Tomas Saraceno on the air

L'artista in video-diretta ieri sera dalla pagina Facebook di Manifattura Tabacchi, in collaborazione con Palazzo Strozzi, con Arturo Galansino (Direttore Generale, Fondazione Palazzo Strozzi), Lisa Signorile (biologa e giornalista scientifica) e Stefano Mancuso (Direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale – LINV)

Chiara
Chiara Manganelli
14 maggio 2020 14:27
Tomas Saraceno on the air

Ripensare attraverso l’aria l’impatto dell’azione umana sul pianeta terra: ieri sera in diretta Facebook un confronto multidirezionale sulla mostraTomás Saraceno. Aria”, ospitata da Fondazione Palazzo Strozzi e supportata da Manifattura Tabacchi.

L’incontro telematico ha visto il dibattito tra Tomás Saraceno (artista e creatore del progetto), Arturo Galansino (direttore della Fondazione Palazzo Strozzi), Lisa Signorile (biologa e giornalista scientifica) e Stefano Mancuso (direttore del LINV).

In un progetto che coniuga arte, scienza e sociologia, il poliedrico artista argentino è riuscito a mostrare la criticità della crisi ambientale contrapponendovi un’alternativa sostenibile e realizzabile.

Se nel corso dei millenni la Terra ha conosciuto il lento succedersi di fasi geologiche cadenzate da eventi catastrofici e destabilizzanti, l’epoca che stiamo attualmente vivendo segue un corso ben più accelerato. Stiamo parlando dell’Antropocene: una nuova tappa nella storia della Terra segnata dallo sfruttamento antropico delle sue risorse e dal deleterio risvolto sulla biodiversità che la popola.

L’essere umano è riuscito a dispiegare tutta la propria forza predatoria: da mero abitante del pianeta a forza tellurica in grado di cambiarne negativamente il corso evolutivo.

Prendere a modello il funzionamento dell’ambiente per ripensare il nostro rapporto con esso non è solo auspicabile, ma necessario. La comunità internazionale non può più eludere la responsabilità delle proprie azioni sul surriscaldamento globale, l’intensificazione dell’inquinamento, lo scioglimento dei ghiacciai e la sesta estinzione di massa.

La specie umana è lungi dall’essere immune da questi fenomeni: l’impatto sociale è evidente e sono gli strati più fragili della popolazione a subirne le conseguenze più amare. Ma anch’essi vengono dimenticati perché “invisibili” al pari dei microrganismi dell’Aria.

Ed è proprio l’Aria a mostrarci una possibilità rivoluzionaria. In questo spazio, dall’apparenza deserto ed invisibile, vivono miliardi di microrganismi in grado di sfruttare la spinta di galleggiamento per spostarsi e sopravvivere in condizioni estreme. L’Aria costituisce una vera e propria rete di interconnessioni di cui l’essere umano fa parte.

Attraverso il proprio progetto, Saraceno ci dimostra come sia possibile replicare le tecniche di spostamento di ragni, tardigradi e tanti altri microrganismi grazie ai moti delle correnti d’aria.

Mongolfiere e prototipi di palloni aerosolari permetteranno di abbandonare l’uso di combustibili fossili quali il Litio per spostarsi in un globo senza frontiere tramite un’energia ecosostenibile che rispetti l’integrità di tutti i viventi.

La lungimiranza di Saraceno afferma quindi la propria portata nel concepire l’inizio di un’epoca visionaria, definita Aerocene. L’artista vi prospetta una seconda rivoluzione copernicana: abbandonare l’odierno antropocentrismo volto alla retorica del profitto per abbracciare un’ancestrale armonia nella biodiversità. 

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