Toscana: crolla il numero di dipendenti comunali e le loro buste paga

Il caso degli asili nido a Firenze. Interventi di razionalizzazione anche in Regione. Clausole sociali negli appalti del Servizio sanitario

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2016 14:07
Toscana: crolla il numero di dipendenti comunali e le loro buste paga

Firenze, 17-2-2016- Buste paga sempre più leggere per i lavoratori comunali toscani. In Toscana maestre, polizia locale, amministrativi e gli altri hanno registrato un calo del salario tra il 2010 e il 2014 del 4,9% (passando da una media di 29.541,4 euro l'anno a una media di 28.092,94 euro), per una cifra in meno nelle tasche pari a 1.448,45 euro. A livello nazionale, i dipendenti comunali hanno registrato un calo del salario tra il 2010 e il 2014 di circa il 2,5%, pari a circa 740 euro in meno. È quanto risulta da un'analisi condotta dalla Fp Cgil Nazionale (sui dati del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato) tra le città capoluogo di provincia, toscane e non.

A Firenze, teatro della vertenza più complessa della regione, nello stesso periodo, si è determinato un crollo della retribuzione complessiva annuale dell'8,92%, cioè -2.714,2 euro per lavoratore (la retribuzione complessiva annuale passa da 137.770.105 a 118.081.029 euro). Sempre a Firenze, sul capitolo salario accessorio il calo medio in busta paga è stato del 39,21%, che tradotto vuol dire -2.234,3 euro in meno nelle tasche dei lavoratori. Calo del monte retribuzione complessiva annuale (e percentuale di variazione del salario accessorio) dal 2010 al 2014 negli altri capoluoghi toscani: 

  1. Arezzo da 21.373.260 a 17.727.178 euro (salario accessorio: -22,35%) 
  2. Grosseto da 15.764.465 a 13.992.829 euro (salario accessorio: +1,18%) 
  3. Livorno da 38.493.636 a 34.924.200 euro (salario accessorio: +2,09%) 
  4. Lucca da 16.024.367 a 14.673.019 euro (salario accessorio: -18,81%) 
  5. Massa da 13.057.264 a 11.564.093 euro (salario accessorio: -26,27%) 
  6. Pisa da 22.797.988 a 22.220.103 euro (salario accessorio: +21,99%) 
  7. Pistoia da 22.790.567 a 20.243.215 euro (salario accessorio: -11,11%) 
  8. Prato da 30.183.609 a 27.668.466 euro (salario accessorio: +7,33%) 
  9. Siena da 20.968.608 a 17.786.690 euro (salario accessorio: -20,46%) 

L'analisi della Fp Cgil accende un faro anche sull'andamento dell'occupazione, crollata anche questa (tra il 2010 e il 2014 sempre per i dipendenti dei Comuni toscani presi in esame) del 7,35%, cioè 844 dipendenti in meno. La più colpita come addetti persi è sempre Firenze con -267 (-5,9%), seguita da Livorno con -122 (-9,22%); la meno colpita è Lucca con -22 (-4,2%). Nel mezzo Arezzo (-93, calo percentuale del 13,17%), Prato (-88, calo percentuale dell'8,31%), Siena (-78, calo percentuale del 10,44%), Grosseto (-60, calo percentuale del 10,42%), Pistoia (-57, calo percentuale del 7%), Pisa (-32, calo percentuale del 4,17%), Massa (-25, calo percentuale del 5,71%). A livello nazionale, l'occupazione tra i dipendenti comunali in quel periodo di tempo è calata del’8,5%, pari a circa 8.400 posti di lavoro in meno.

Per la segretaria generale della Fp Cgil Toscana, interviene Alice D'Ercole: “l'incongruenza tra questi dati è il frutto di scelte precise delle amministrazioni comunali che hanno risparmiato sulla spesa di personale, così come della vera e propria entrata a gamba tesa delle ispezioni del Mef che hanno violato l'autonomia negoziale, nell'ambito della contrattazione integrativa. Se non ci fosse stato l'intervento delle organizzazioni sindacali a tutela dei lavoratori interessati, la riduzione sarebbe stata ben peggiore”.

