​Terre e Grandi Opere: sulla semplificazione l'incubo autocertificazione

Sabato scorso si è conclusa la “consultazione pubblica” che il Ministero dell'Ambiente ha concesso ai cittadini per esprimere un loro parere sulla nuova bozza di regolamento 

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2015 13:20
​Terre e Grandi Opere: sulla semplificazione l'incubo autocertificazione

Terre e rocce di scavo, la nuova regolamentazione interessa non poco i costruttori sul territorio fiorentino che hanno visto i lavori di scavo di tunnel e gallerie impediti dalle difficoltà di smaltimento dei prodotti della fresa.Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze ha partecipato alla consultazione pubblica, e segnalato i rischi e le anomalie riscontrate nella bozza."Tutto il questionario è incentrato sulla necessità quasi isterica di “semplificare” le procedure più che di verificare se verrà rispettato l'ambiente dalle norme proposte.

Questo atteggiamento, tipico anche di questo governo, nasce da un voluto equivoco che attribuisce a lacci e lacciuoli burocratici il fatto che le grandi opere inutili trovino in Italia così gravi impedimenti e spesso restino incompiute; in realtà, come ha ammesso addirittura il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio in una intervista rilasciata a Report (20 dicembre), i gravi problemi nella realizzazione delle infrastrutture nascono soprattutto da una pessima progettazione; il caso fiorentino è esemplare e dimostra come un progetto raffazzonato, nato solo per favorire imprese amiche, crei comunque allungamenti dei tempi e aumenti dei costi molto graditi dai costruttori stessi"."Questa bozza non sana esplicitamente le gravi carenze del decreto 161/2012 (anche se verrebbe abrogato), confermate nella successiva legge 69/2013, che aveva soprattutto due criticità: prevedeva che nelle terre da considerare sottoprodotto ci fossero componenti estranei (quali cemento, asfalto, additivi, eccetera), che i componenti inquinanti fossero da considerare su tutta l'entità delle terre prodotte e non con una campionatura costante sulla terra prodotta; questo aspetto può autorizzare smaltimento di materiali inquinanti e addirittura favorire lo smaltimento doloso di sostanze pericolose o nocive che verrebbero diluite in terre meno inquinate.Resta in tutta la bozza l'anomalia dei monitoraggi affidati ad autocertificazione o ad analisi prodotte dal costruttore che - anche a fronte del costante depotenziamento delle strutture di controllo (ARPA) - non garantiscono alcuna terzietà e controllo corretto.Il principio che verrebbe generosamente introdotto, del silenzio/assenso, sarebbe foriero di pessimo futuro per l'ambiente in Italia.Tutto questo non crediamo rispetti le normative europee, anzi autorizzerebbe comportamenti a rischio.I vari governi italiani si stanno distinguendo da anni per sommi sforzi tesi non a semplificare le normative, ma a deregolamentare il settore, rendere facile e possibile comportamenti scorretti a favore solo di costruttori con poco rispetto per ambiente e società".

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