Toscana al primo posto tra le Regioni benchmark 2018 per la sanità

Sinistra Italiana: “Liste d’attesa insostenibili, sempre più persone costrette a rivolgersi al privato oppure a non curarsi". Oncologia: nasce Ispro. Pazienti: anche i Patronati collaboreranno con gli AIUTO Point. Una proposta di legge istituirà il consiglio dei cittadini per la salute, i comitati aziendali e i comitati delle zone-distretto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2017 22:18
Toscana al primo posto tra le Regioni benchmark 2018 per la sanità

FIRENZE- La Toscana è al primo posto tra le Regioni benchmark 2018 per la sanità. Le Regioni benchmark sono quelle prese a riferimento ai fini dell'erogazione dei finanziamenti del Fondo sanitario nazionale. La classifica viene stilata da una struttura tecnica del Ministero della salute, incaricata di valutare le migliori performance regionali e selezionare le Regioni di riferimento per determinare i parametri di riparto del Fondo sanitario. Da due anni la Toscana era rimasta fuori dalla rosa delle Regioni tra le quali venivano poi scelte le tre benchmark.

Quest'anno si è piazzata al primo posto. L'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e il presidente Enrico Rossi esprimono la loro soddisfazione: "Essere la prima tra le Regioni benchmark è un riconoscimento prestigioso, e non può che farci piacere - dicono - Un primato, questo, che va ad aggiungersi ad altri che ci sono stati riconosciuti nello scorso mese di ottobre: prima la Griglia Lea (i Livelli essenziali di assistenza), per la quale la Toscana ha avuto il punteggio più alto; e pochi giorni dopo il Rapporto Sdo (la Scheda dimissioni ospedaliere), dal quale il sistema ospedaliero toscano è risultato il più efficiente ed efficace in Italia.

Voglio sottolineare che questi sono tutti riconoscimenti che ci vengono da altri, in base a parametri precisi e documentati. Essere i primi in classifica anche per quanto riguarda le Regioni benchmark è un'ulteriore dimostrazione della qualità della sanità toscana". La commissione tecnica valuta le Regioni eleggibili e calcola l'IQE (indice di qualità ed efficienza) in base a 19 parametri, tra cui il punteggio della Griglia Lea 2014, la degenza media preoperatoria, la percentuale di interventi per frattura al femore operati entro due giorni, la spesa pro capite per assistenza sanitaria di base, la spesa farmaceutica pro capite.

Dall'elaborazione di tutti questi indicatori, la Toscana ha avuto un IQE di 10, che è risultato il più alto tra le Regioni.

“Nella sanità toscana abbiamo un problema enorme che è quello delle liste d’attesa. I tempi troppo spesso sono diventati insostenibili con la conseguenza di spingere, chi se lo può permettere, a rivolgersi al privato. Questo è uno dei segnali più evidenti del fallimento della riforma sanitaria regionale, che ha portato a un’organizzazione dei servizi sbagliata e sballata”. Così Marco Sabatini e Daniela Lastri commentano l’ultimo episodio balzato alla cronaca, un anziano di Camaiore costretto ad attendere quasi due anni per un esame diagnostico urgente relativo ad una patologia vascolare: primo posto disponibile a Cecina, circa 90 chilometri da casa, nell’ottobre 2019. “È inammissibile che il diritto alle cure possa trasformarsi in un calvario.

Attese tanto lunghe non sono degne di un Paese civile, a maggior ragione se coinvolgono le fasce più deboli della popolazione. E così un numero crescente di persone sarà costretto ad andare in strutture private, con una sanità pubblica che rischia di diventare di serie B. Servono invece investimenti per cambiare la rotta, anche perché gli ultimi dati del Censis mostrano come sia ormai un’emergenza nazionale con ben 12,2 milioni di italiani che rinunciano a curarsi per ragioni economiche.

E se il pubblico non funziona, il privato ringrazia e va a gonfie vele, visto che nel 2016 sono stati spesi oltre 37 miliardi di euro”.

