Tramvia in viale Morgagni: 40 dipendenti a rischio all'hotel per i cantieri?

Terre di scavo della Tav, il M5S: "Atteggiamento irresponsabile delle istituzioni. Seri problemi per Cavriglia"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 settembre 2014 22:52
Tramvia in viale Morgagni: 40 dipendenti a rischio all'hotel per i cantieri?

Quaranta posti di lavoro a rischio all’hotel Raffaello, in viale Morgagni, per i cantieri della tramvia. Il primo giorno di lavori ha mostrato ai vertici della struttura alberghiera lo scenario dei prossimi mesi, e la conseguenza è una sola: “Rischiamo di chiudere i battenti – spiegano Giuseppe Gori e Marco Vensi, presidente e direttore dell’hotel – e mandare a casa 40 persone.

Siamo sconcertati per un provvedimento che chiude per molto tempo (si parla di almeno sei mesi, tra il primo cantiere in piazza Dalmazia e quello che verrà allestito in viale Morgagni proprio davanti all’ingresso dell’hotel) l’accesso a un’attività produttiva che accoglie 76mila persone l’anno e dà lavoro a 40 uomini tra dipendenti e indotto. Non c’è mai stato chiesto un incontro per definire accorgimenti riguardo il carico/scarico di clientela e merci, e per cercare di ridurre le criticità dell’attività dell’hotel.

In mancanza di adeguate soluzioni, non sappiamo se riusciremo a garantire la continuità dell’attività, e quindi i posti di lavoro. Da un mese le richieste di un incontro con l’amministrazione comunale da parte dell’associazione albergatori – aggiungono Gori e Vensi – non sono mai state prese in considerazione da Palazzo Vecchio. La cosa grave, al di là delle assicurazioni che il Comune ha cercato di dare a mezzo stampa, è l’assenza di un programma definito per la salvaguardia delle attività produttive”. Le prossime mosse dell’hotel Raffaello dipenderanno dalle reazioni Comune, ma lo scenario non è facile: “Vedremo se nei prossimi giorni si riusciranno a trovare soluzioni adeguate per evitare la chiusura – concludono Gori e Vensi – ma qui non bastano stime sul calo di incassi, così si chiude e basta.

Siamo pronti ad azioni legali per chiedere i danni, e si parla di cifre nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro”.“Doveva essere da "ieri" ma a questo punto va bene anche da domani: quali misure intende prendere Palazzo Vecchio per i commercianti danneggiati dai cantieri per la tramvia?”. Il presidente di Confcommercio Firenze Jacopo De Ria interviene così in seguito alle parole del sindaco Nardella. “Ora che abbiamo capito che il Comune non intende dare gli indennizzi, ci chiediamo quali misure verranno prese a favore delle imprese.

Un cantiere che per anni stravolge una città non può essere confrontato con un "cantiere ordinario"; i cantieri per la tramvia sono impattanti e dureranno molto tempo procurando danni economici concreti e rilevanti alle aziende. Il tram cambierà la città, certo, e noi vogliamo cambiare Firenze insieme all’amministrazione ma non a spese delle imprese e delle loro famiglie”. “Apprezziamo – prosegue De Ria, - che Nardella condivida il fatto che gli indennizzi possano esser concessi, e che quindi il nostro studio era giusto, ma ci dispiace che non sia disposto a concederli.

Da parte nostra, vogliamo lavorare col Comune affinchè fin da subito si possa sapere in maniera precisa quali sono le misure che vuole prendere Palazzo Vecchio per i commercianti. Bisogna adottare immediatamente dei provvedimenti perchè pensiamo proprio che il nostro sindaco abbia ragione nel prevedere un autunno drammatico”.

“Basta con i teatrini sulla pelle dei cittadini e in totale disprezzo delle casse pubbliche: sulla tav continua a mancare trasparenza, nonostante un’inchiesta della magistratura e un aumento assurdo dei costi che consiglierebbero a rappresentanti istituzionali seri di interrompere la strada intrapresa. Invece l’imperativo del Pd, a qualsiasi livello è: avanti tutta”. Ad intervenire sono i consiglieri di Firenze, Cavriglia e San Giovanni - Miriam Amato, Michela Fabbrini e Massimiliano Secciani - insieme ai deputati Samuele Segoni e Massimo Artini che hanno fatto il punto della situazione insieme al comitato NO tunnel Tav. “Nonostante i proclami di alcuni mesi fa, da parte di esponenti regionali del Pd, ad oggi – parola dell’assessore Giorgetti che ha risposto ad una richiesta di accesso agli atti del Movimento - nessun protocollo di legalità contro infiltrazioni criminali è stato siglato per quanto riguarda il sottoattraversamento Tav.

Un fatto abbastanza inquietante se si considera che per opere analoghe (compresa la tav Torino-Lione) gli enti pubblici interessati hanno fatto altrimenti, e sono ancora in corso gli accertamenti della magistratura”. “Nella sua risposta Giorgetti afferma che alcuni dirigenti hanno partecipato presso la Prefettura di Firenze all’istruttoria di una bozza di protocollo di legalità generale (per tutti i contratti della pubblica amministrazione) non ancora definita” sottolinea il gruppo consiliare che esprime profonda preoccupazione per il “colpo di spugna” intrapreso dai vertici del Pd, sia nazionale che locale, per far ripartire i lavori Tav, che erano stati bloccati dalla magistratura con decine di indagati. Del resto la stessa Commissione Europea nella “relazione sulla lotta alla corruzione” punta il dito sulla corruzione, nel settore delle infrastrutture, citando espressamente la Tav e considerando come momento critico quello successivo alle aggiudicazioni della gara. "La preoccupazione principale è l'atteggiamento dei sindaci del Valdarno che, come un disco rotto, ripetono: prenderemo le terre solo se sono buone.

Affermazioni prive di senso: stiamo parlando di 3milioni e mezzo di metricubi di terre di scavo che - sottolineano gli esponenti del 5 Stelle - pongono anche seri problemi di stabilità delle colline artificiali. Facciamo notare, inoltre, che anche sui controlli effettivi delle terre c'è poco da stare sereni, con i soliti meccanismi all'italiana nei quali si confonde il controllore con il controllato". Sulla questione i deputati Samuele Segoni, membro della Commissione Ambiente, e Massimo Artini criticano la mancanza di trasparenza, in particolar modo per il mancato accesso ai contratti sottoscritti con le imprese private, e si dicono allarmati per il decreto Sblocca Italia.

“Con l’atto, il governo intende dare avvio alla semplificazione della materia dello smaltimento delle terre e rocce da scavo, dichiarando il “divieto di introdurre livelli di regolazione superiori a quelli minimi previsti dall’ordinamento europeo ed, in particolare, dalla direttiva 2008/98/UE”. Non vorremmo che le terre diventassero buone per decreto. Uno dei punti nevralgici dell’inchiesta della magistratura riguarda proprio le terre di risulta che devono essere conferite a Cavriglia: no a scorciatoie che favoriscono le solite imprese a discapito dei territori e dei cittadini che li abitano ”.

Notizie correlate
In evidenza