Toscana: cresce il disagio sociale

Cresce la disoccupazione ma anche gli avviamenti, allarme per strumenti di protezione sociale. Bene soprattutto società di capitali, settori del terziario e imprese gestite da stranieri, mentre arretrano quelle giovanili. BCC: sciopero degli straordinari e manifestazione il 3 marzo. Accordo siglato alla Sammontana di Vinci. Masol Mas Livorno: l'assessore incontrerà l'azienda il 27 febbraio. Una richiesta di attenzione anche al Governo per la crisi di Siena Biotech

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 febbraio 2015 17:59
Toscana: cresce il disagio sociale

Il 12,5% delle famiglie toscane sono in condizione di povertà, fra queste c'è chi non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione, chi non riesce a pagare regolarmente le bollette e anche chi non può permettersi un pasto adeguato almeno ogni due giorni. Lo dice il rapporto 'Noi Italia dell'Istat'. In queste condizioni ci sono molte famiglie di pensionati al minimo.Tornano a crescere, dopo quattro trimestri negativi, le iscrizioni di nuove imprese ai registri delle Camere di Commercio della Toscana: sono 6.080 nel quarto trimestre del 2014, in crescita del 3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e ad un tasso superiore rispetto alla media nazionale (+1,7%).

Le imprese cessate sono invece state 6.057 (in diminuzione dello 0,5%), facendo registrare una contrazione del 3,0% in Toscana e determinando, anche in questo caso, un andamento migliore rispetto alla media nazionale (-0,5% in Italia). Alla fine dello scorso anno le imprese registrate presso le Camere di Commercio della Toscana erano 412.415: nei dodici mesi del 2014 sono nate – dentro i confini regionali – 26.254 nuove imprese e ne sono cessate 23.949, per un saldo anagrafico di 2.305 aziende in più rispetto al 2013.

La crescita del tessuto imprenditoriale, seppure in recupero (+0,6% il dato dell’intero 2014), resta tuttavia ancora lontana dai livelli pre-crisi, ed il quadro delineato dalla demografia imprenditoriale presenta anche altre zone d’ombra legate soprattutto alla pesante eredità dell’ultima recessione, con l’apertura di 442 procedure concorsuali negli ultimi tre mesi del 2014 (+27,7% su base annua) e l’aumento del numero di imprese in fase di difficoltà avanzata (sono 2.332 le imprese entrate in scioglimento o liquidazione fra ottobre e dicembre 2014, +4,5% rispetto agli ultimi tre mesi del 2013).

I dati che emergono dal 1° Focus Economia della Toscana del 2015 realizzato da IRES per CGIL Toscana, presentano una situazione controversa nella quale non mancano alcuni segnali incoraggianti come la ripresa degli avviamenti anche a tempo indeterminato e le buone performance di alcuni settori industriali che tuttavia non invertono ancora la tendenza sui licenziamenti e sulla cassa integrazione. La disoccupazione si attesta al 9,3% in aumento dell’ 1,7% sull’analogo trimestre del 2013 così come i licenziamenti collettivi in crescita del 15,2% nel terzo trimestre 2014 sul terzo trimestre 2013 e su base cumulata annua del 20% con Livorno Pistoia e Lucca che segnano i dati peggiori rispettivamente col (+ 37,9,+30,6 e +27,7%). L’unica provincia toscana ad invertire la tendenza con un -1,1% è Pisa. La cassa integrazione segna un nuovo record a oltre 63 milioni di ore al 31.12 2014 ( 63,084 ml.) in crescita del 4,17% e in aumento in tutti i settori ad eccezione del tessile abbigliamento calzaturiero, dell’arredamento, del lapideo e per la prima volta delle costruzioni che si mantiene comunque su valori assoluti al di sopra delle 9 milioni di ore annue.

Va considerato che sul dato “ufficiale” pesa molto il dato del ritardo nell’accoglimento delle domande della cassa in deroga con uno scarto di circa 6 mesi per le note vicende legate al finanziamento dell’apposito fondo. La deroga rappresenta circa un quarto delle ore del 2014 e questo pone un pesante interrogativo su quanto accadrà nel corso di quest’anno col progressivo superamento della stessa e la riforma annunciata nella legge delega. Poco sotto i 40.000 i cosiddetti disoccupati equivalenti cioè il corrispettivo a zero ore dei lavoratori cassintegrati. Incoraggiante il dato sugli avviamenti che riprendono a salire con un +10,4% nel terzo trimestre 2014 sul terzo trimestre 2013 e anche su scala complessiva annua ( 552.000 contro le circa 489.000 del 2013). Crescono per il secondo trimestre gli avviamenti a tempo indeterminato che pur rappresentando solo il 15,67% del totale, risultano in aumento del 13,3% sull’anno precedente anche se ormai un tempo indeterminato su 2 è configurato come part-time con le evidenti connessioni in termini di lavoro povero. Mentre continua la crisi delle costruzioni che trimestre 2014 su 2013 perde altri 8.000 addetti da 123.000 a 115.000, pare incoraggiante il consolidarsi della tendenza alla crescita di occupati nell’industria in senso stretto che passa in un anno da 306.000 a 336.000 segnando il record degli addetti dall’inizio della crisi segno di una vitalità del nostro manifatturiero. Sensibile il calo dei cosiddetti “scoraggiati” inattivi ( -65.000) che è difficile stabilire se connessi ad un maggiore bisogno che spinge alla ricerca di lavoro, ad un maggior ottimismo percepito nel paese o ad entrambe le ragioni. La produzione industriale continua specularmente a dare complessivamente segni di difficoltà (-1%) a dimostrazione dell’allargamento della forbice tra settori e imprese “export e no-export” con le prime che possono beneficiare di fattori esogeni come il favorevole tasso di cambio con l’indebolimento dell’Euro. L’export infatti riprende a crescere del 2% con i risultati migliori nel T.A.C e nella meccanica e di contro con l’agricoltura con un – 6,8% in ingente flessione. Continua il momento difficile del sistema bancario con le sofferenze che sfiorano i 14,5 miliardi con impieghi stazionari verso l’industria e in calo di oltre 700 milioni in edilizia. Dall’esame sulla banca dati CAAF sulle denunce dei redditi dei lavoratori dipendenti toscani, emerge che l’incrocio tra redditi e aumento della tassazione nazionale e locale, ha prodotto una perdita della ricchezza di circa un punto e mezzo percentuale nell’ultimo anno con le naturali evidenze in termini di consumi.Fallito il tentativo di conciliazione nazionale presso il Ministero del Lavoro, per gli oltre 37.000 lavoratori delle 379 BCC italiane il Contratto Nazionale di lavoro rimane disdettato.

