Toscana in zona rossa: migliaia di imprese sull’orlo del baratro

L’allarme di Confartigianato. Cna: "Ristori non solo sui codici Ateco, ma sul calo dei fatturati". Confagricoltura: “Subito un tavolo con l’assessore Saccardi”. I Consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Alessandro Capecchi, vice-presidente della Commissione Territorio, Ambiente, Infrastrutture e Vittorio Fantozzi, vice-presidente della Commissione Sviluppo economico: “Il settore ha bisogno di risposte urgenti, dai contributi alle infrastrutture”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 novembre 2020 16:22
Toscana in zona rossa: migliaia di imprese sull’orlo del baratro

Firenze 14 novembre 2020- Dopo un balletto di colori, dal giallo del 6 novembre, passando per quella arancione, la Toscana il 15 novembre entrerà in zona rossa. E 11.000 imprese con 35.000 occupati costrette ancora una volta a chiudere la loro attività: le aziende che svolgono l’attività di servizio alla persona sono arrivate a un punto di non ritorno.

A lanciare l’allarme Barbara Catani, Presidente Confartigianato Acconciatori Toscana e Pierluigi Marzocchi, Presidente Confartigianato Estetica Toscana: “Alcune scelte del Dpcm dello scorso 3 novembre non ci hanno convinto fin dall’inizio – spiegano -, in particolare la limitazione progressiva all’esercizio di alcune attività che si erano organizzate per gestire in modo responsabile il rischio del contagio. Il passaggio dalla zona gialla alla zona rossa in pochi giorni ha creato sconforto nelle imprese e confusione nei clienti”.

Reduci da un periodo di chiusura prolungata che ha costretto molte aziende ad abbassare per sempre la saracinesca, i centri estetici e i saloni di acconciatura di Confartigianato hanno raccolto la propria clientela offrendo quella sicurezza che durante il periodo del lockdown primaverile è stata messa a rischio dal dilagante fenomeno degli operatori abusivi.

“I nostri imprenditori hanno investito tantissimo per garantire la massima sicurezza dei loro clienti e dei loro dipendenti – prosegue Catani -, rispettando tutte le norme anti Covid previste dalle schede tecniche: mascherine, sanificazioni dei locali, distanziamento. Sono stati tutti molto scrupolosi nell’applicare alla lettera le procedure richieste”.

Il divieto di spostamento al di fuori del Comune di residenza imposto nel momento in cui la Toscana è diventata zona Arancione e la chiusura in toto dell’estetica con il passaggio in zona rossa non solo ha ulteriormente inasprito le evidenti difficoltà economiche per le imprese ma sta creando anche un crescente disagio per i cittadini che si vedono privati della possibilità di usufruire del loro “operatore di fiducia” o di compromettere radicalmente l’esito di trattamenti in corso che, spesso, non sono sfizi ma necessità.

“Tutto questo – conclude Marzocchi - senza contare che sempre più dati ci indicano che il Covid sta pesantemente colpendo l’occupazione femminile. Ci chiediamo se la scelta di chiudere o di limitare queste attività, che per più dell’80% impiegano proprio personale femminile, sia una scelta appropriata e lungimirante”.

"Era purtroppo prevedibile che arrivassimo a questo punto, visto l'incremento del numero dei contagi - spiega Luca Tonini, presidente di CNA Toscana, in merito alla notizia che vede la Toscana entrare tra le regioni in zona rossa. - Per le aziende significa avere ulteriori problemi, all'interno di una situazione già complicata. Dobbiamo capire adesso se i ristori andranno avanti, ed eventualmente per chi. Oggi come CNA Nazionale abbiamo lavorato ad un documento per chiedere di sostenere ulteriormente le imprese e di fare valutazioni non solo sui codici Ateco, ma sull'effettivo calo percentuale del fatturato, rispetto all'anno precedente".

“Subito un tavolo regionale sull’agricoltura, per un confronto diretto e una migliore definizione delle strategie di rilancio”, è l’appello che Confagricoltura Toscana fa alla Regione Toscana. “Siamo soddisfatti dell’incontro che abbiamo avuto, insieme alle altre associazioni e categorie economiche, con il presidente della Regione Eugenio Giani per la definizione della proposta toscana al Piano nazionale per la ripresa e la resilienza - spiega il presidente Marco Neri - Abbiamo immediatamente inviato le nostre proposte, ma il nostro settore ha bisogno di risposte urgenti e chiediamo di diventare subito operativi con l’attivazione di un tavolo di confronto con l’assessore regionale all’Agricoltura, Stefania Saccardi”. La situazione di emergenza, la crisi economica e le difficoltà quotidiane con cui tante imprese si trovano quotidianamente a fare i conti “impongono un nuovo modello strategico e di programmazione - aggiunge il presidente di Confagricoltura Toscana - che sia immediatamente operativo nella definizione delle progettualità e delle strategie per il rafforzamento del settore agricolo.