Capitolo retribuzione: secondo D'Ercole “a determinare questo crollo ha inciso principalmente la voce 'salario accessorio' che, nel corso dei cinque anni, è diminuita complessivamente del 26,57%, cioè circa 15 milioni di euro in meno tra quanto stanziato stanziato nel 2010 e quanto stanziato nel 2014. Escono fuori dati estremamente preoccupanti perché al calo del potere d'acquisto corrisponde, infatti, un ulteriore calo della retribuzione". Quindi i dati sul salario accessorio, conclude D'Ercole, “dimostrano che le norme che hanno colpito in questi anni il pubblico impiego hanno fortemente compromesso la contrattazione integrativa degli enti”.

Ma non solo, precisa, “le norme previste dall'ultima legge di Stabilità impongono ulteriori tagli al salario accessorio, con il rischio di peggiorare ulteriormente la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori, specie a fronte del ritardo che giorno per giorno si accumula sul rinnovo di contratti atteso da oltre sei anni”.

Il 12 febbraio a Firenze si è svolto l’incontro sui Servizi all’Infanzia richiesto dalla RSU dopo l’assemblea della Scuola dell’Infanzia che si è tenuta il 3 febbraio. La Vice Sindaco, Cristina Giachi, ha esordito dicendo che l’obiettivo principale dell’Amministrazione è di mantenere “in buona salute” i servizi educativi scolastici sia in qualità che quantità, aggiungendo che lo farà attraverso tutti gli “strumenti di gestione” consentiti dalla legge. Rispetto alle previsioni di uscita del personale dalla scuola i “numeri” ancora approssimativi parlano di 37 insegnanti in uscita ad agosto per pensionamenti e passaggi allo Stato e di 4 esecutori, oltre a 10 Amministrativi della Direzione Istruzione. Per quanto riguarda gli Asili Nido a fronte di 12 cessazioni prevedono di attuare 7/8 passaggi da part time a full time e l’assunzione di 4 esecutori: questo consentirebbe di non ricorrere a nuovi appalti in questi servizi, argomento sul quale si sono un po’ sbilanciati anche se la conferma arriverà con l’approvazione del Bilancio e relativo piano di assunzioni.

Da parte sindacale è stato fortemente ribadito che questa scuola comunale non avrà un futuro e non lo avranno neppure le insegnanti se l’Amministrazione non cambia strada: è stato fortemente ribadito che il modello organizzativo inaugurato dalla Giachi non è scuola, e questo chiaramente non è un giudizio sulle insegnanti della Cooperativa, le quali vivono una condizione di marcata differenza contrattuale sia economica che dal punto di vista dei diritti, ma è un modello che non garantisce continuità al progetto formativo Così anche il giudizio sul sistema degli appalti nell’intero settore educativo, poiché all’interno del sistema integrato dei servizi rischia di rafforzare il privato a svantaggio della gestione pubblica

È stata approvata a maggioranza la proposta di legge che introduce modifiche al testo unico sul personale e ad altre leggi di settore. L’atto, che ha ricevuto il voto contrario di M5S, Sì e Lega Nord, si pone nell’ottica di razionalizzazione della struttura organizzativa della Regione, anche alla luce del riassetto istituzionale in corso.

Tra le modifiche, come ha illustrato in aula il presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani (Pd), “il direttore di una struttura di vertice potrà adottare atti urgenti di competenza dei dirigenti, nel caso si verifichino casi di impossibilità oggettiva degli stessi a provvedere”. Bugliani ha spiegato che “la delega di funzioni dirigenziali dovrà essere conferita con atto scritto, motivato, per periodi di tempo limitati e dovrà essere esercitata seguendo le direttive impartite dal delegante” e che “le modalità saranno oggetto di un decreto del direttore generale della Giunta”.