Dopo mesi di infruttuose trattative, i Sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione, che culminerà con lo sciopero nazionale indetto per il prossimo 2 marzo. Le BCC sono organizzate in Federazioni regionali: quella Toscana BCC raccoglie 26 banche, per un totale di 305 sportelli in tutta la regione, 94.600 soci e 2.505 dipendenti. Per i lavoratori delle BCC in regione, le cose si complicano: anche la Federazione Toscana BCC ha aderito alla disposizione di Federcasse di disapplicare le norme del Contratto integrativo, dal prossimo 1° aprile.

Si interrompe così una storia trentennale di relazioni sindacali fra la Federazione Toscana e i dipendenti delle BCC toscane e si apre una lunga stagione di duro confronto. Tutti i Sindacati unitariamente hanno chiamato i lavoratori alla mobilitazione, attraverso varie iniziative a sostegno della vertenza sul Contratto Nazionale e Integrativo. A partire dal 16 febbraio i dipendenti della Toscana hanno revocato la propria disponibilità ad aprire le filiali il sabato e hanno iniziato lo sciopero del lavoro straordinario.

Il 3 marzo 2015 è prevista un’imponente manifestazione a Pietrasanta, di fronte alla Banca della Versilia, guidata dal Presidente della Federazione Toscana BCC, avv. Umberto Guidugli, dove è previsto l’arrivo di pullman provenienti da tutte e 26 le BCC della Toscana. Tale manifestazione ha lo scopo di informare clienti e Soci di quanto sta accadendo nelle “banchine”.

Lunedì scorso l'assemblea dei lavoratori della Pasticceria Leonardo, azienda del gruppo Sammontana, ha dato il via libera all'intesa tra azienda e sindacati. La Pasticceria Leonardo si impegna in un investimento da 2 milioni di euro per una nuova linea tecnologicamente avanzata e attualmente non presente in questo stabilimento (nello specifico si tratta di una linea di produzione di prodotti stesi a lievito di birra). "Un buon risultato - afferma Federico Mambrini della segreteria Uila Toscana - perché abbiamo garantito il mantenimento dei livelli occupazionali fino al 2016.

Con questo accordo siamo riusciti a portare un investimento importante in azienda. Non dobbiamo scordarci che nei momenti di crisi le aziende che investono sono quelle che riescono meglio ad affrontare le difficoltà". L’accordo prevede il congelamento delle voci retributive aziendali e il loro mantenimento solo per il personale attualmente in forza a tempo indeterminato. Inoltre si prevede una moratoria del contratto integrativo aziendale in essere per gli anni 2015-2016. Alla luce di innovazioni tecnico-organizzative saranno intrapresi dei percorsi di crescita professionale ai dipendenti.

Approfondimenti

L'assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini incontrerà i vertici del gruppo Masol Mas il 27 febbraio. L'incontro servirà per fare il punto sui tempi di attuazione del piano di investimenti annunciato da gruppo che ha acquisito l'azienda livornese, del settore raffinazione Novaol, riassorbendo i lavoratori.Un’interrogazione al Governo per sapere quali provvedimenti intenda intraprendere per tutelare i lavoratori di Siena Biotech Spa e i risultati della ricerca prodotti in oltre venti anni di attività.

E’ quella presentata dai deputati del Partito democratico Susanna Cenni e Luigi Dallai, i quali interrogano l’esecutivo sull’opportunità di istituire un apposito tavolo di crisi per l’azienda senese. "Per oltre un decennio – si legge nell’interrogazione – Siena Biotech Spa ha rappresentato una realtà dinamica e di sviluppo per l’intera Toscana, attraendo investitori pubblici e privati, consolidando la sinergia con le multinazionali territoriali del settore e collaborando attivamente con il mondo ospedaliero ed universitario.

Un’attività supportata fondamentalmente da risorse della Fondazione Monte dei Paschi di Siena che, lo scorso dicembre, nel mese di dicembre 2014 la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, anche alla luce del nuovo quadro finanziario che la riguarda, ha deliberato di non avallare il piano industriale presentato da Siena Biotech Spa. Il blocco di tutti i finanziamenti ha portato, lo scorso 22 dicembre, alla messa il liquidazione della società, con la conseguente apertura della procedura di licenziamento collettivo degli attuali 50 dipendenti.

I lavoratori hanno proclamato uno stato di agitazione permanente per contrastare questa scelta di messa intraprendendo alcune azioni dimostrative di protesta fra cui l’irruzione pacifica nel Consiglio comunale di Siena e l’occupazione della sede stessa del centro ricerche".

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