Toscana: il calendario venatorio 2016-17

Contro l'invasione degli ungulati agricoltori martedì in Piazza Duomo. Ma sono attivi anche gli animalisti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 luglio 2016 20:17
Toscana: il calendario venatorio 2016-17

FIRENZE – Su proposta dell'assessore regionale all'agricoltura, Marco Remaschi, la Giunta regionale ha approvato nella sua seduta di martedì sera il calendario venatorio, con le regole che riguardano la stagione di caccia 2016-2017. Sarà possibile cacciare da domenica 18 settembre 2016 fino a lunedì 30 gennaio 2017, ma per alcune specie sono previste limitazioni e un periodo più breve. Le specie cacciabili dal 18 settembre al 30 gennaio sono il tordo bottaccio, l'alzavola, il beccaccino, la canapiglia, il codone, il colombaccio, la cornacchia grigia, il fischione, la folaga, il frullino, la gallinella d'acqua, la gazza, il germano reale, la ghiandaia, la marzaiola, il mestolone, il moriglione, la pavoncella, il porciglione e la volpe.

Stesso periodo anche per silvilago (minilepre), coniglio selvatico, merlo, quaglia, tortora e fagiano. Inoltre, a seguito dell'approvazione della delibera sulla caccia in deroga allo storno, sarà possibile cacciare anche questa specie dall'apertura della stagione nelle vicinanze di vigneti e uliveti in tutto il territorio regionale. Stop al 31 ottobre per la caccia al combattente, al 30 novembre per quella a starna e pernice rossa e all'8 dicembre alla lepre comune. Apertura posticipata al 1 ottobre per beccaccia, cesena e tordo sassello e al 1 novembre per la moretta, mentre nel caso dell'allodola il periodo di apertura va dal 1 ottobre al 31 dicembre. Quanto ai limiti di capi abbattibili da ogni cacciatore nell'arco dell'intera stagione si va dai 100 nel caso dell'allodola, ai 25 per specie nel caso di codone, quaglia, tortora e pavoncella, ai 20 per beccaccia e moretta, ai 10 per combattente e pernice rossa, ai 5 della starna. La delibera stabilisce inoltre numerosissime altre disposizioni e regole che variano da specie a specie.

'Selvatici crescenti, agricoltori calanti' è questo lo slogan che accompagnerà migliaia di agricoltori e allevatori esasperati, delusi, arrabbiati che martedì 2 agosto arriveranno nel centro storico di Firenze, in Piazza Duomo, di fronte alla Regione Toscana, per protestare contro il proliferare incontrollato degli ungulati, cinghiali, daini, caprioli, volatili ma anche predatori, lupi e canidi, che devastano le coltivazioni, falcidiano le greggi, mettono a rischio la sicurezza del territorio e rappresentano sempre più un pericolo per la collettività. Gli agricoltori chiederanno l’applicazione della legge obiettivo per gli ungulati (L.R.

10/2016) che fin qui ha disatteso tutte le aspettative. Un’emergenza, quella degli ungulati e di altri selvatici, molto sentita in tutte le zone e da tutte le colture del territorio fiorentino e pratese: dal Chianti, al Mugello, dall'Empolese a Prato, su monti, colline e pianura. A rischio nelle provincie di Firenze e Prato, tra l'altro, 18.500 ettari di vigneto (il 32% delle vigne toscane) di cui oltre 12.000 ettari destinati alla produzione di vini Doc e Docg. Sul filo del rasoio anche la produzione sui 50.000 ettari di seminativi delle due provincie. E i danni per gli agricoltori, non solo non vengono compensati, ma aumentano e spingono tanti ad interrogarsi se ha senso continuare a seminare per poi vedersi il raccolto falcidiato. Lo stato di agitazione è stato deciso dal Direttivo Regionale di Coldiretti Toscana.

A sostegno dell’iniziativa è stato lanciato anche l’hastag #riprendiamocilterritorio a rafforzare ulteriormente il messaggio della protesta. Previsto anche un presidio con centinaia di trattori sul Lungarno Aldo Moro di fronte alla sede della Rai. “Scendere in piazza a questo punto è una scelta obbligata, anche per rendere consapevoli i cittadini di una situazione drammatica per chi coltiva e poi non raccoglie -dichiara Roberto Nocentini, presidente di Coldiretti Firenze-Prato-”.

Tutti ormai vediamo i rischi creati dagli animali selvatici nella quotidianità: gli ungulati rendono pericolosa la circolazione stradale, si ritrovano al parco pubblico del paese accanto ai passeggini e ai palloni. “Quello che è meno noto, e che vogliamo evidenziare a tutta la cittadinanza, è che essi sono diventati una calamità costante per gli agricoltori ed allevatori, al pari di una nevicata straordinaria, della siccità o di una grandinata, con la differenza -continua Nocentini- che mentre la grandinata è un'eventualità, l'invasione e la devastazione dei cinghiali sui propri campi è una certezza ad ogni raccolto.

Come sistematici sono i danni da predatori sugli allevamenti”. In Piazza Duomo arriveranno, già dalle prime ore della mattina, agricoltori ed allevatori da tutte le province della Toscana per rivendicare la volontà di produrre per i cittadini-consumatori e non per animali selvatici e predatori. Dalle diverse zone delle provincie di Firenze e Prato partiranno centinaia di agricoltori ed allevatori. L’emergenza ungulati è già costata, negli ultimi cinque anni, 100milioni di euro di danni all’agricoltura ed è la causa 3 incidenti stradali al giorno.

Secondo Coldiretti Toscana sono 450 mila gli esemplari a 'piede libero', il 70% sono cinghiali colpevoli di contribuire all’impoverimento della fauna e della flora del bosco e del sottobosco. “Gli strumenti ci sono, e sono la legge obiettivo ed il piano lupi, ma non sono applicati. L’emergenza selvatici –spiega Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Firenze-Prato- è diventata una costante quotidiana dell’agricoltura. È inutile investire risorse sul piano di sviluppo rurale per incentivare l’agricoltura di montagna e nelle zone svantaggiate se poi si consente ai selvatici di fare razzie e di depredare gli agricoltori del loro lavoro.

Coldiretti, insieme agli agricoltori ed allevatori, scende in piazza nuovamente”. L’ultima volta era stato nel novembre del 2008. “Questo è una prima fase della mobilitazione -conclude Ciampoli–. Vigileremo con grande attenzione lo sviluppo di questa problematica la cui soluzione non può avere ulteriori ritardi e non può essere rimandata”.

Nato in seguito all’approvazione della Legge Regionale Remaschi, il Comitato Cittadino “Non Vogliamo una Toscana Rosso Sangue” continua a girare la Toscana con delle manifestazioni pacifiche ed innovative, senza urla o slogan violenti, ma informando in modo serio e scientifico i cittadini sulla situazione reale della Toscana e sulle “alternative” ecologiche e scientificamente provate.La Legge, contestata ancor prima della sua approvazione da associazioni animaliste, ambientaliste e personaggi famosi come Panariello e Dacia Maraini, promuove una libera caccia agli ungulati per 12 mesi l’anno, non interrompendo l’attività neanche nel periodo più intenso di turismo, attività fondamentale per l’economia toscana, periodo che coincide tra l’altro anche con l’attività riproduttiva degli animali selvatici, causando di conseguenza gravi danni all’ecosistema e lanciando un’immagine negativa e di pericolo ai turisti che passeggeranno nei boschi e invece degli animali incontreranno dei cecchini armati di fucili a canna rigata, gli stessi che si usano in guerra.

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