Inoltre, viene ampliata la casistica in cui potrà essere delegata, al titolare di posizione organizzativa, la funzione di rappresentare la Regione in Conferenza dei servizi.Gli autisti di rappresentanza saranno assegnati agli Uffici di gabinetto dei presidenti di Giunta e Consiglio. Il presidente del Consiglio potrà avvalersi per l’intera durata in carica, di un portavoce, di un responsabile delle relazioni istituzionali, o di entrambe le figure per la gestione dei rapporti di carattere politico-istituzionale e con gli organi di informazione.

L’ufficio regionale di collegamento con le istituzioni comunitarie svolgerà funzioni di informazione non solo verso gli enti locali della Toscana, ma anche verso soggetti pubblici e privati, che operano a livello comunitario a favore della nostra regione.Il personale regionale in servizio presso l’ufficio di Bruxelles avrà un’indennità mensile speciale, come rimborso forfettario delle spese relative alla permanenza all’estero, pari al 65% di quella spettante ai funzionari con analoga qualifica del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.Il consigliere Gabriele Bianchi (M5S) ha espresso contrarietà all’atto, sia per l’esercizio dei poteri sostitutivi da parte del direttore generale, sia per la possibilità di delega della funzione di rappresentanza della Regione ad un titolare di posizione organizzativa in sede di Conferenza di servizi.

A suo giudizio, inoltre, le modifiche determineranno aumenti di spesa. Anche il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi ha manifestato voto contrario della Lega Nord.

Giunto a conclusione il lavoro condotto da Estar (Ente di supporto tecnico amministrativo regionale) e sindacati, con la collaborazione della Regione Toscana, per definire il contenuto delle clausole sociali da inserire nel capitolato di appalto del servizio di pulizie e sanificazione, in attuazione del protocollo siglato nell'aprile 2015 tra Regione, Estar e Cgil, Cisl e Uil regionali, per l'inserimento, appunto, di clausole sociali negli appalti del Servizio sanitario regionale. Le clausole sociali sono quelle condizioni apposte dalla pubblica amministrazione nelle vesti di stazione appaltante, che esulano dai consueti principi economici, inserendo limitazioni di carattere sociale per la partecipazione al bando di gara (per esempio, l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate).

Sulla base dei lavori del gruppo tecnico, Estar ha predisposto un'ipotesi di clausola sociale nella quale sono stati previsti due elementi di premialità delle offerte: il mantenimento delle sedi economiche e il mantenimento delle sedi di lavoro. Inoltre saranno introdotti alcuni elementi di premialità anche per la clausola soggetti svantaggiati. Il protocollo siglato lo scorso aprile si ispira al decreto legislativo 163 del 2006, che sancisce che, in materia di affidamento di appalti pubblici, il principio di economicità può essere subordinato, entro i limiti consentiti dalle norme vigenti, ai criteri ispirati a esigenze sociali, e che le stazioni appaltanti possono pretendere, nei capitolati di gara, condizioni particolari per lo svolgimento dei contratti, ispirate ad esigenze sociali. Obiettivo del protocollo, definire buone pratiche in materia di appalti di servizi nell'ambito dell'erogazione del Servizio sanitario regionale, per attuare gli scopi di tutela sociale ed elaborare strumenti tecnici e operativi adeguati per la loro realizzazione concreta, sia nella elaborazione delle condizioni di esecuzione degli appalti, che nella valutazione delle offerte di gara. I firmatari del protocollo si sono impegnati a promuovere e valorizzare il dialogo tecnico come strumento per la conoscenza e la scelta dei migliori istituti contrattuali di tutela sociale, soprattutto negli appalti pubblici di servizi ad alto impatto lavorativo.

E condividono lo spirito metodologico (sotteso al protocollo) secondo il quale la normativa sugli appalti dovrebbe essere rivista, aggiornata e applicata in modo da accrescere l'efficienza della spesa pubblica, facilitando altresì il conseguimento di obiettivi condivisi a valenza sociale; e che per il perseguimento di questo obiettivo devono essere valorizzati istituti come, appunto, il dialogo tecnico, di cui le amministrazioni possono avvalersi, sollecitando e accettando consulenze che possono essere utlizzate nella preparzione del capitolato d'oneri, a condizione che queste consulenze non abbiano l'effetto di ostacolare la concorrenza.

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