Siamo fiduciosi che la Regione accolga le nostre istanze e confidiamo come sempre in un confronto rapido e soprattutto costruttivo”. Tra le richieste avanzate: il consolidamento di strategie per una filiera davvero integrata “dal campo alla tavola” con interventi di più ampio raggio, una maggiore competitività sui mercati internazionali con azione di promozioni più incisive e colmare i ritardi e le lacune organizzative, logistiche e tecnologiche, soprattutto delle piccole e medie imprese.

La zona rossa comprime sempre di più la nostra economia e mette in ginocchio i vari comparti. L’emergenza sanitaria non deve oscurare l’emergenza economica, sono due facce della stessa medaglia. Intanto, il settore agricolo ha bisogno di risposte urgenti, la futura ripresa passa anche da un tavolo regionale permanente di confronto tra l’assessore Saccardi, le associazioni e categorie economiche.

Noi di Fratelli d’Italia sosteniamo l’appello lanciato da Confagricoltura e siamo pronti a dare il nostro contributo –dichiarano i Consiglieri regionali Alessandro Capecchi, vice-presidente della Commissione Territorio, Ambiente, Infrastrutture e Vittorio Fantozzi, vice-presidente della Commissione Sviluppo economico- Gravi le difficoltà con cui tante imprese si trovano a fare i conti quotidianamente, c’è perciò urgente bisogno di un nuovo modello strategico e di programmazione, è imprescindibile un rafforzamento del settore agricolo.

Servono subito contributi a fondo perduto, andando a intercettare i contributi europei, per sostenere l’immediato. Poi serve una filiera davvero integrata dal campo alla tavola, sviluppare una maggiore competitività sui mercati internazionali con azione di promozione incisiva, senza dimenticare che vanno colmate lacune logistiche e tecnologiche delle piccole e medie imprese. Bisogna mettere mano ad uno snellimento delle procedure per realizzare le infrastrutture necessarie al mondo agricolo e, in particolare, al vivaismo.

C’è bisogno di una viabilità adeguata per il comparto vivaistico, che liberi i paesi e dia maggiore competitività. Sciogliamo i nodi che impediscono da troppo tempo la realizzazione della terza corsia dell’autostrada A11, asse viario fondamentale che muove l’economia toscana dall’entroterra verso la costa. Per Pistoia terza corsia vuol dire nuovo casello Est e collegamento con l’asse dei vivai”.

"Se le richieste delle aziende non saranno accolte, alcune zone, come il Mugello, rischiano un tracollo senza precedenti. Questa la denuncia di Giampaolo Giannelli, Vice Coordinatore Provinciale di Forza Italia Firenze. I numeri sono chiari - precisa Giannelli - e basta soffermarsi sulla realtà mugellana per capire cosa sta accadendo. Nella fotografia che ci arriva da CNA, le imprese attive nel Mugello a oggi sono 5602, già una trentina in meno dello scorso anno.

Rispetto al 2019 il saldo negativo di nuove imprese sfiora già il 10%. Il mondo imprenditoriale lotta per sopravvivere ma è allo stremo, le aziende hanno fatto tutto quanto richiesto in termini di messa in sicurezza degli ambienti, dei lavoratori e dei clienti; al tempo stesso, il Governo nazionale, coi suoi continui provvedimenti che si sono susseguiti. con cambi di colore spesso incomprensibili, non ha permesso alle imprese la minima programmazione. Quel che è grave poi - sottolinea Giannelli - che intere filiere che lavorano per i comparti bar ristorazione etc (come la comunicazione web specializzara) sono rimaste escluse dal decreto ristori, e questo è francamente inaccettabile.

Per evitare il tracollo definitivo del sistema - continua ancora l'esponente Azzurro - si vada incontro alle richieste delle imprese, sia a livello nazionale, sospendendo i pagamenti delle tasse, sia a livello locale, rimodulando o sospendendo le imposte locali (in primis la Tari)".

Anche il borghigiano Massimo Biagioni, Presidente regionale della Confesercenti, sottolinea: "un evidente corto circuito del confronto Stato-Regioni, se solo un giorno fa il Presidente della Toscana firmava un’ordinanza per la raccolta delle olive, i laboratori della formazione in presenza e altre norme, ed il giorno dopo il Ministro delegato dal Governo allo scopo firma la chiusura. Continuando nell’andamento a zig zag senza una linea definita che porti risultati sensibili e rapidi".

"Non voglio entrare nello specifico delle parole del Presidente Giani; altri esponenti del mio partito, più titolati di me, come il nostro Coordinatore Regionale, Senatore Massimo Mallegni, o il Capogruppo in Regione Marco Stella, sapranno essete chiari ed incisivi sull'aspetto politico di quanto sta accadendo intorno a noi,Ma come Dirigente di partito, e come cittadino del Mugello - conclude Giannelli - non posso assistere inerme alla crisi profonda che sta investendo il mondo imprenditoriale.

Perchè la paura, la mancanza di programmazione, gli stop and go, la mancanza di certezze incidono pesantemente sull'economia, creando alle imprese un duplice danno. Perchè oltre al danno immediato derivante dalle chiusure c'è anche il danno indiretto, coi cittadini che non si sentono assolutamente propensi e predisposti ad acquistare beni e servizi, in questa fase di incertezza. Governo ed enti locali accolgano le proposte delle imprese. Prima che sia troppo tardi".

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