Chi si trova a dover affrontare una diagnosi di tumore deve far fronte improvvisamente anche a difficoltà pratiche, economiche e lavorative, che amplificano la sofferenza e la preoccupazione per il futuro. Grazie alla collaborazione con i Patronati delle organizzazioni Cgil, Cisl e Uil, viene offerta ora alle persone colpite da tumore la possibilità di essere informate e successivamente guidate nell'iter amministrativo per la fruizione dei diritti e sostegni disponibili in ambito lavorativo, previdenziale e socio-assistenziale.

Lo prevede una delibera approvata dalla giunta nel corso dell'ultima seduta. In base alla delibera, Regione e sindacati stipuleranno nei prossimi giorni un accordo che arricchirà ulteriormente il supporto ai pazienti oncologici creato con gli AIUTO Point, realizzati dalla Regione Toscana presso le strutture di oncologia (a seguito della delibera di giunta n.1068 del 2 novembre 2016). I Patronati collaboreranno con gli AIUTO Point, per svolgere un'attività di orientamento dei pazienti oncologici alle prestazioni assistenziali sociali o economiche che lo Stato riconosce a tutti i malati che si trovino in condizione di disagio economico e sociale, alle prestazioni previdenziali e alla tutela giuridica del lavoro per i malati oncologici. L'AIUTO Point è un'innovazione organizzativa pensata per i pazienti con tumore, che vivono con un comprensibile coinvolgimento emotivo il succedersi di visite e accertamenti di controllo, per accompagnarli e aiutarli in questa fase della loro vita, evitando loro di farsi carico anche della faticosa organizzazione dei loro controlli, perché è il sistema che la garantisce.

Il servizio costituisce il riferimento per i pazienti seguiti dalla struttura oncologica di cui fanno parte, che non dovranno più quindi rivolgersi al CUP per la prenotazione dei propri controlli. Sono 30 gli AIUTO Point ad oggi attivi: 8 nell'Area Vasta Nord Ovest, 10 nell'Area Vasta Centro e 12 nella Sud Est; e sono più di 35.000 i pazienti oncologici che si sono rivolti agli AIUTO Point nel corso di questo primo anno di attività: circa 13.000 pazienti con tumore della mammella, 7.000 con tumore del colon, 4.500 con neoplasia prostatica, 2.500 del polmone e i restanti per le altre forme tumorali. In base a un'altra delibera di giunta ( la n.

1096 del 10 ottobre 2017), gli AIUTO Point supporteranno tutta l'attività di Follow up oncologico, anche se eseguita da strutture non appartenenti ai Dipartimenti oncologici, in modo tale da assicurare questo servizio a tutti i pazienti colpiti da tumore. L'orientamento dei pazienti oncologici alle prestazioni assistenziali sociali o economiche che lo Stato riconosce a tutti i malati che si trovino in condizione di disagio economico e sociale, alle prestazioni previdenziali e alla tutela giuridica del lavoro per i malati oncologici rappresenta un ulteriore tassello che amplia il raggio di azione della Regione nei confronti dei pazienti oncologici e consente di realizzare un approccio globale che favorisce il mantenimento delle capacità e delle risorse individuali e familiari lungo tutte le fasi della malattia, come raccomandato dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità. Con questo servizio si intende infatti fornire una sorta di bussola da usare, per orientarsi, secondo le proprie necessità, nel complesso sistema dei vari meccanismi di protezione sociale e del mondo dei servizi.

Dall’unione dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica e dell’Istituto toscano tumori nascerà l’Ispro, una struttura a rete più funzionale. In commissione Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), è stata illustrata la proposta di legge per l’istituzione dell’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica. Un accorpamento di funzioni che vedrà il trasferimento delle risorse, dei beni e del personale che attualmente le aziende sanitarie – principalmente l’azienda ospedaliero-universitaria di Careggi – assegnano a Itt.

