell’ambito della programmazione sanitaria. Abbiamo inoltre firmato un accordo sulla non autosufficienza, primo propedeutico in Italia, dal titolo ‘A casa in buona compagnia’. Il 12 luglio, inoltre, abbiamo siglato il patto sullo sviluppo che mette 8 miliardi di euro in 5 anni per le grandi infrastrutture, come il porto di Marina di Carrara e il waterfront. Perché siamo convinti che se si fermano le infrastrutture si ferma l’economia”. 

A concludere la giornata l’intervento del segretario generale aggiunto, Bombardieri: “Crediamo che sia necessario ripartire dagli investimenti perché abbiamo un’idea diversa di sviluppo del paese. E’ ora di farla finita con l’impostazione che vede l’unico sviluppo del paese tramite la riduzione dei salari e dei diritti. Bisogna lavorare e investire di più sulle infrastrutture anche per rimettere in sesto il nostro paese sotto il profilo idrogeologico. E iniziare a parlare di politiche industriali: quali scelte vogliamo fare per crescere nei prossimi anni? L’dea che abbiamo in testa è la redistribuzione della ricchezza attraverso il rinnovo dei contratti, un sistema fiscale più equo, la possibilità di fruire di un servizio welfare gratuito e universale come previsto dalla Costituzione. Far sì che il lavoro diventi più prezioso, chiedendo la riduzione dell’orario di lavoro a parità di trattamento economico”.

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