"Tre vertenze apuane, quasi 200 posti a rischio"

Lavoratori da mesi senza stipendio, altri licenziati da un giorno all'altro o preda di una battaglia politica. L'impegno dei quadri nazionali della Uil all'evento Quaderni del Lavoro a Seravezza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2019 10:59

TRE VERTENZE che rischiano di strappare via alla provincia apuana altri 200 lavoratori fra i settori industriali, del chimico e del tessile. Tutto nel giro di pochi mesi. Sono l’azienda Iridium (erede della Quasar), la sartoria Sarzana Srl (ex Clad) e, ovviamente, la Sanac. Tre realtà che attraversano una fase difficile, nei primi due casi quasi disperata, che martedì pomeriggio sono state portate all’attenzione dei quadri regionali e nazionali della Uil, durante la terza edizione di ‘Quaderni del Lavoro’, la festa regionale del sindacato in programma il 9 e il 10 luglio a Seravezza.

Il segretario della Uiltec area nord Toscana, Massimo Graziani, affiancato dai rappresentanti sindacali delle realtà in crisi, ha incontrato Daniela Piras, segretaria nazionale del comparto tessile, e il segretario generale nazionale della Uiltec, Paolo Pirani, che si sono fatti carico di portare la battaglia a livello nazionale per cercare di salvare posti di lavoro essenziali per la provincia apuana. “Crescono i tavoli di crisi in sede ministeriale – ha ricordato Pirani – la maggioranza dei quali senza esiti positivi, taluni che rischiano addirittura l’oblio.

Iridium, nata da una cessione di ramo di azienda, ha da mesi i propri lavoratori senza stipendio e la direzione aziendale nemmeno convoca più le organizzazioni sindacali. La Sanac, nella filiera delle aziende legate al gruppo ex Ilva, che conta 140 addetti diretti ed altri 200 indiretti, non risulta ancora acquisita dal gruppo Arcelor Mittal pur essendo tuttora legata alla produzione dei refrattari della fabbrica siderurgica di Taranto. La Sarzana Srl, attiva nel settore tessile, ha sofferto una contrazione del mercato e la proprietà ora vuol procedere al licenziamento di tutte le maestranze.

Si tratta di situazioni incresciose che vedono condizioni di disagio per i lavoratori e le loro famiglie. Non può continuare così, perché se l’industria manifatturiera non rialza la testa è la stessa economia nazionale a rischiare l’irrilevanza”.

“Abbiamo sul territorio 3 vertenze pesanti – ha evidenziato Graziani parlando con Pirani e Piras -. Quella dei 140 lavoratori Sanac che si sono visti negare il passaggio ad AcelorMittal, sancito e programmato per giugno poi rimandato a ottobre per ragioni incomprensibili. Passaggio a forte rischio dopo il conflitto che si è innescato in termini politici con il governo.

A questo si aggiunge la doccia fredda del reparto tessile, ricevuta soltanto lunedì scorso quando la proprietà dell’azienda Sarzana srl, attività storica che fonda le sue radici nella vecchia D’Avenza, ha comunicato l’intenzione di chiudere l’attività e lasciare a casa 22 lavoratrici. Erano 24 ma due si sono dimesse volontariamente. Una decisione assolutamente incomprensibile in una fase di trattativa in cui si stava discutendo di riorganizzazione e ripartenza”. La proprietà sostiene di aver perso circa 700mila euro di fatturato e di essere in deficit per circa un milione di euro, ma ha sempre rifiutato un incontro diretto con i sindacati.

La segretaria nazionale Piras porterà la vertenza a livello nazionale, invitando Cgil e Cisl a fare una lettera congiunta per chiedere un incontro con la proprietà di Milano. “A ciò si aggiunge la vicenda di Iridium – ha concluso Graziani - che sta andando ed è andata a licenziare un gruppo di lavoratori o comunque ad avviare un confronto conflittuale con essi, arrivando oggi a un ritardo di diversi mesi per il pagamento degli stipendi, costringendo i lavoratori a rivolgersi all’ufficio vertenze.

Altre 15 persone che rischiano di perdere il posto senza retribuzione da mesi, in condizioni fortemente critiche”.

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