L’intento è quello di superare la logica dell’organismo regionale di governo clinico e istituire una organizzazione più strutturata. È stato Gianni Amunni, direttore generale di Ispo e direttore operativo dell’Istituto toscano tumori, a illustrare la proposta di legge alla commissione consiliare. “Dall’unificazione dell’esperienza di governo clinico dell’Itt con la storia dell’Ispo nascerà la risposta ad alcune esigenze centrali nell’organizzazione oncologica: omogeneità dell’offerta e prossimità dell’accesso nei percorsi di cura, e garantirà scelte coerenti e percorsi omogenei”, ha spiegato Amunni ai consiglieri.

ISPRO avrà la funzione di coordinamento operativo della rete oncologica toscana. La rete oncologica regionale è costituita dal complesso delle attività di prevenzione, cura e ricerca svolte dallo stesso Ispro, dalle aziende sanitarie e dagli altri enti del servizio sanitario regionale. Il modello a rete, ha ricordato Amunni, “è ormai riconosciuto a livello nazionale ed europeo come il migliore per l’oncologia, il più rispondente alle necessità del paziente” e la Toscana “è con il Piemonte nella posizione più avanzata nell’esperienza di questo modello”.

Il presidente Scaramelli ha proposto l’avvio immediato di consultazioni, con l’obiettivo di portare la proposta di legge in votazione entro la fine di novembre e consegnarla alla definitiva approvazione del Consiglio regionale nella seduta del 5-6 dicembre.

Via libera in commissione sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), alla proposta di legge sulla partecipazione e la “tutela dell’utenza nell’ambito del sistema sanitario regionale”. Il testo, presentato a firma dei consiglieri del Partito democratico Scaramelli, Marras, Sostegni, Ciolini, Anselmi, Monni, Mazzeo, Meucci, Giovannetti, Niccolai, Bugetti, Bugliani, Bezzini, Pieroni, De Robertis e della consigliera Spinelli (art.1-Mdp), ha ottenuto il voto favorevole del gruppo Pd, quello contrario della Lega nord, e il voto di astensione del Movimento 5 stelle. Apporta modifiche alla legge regionale 40 del 2005, interviene per aggiornare gli strumenti di partecipazione a livello regionale, aziendale e di zona-distretto, anche a seguito della riforma sanitaria.

Obiettivo della nuova legge promuovere la partecipazione e assicurare un’integrazione attraverso il Consiglio dei cittadini per la salute (livello regionale), i comitati aziendali di partecipazione (livello aziendale) e i comitati di partecipazione delle zone-distretto, con funzioni di consultazione e proposta in merito all’organizzazione ed erogazione dei servizi. Il Consiglio dei cittadini per la salute avrà funzioni consultive e propositive nelle materie attinenti alla tutela del diritto alla salute, dell’equità di accesso e della qualità e sicurezza dei servizi sanitari e socio-sanitari e dovrà contribuire alla predisposizione degli atti di programmazione di ambito regionale o di area vasta; fornire contributi all’Organismo toscano per il governo clinico; collaborare allo sviluppo di strumenti di rilevazione sulla qualità dei servizi dal punto di vista del cittadino e promuove iniziative culturali, di studio e ricerca.

Sarà chiamato a riferire annualmente alla commissione Sanità in merito all’attività svolta, così come accadrà ai direttori generali delle Asl toscane.

“Abbiamo portato a termine il lavoro per la prima legge sulla partecipazione in sanità a livello nazionale – spiega Scaramelli –. Consentire ai cittadini e alle associazioni di entrare nel merito delle scelte socio-sanitarie sui livelli locali, aziendali e regionali, di fare delle proposte, utilizzare strumenti per conoscere i propri diritti è una conquista importante, che favorirà maggiore conoscenza di bisogni e diritti, questo rende possibile la nuova legge. È una prima esperienza che consente di fare verifiche annuali insieme ai cittadini”.

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