Terremoti, allagamenti, siccità, ecco come perdere i turisti

Esempi di come occorra una seria politica di tutela del territorio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2014 13:44
Terremoti, allagamenti, siccità, ecco come perdere i turisti

È tempo di vacanza, ma non per la natura. «Piogge violente col corollario di allagamenti e frane, scosse di terremoto col loro codazzo di danni e distruzioni, mareggiate, acqua inquinata e carenza idrica. Anche se siamo in estate, l'attenzione per i fenomeni naturali e i suoi effetti sul territorio e sull'uomo non deve essere abbassata. Gli eventi della natura possono colpire in qualsiasi stagione e non vanno in vacanza, così come le conseguenze dell’incuria e dell’insipienza umane» così Maria Teresa Fagioli, presidente dell'Ordine dei Geologi della Toscana commenta gli ultimi fenomeni idrogeologici avvenuti in Toscana.

Inondazioni e terremoto a Siena. Esempi ce ne sono stati anche in questi giorni. «A rammentarci che l’attenzione deve restare alta, le inondazioni seguite alle forti piogge di inizio settimana o lo sciame sismico che il 6 luglio ha interessato le colline Metallifere, nel cuore della Toscana, tra Siena, Monteriggioni e Sovicille. Niente di eccezionale, solo scosse leggere (2.2 scala Richter) in un’area sismicamente attiva, ma sufficienti per non farci dimenticare che buona parte Toscana è sismica. Insomma non è successo nulla di veramente traumatico, ma non possiamo dimenticare l’esistenza dei rischi naturali, o peggio far finta di nulla. E la Protezione civile è giustamente sempre attiva e vigile».

Scuole, sì, ma non solo. Non dimentichiamo il rischio dei rubinetti a secco anche per non perdere turisti. Il governo ha promesso soldi per mettere a norma le scuole. Ma non ci sono soltanto gli edifici scolastici, quello dell'emergenza idrica è un altro grosso problema, anche per il turismo. «Se è indubbiamente giustissima la priorità data, o meglio, per ora solo promessa, alla messa in sicurezza delle scuole, questa non basta. Servono fondi per riparare i danni pregressi e per la prevenzione, per una politica di gestione consapevole, che vuol dire conoscenza e monitoraggio della risorsa acqua. Aspettare che il danno sia conclamato, ritrovarsi senz’acqua o peggio ancora con un’acqua non utilizzabile, magari nelle zone turistiche in alta stagione, porta solo a stress per gli abitanti e fuga verso lidi più previdenti dell’utenza turistica e balneare».

Mai abbassare la guardia. C'è, dunque, da tenere sempre alta la guardia. Anche l'attenzione mediatica non deve allentarsi. Perché altrimenti «succede che continua lo smantellamento dei servizi geologici regionali, con la scusa che costano troppo. Il caso più recente, ma presumibilmente non l’ultimo, è quello della Regione Lazio. E succede che l’attenzione del governo sui rischi geologici tende a calare».

Salvaguardia del territorio, una risorsa anche per il turismo. E per i posti di lavoro. Dunque, «il relax, la bellezza dei luoghi di villeggiatura non devono indurci a considerare “la natura” automaticamente e necessariamente indulgente e innocua». La cura del territorio, la prevenzione del dissesto, il monitoraggio «non sono spese, ma investimenti produttivi, sono risparmi a elevatissimo rendimento sul costo dei danni futuri. Una politica di prevenzione attenta e lungimirante è anche un mezzo per creare lavoro, non lavoro saltuario e precario, ma lavoro stabile, utile e produttivo. Insomma divertiamoci, certo, ma anche sotto l’ombrellone ma non dimentichiamoci che il territorio non va in vacanza, che la natura è bella ma può anche mordere se non la si tiene d’occhio e non la si cura con costante attenzione e passione».

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