​Toscani in Europa e nel mondo: sono i nostri emigrati

La Consulta regionale dei toscani all’estero risale al 1978

Antonio
Antonio Lenoci
20 giugno 2016 16:13
​Toscani in Europa e nel mondo: sono i nostri emigrati

L'attività del Consiglio dei Toscani all'estero è regolamentata da tre atti: la Legge regionale 9 aprile 1999, n. 19 "Interventi in favore dei Toscani all'Estero", il Programma finanziario per l'anno 2007 ed il Piano pluriennale 2007-2010.Una Legge regionale del 2009 disciplina le attività europee e di rilievo internazionale della Regione Toscana, al Titolo IV le Attività in favore dei toscani all’estero, modificate poi da una Legge regionale del 2012.Sono 110 i circoli e le associazioni di toscani all’estero che riuniscono in tutto il mondo 12 mila persone per 558 famiglie.

Oltre cinquemila iscritti per 186 famiglie sono solo simpatizzanti, non sarebbero in realtà toscani e neppure italiani. L’associazione più vecchia è Avellaneda in Argentina, che risale al 1927. Gli ultimi l’associazione dei toscani nel mondo di Belo Horizonte in Brasile, l’associazione toscana di Aragua in Venezuela e l’associazione culturale toscana a Parigi. Quasi il 10% vive in Europa e un altro 7,89% in Australia. In Africa le associazioni sono tre, tutte in Sudafrica ed i soci toscani sono 190.

Non ci sono associazioni di toscani nel mondo in Asia.Il Presidente Enrico Rossi ha la delega ai rapporti con i Toscani nel Mondo. La struttura dedicata ha l'obiettivo dichiarato di creare un tramite per le iniziative imprenditoriali e commerciali. Da qui la richiesta di una iscrizione volontaria al portale ufficiale, per avere una mappatura in rete che punta ad intercettare lavoratori, studenti, manager presenti all’estero.Monica Barni, oggi assessore regionale, da rettore dell’Università per Stranieri di Siena, è intervenuta sul tema degli emigrati toscani, soprattutto per quanto concerne l'italiano insegnato alle seconde e terze generazioni di italiani all'estero.Barni parla di una fuga verso "aree non tradizionalmente indicate come meta dell’emigrazione italiana, come l’Est Europa" e sottolinea la presenza di "anziani possessori del dialetto, la lingua con cui sono partiti i loro avi, che offre competenze in diversi italiani regionale, popolare, standard, essendo cresciuti e formatisi in Italia prima di partire, per la maggior parte delle seconde-terze-quarte generazioni di giovani e adulti l’italiano è una lingua straniera, anche se indicata come lingua della comunità di origine". "La vera sfida - spiega Barni - è il mantenimento dell’italiano nelle future seconde generazioni.

Far comprendere il ruolo del mantenimento delle lingue di origine, in un mondo dai confini più facilmente superabili, è un valore di base. Occorre convincere gli italiani partiti più di recente, partiti anche per una delusione nei confronti dell’Italia di oggi, che la lingua è una eredità da non perdere, disperdere, cancellare nel percorso migratorio che vivono". Per cittadini, imprese, enti ed associazioni la Regione ha creato un canale multimediale per dare risposte su: Come ottenere contributi pubblici per un'iniziativa o intercettare occasioni di lavoro, sapere quali servizi sono attivi, conoscere i doveri da adempiere a talune scadenze? Purtroppo però il portale non offre molte indicazioni e la Bacheca piange.

Zero discussioni all'attivo con due soli argomenti suggeriti: "Eccellenza toscana" e "Viaggi in Italia".Ci sono spazi a disposizione degli utenti maggiorenni come i Blog nei quali immettere testi, foto, grafica, materiali audio e video, logotipi, immagini o link sotto propria piena ed esclusiva responsabilità. L’inclusione di tali contenuti però non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di Fondazione Sistema Toscana che non effettua alcun tipo di controllo e pertanto "non è responsabile, a titolo esemplificativo e non esaustivo, della legalità, veridicità e/o correttezza dei contenuti, né del rispetto dei diritti di proprietà industriale e/o intellettuale o delle norme in materia di privacy, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, buon costume e/o comunque alla morale".C'è chi si racconta spontaneamente come Barbara "Bella questa cosa di raccontare le storie dei toscani nel mondo".

Nata e cresciuta a Viareggio, dal 2000 vive a Brighton, UK. In Egitto nel 2002 sul Sinai conosce colui che diventerà suo marito. Oggi a Brighton hanno due figli, Karim e Adam "che di nome hanno poco di toscano, ma quando li porto dai nonni al mare e al Carnevale mi sorprendono e si trasformano in due viareggini purosangue".A creare contenuti sembra però essere soprattutto il canale RTV 38 con Skype ed i video You Tube della trasmissione “Stili di Vita”.Tra le ultime interviste troviamo Luisa, maestra elementare nella città di Neuchatel ma pisana di nascita che racconta come si trova a lavorare per i bambini svizzeri e quali sono le principali differenze tra il sistema italiano e quello svizzero. "I corsi di lingua italiana del Cipe sono organizzati su più livelli e questo comporta ritmi diversi di lavoro con attività mirate affinché il bambino si senta a suo agio in una classe che comprende bambini piccoli e grandi insioeme.

Le differenze sono tante.. il primo impatto è stato tosto. I bambini nelle nostre scuole elementari sono ben preparati, qui i ritmi sono più tranquilli. Contano molto le attività extrascolastiche sportive, ma anche il bricolage il teatro ed un ventaglio di scelte che in Italia è demandato soprattutto alle famiglie. Il calendario scolastico inizia il 15 di agosto e prosegue fino al luglio successivo con numerose pause che sembrano portare più benefici rispetto al nostro sistema".C'è poi Tania, nata a Firenze, trasferitasi a Berlino lavora come produttore di TV e Cinema e ha realizzato un documentario sulla vita degli italiani a Berlino evidenziando aspetti positivi e negativi della Germania. "Arrivata per scrivere una Tesi sulla caduta del Muro sono rimasta in terra tedesca.

Una città mediaticamente piena anche se non è perfetta. Avevo voglia di mettermi in gioco e sperimentare, cosa molto difficile in Italia. Sono rimasta per le possibilità: come un affitto più basso che mi ha permesso di dedicarmi ai miei progetti. Ho più tempo per me, qui. Sono una freelance ed ho bisogno di fare più cose, faccio la producer per la Tv brasiliana e realizzo documentari. Il clima non aiuta, ma la vivacità culturale mi impressiona ogni giorno.

La città è viva".C'è poi Leonardo che abita a Barcellona, in Spagna: musicista, pianista e produttore: "Inserita in un circuito di Festival internazionali Barcellona è al centro dell'attenzione. Rispetto all'Italia c'è più libertà e meno controlli ad esempio per il discorso SIAE anche se le cose stanno cambiando.. Le collaborazioni funzionano attraverso una rete di contatti. La qualità della vita è data soprattutto dal clima e dall'ambiente rilassato ed aperto a tutti.

Da qui seguo la politica italiana, meno quella locale. Se qui non trovassi la mia strada sceglierei Londra o Berlino anche se lascerei il clima mite. Qui è più facile conoscere ragazze.. vedo che i miei coetanei in Italia fanno più fatica".

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