Team Marceddu contro tutti

L'avventura impossibile del team italiano in Sudafrica per il Titolo WBA Silver

Massimo
Massimo Capitani
01 giugno 2016 13:53
Team Marceddu contro tutti
foto team Marceddu

Centro Sport da Combattimento 28 maggio 2016, trascorsa una settimana da Marceddu VS Gonya

Il Contatto: “Il primo contatto è avvenuto a fine Marzo - dice Marceddu - con un matchmaker sudafricano che mi proponeva di combattere - in qualità di sfidante - per questo titolo, il WBA Silver, nella versione pesi gallo. L'occasione era importante e ne ho parlato con il mio angolo - i Maestri Carnasciali e Ballini - dopo il loro assenso ho dato in mano la trattativa ai miei Promoter, Cavallari - Ventura. A Ventura, che si è interessato direttamente, ho raccomandato di ricevere garanzie sull'altezza del mio avversario, dato che nei pesi gallo regalo chili, non volevo dare anche il vantaggio dei centimetri - Marceddu è un peso mosca naturale.

Dal mio procuratore ricevo queste due informazione, è alto 1 metro e 63 ed è un guardia normale. Dalla foto allegata mi sembrava che fosse un mancino, ma comunque l'altezza andava bene”.

Preparazione: “Le trattative sono state definite una 40ina di giorni prima del match, non molto tempo per un incontro come questo, ma come sai non parto mai da zero. La preparazione è andata bene, ho fatto delle belle sedute di guanti con Obbadi. Anche i test svolti - interviene il Maestro Ballini - hanno dato esiti positivi, così, come per gli altri match, sulle 12 riprese eravamo pronti. Lo stesso Obbadi - riprende Gianpietro - mi chiedeva particolari sul mio avversario, ma in rete non c'era niente di questo Gonya, a parte il record su boxerec.

Profondo Sudafrica: “Andiamo a Durban, sede del match, insieme a me il Maestro Ballini e Stefano Nardi - collaboratore del Team Marceddu. Alla cerimonia del peso vedo Gonya e vedo che mi sopravanza di una testa. Non poteva essere un metro e 63, ma molto di più, una decina di cm in più. Appena posso chiedo al suo matchmaker spiegazioni, dicendogli proprio così, non è lo stesso uomo. Lui risponde che non si ricordava di aver scritto che era un metro e 63. Contatto Ventura, che incredulo mi manda la mail oggetto della questione. Al peso faccio registrare 52,4 un chilo e cento sotto al limite. Lui raggiungerà il limite al terzo tentativo. Al primo era fuori di 1 kilo, al secondo si è avvicinato, al terzo l'ha fatto”.

Il match: “Il giorno dell'incontro ci dicono di arrivare alle 17,30, visto che dovrò combattere alle 19. Ci era sembrato un po’ presto, considerato che doveva essere il penultimo match della serata, ma comunque siamo al Palazzetto per le 17,30. Un'ora dopo - cioè a trenta minuti dal match - in pieno riscaldamento vengono a dirmi che combatto alle 21. Così interrompo il riscaldamento, mangio qualcosa e cerco di rilassarmi.

Il Palazzetto pur non essendo molto grande è gremito. Gli africani ballano e cantano in continuazione, è il loro modo di fare, negli spogliatoi di Gonya ci saranno 30 persone che si agitano al ritmo della musica. Anche l'entrata del mio avversario è molto scenografica, il suo clan è nutrito e la cintura la tiene un personaggio vestito da Tarzan che si sofferma per svariati secondi davanti a me mostrandomi il trofeo, io mi limito ad applaudire.

Sul ring, interviene Ballini, si capisce che Gonya ha fatto un bel taglio del peso ed ora è almeno 5 chili in più rispetto al giorno prima, la sua struttura è differente come la circonferenza delle braccia e tutto il resto.

Sul quadrato, riprende Marceddu, sento benissimo la differenza di peso, il suo jab destro - il matchmaker non aveva detto la verità neanche sull'impostazione del pugile sudafricano - anche se riuscivo a pararlo mi spostava all'indietro. Probabilmente aggiunge il Maestro Ballini era un destro impostato in guardia mancina. Durante il match, anche se riesco a mandarlo a vuoto lui è sempre a misura, per capire la distanza che c'èra, su un mio diretto destro a vuoto, lui va a bersaglio con un gancio destro.

Il match va avanti, riesco ad essere lucido e presente, anche se il KO è dietro l'angolo. Nella seconda ripresa mi metto in guardia mancina e decido di fare un match d'urto, cioè cercare di stargli vicino per farlo scaricare, nel tentativo di fargli perdere forza. Il cambio guardia crea qualche problema al mio avversario, è stata la ripresa migliore chiude per il momento il Maestro Ballini.

Nel terzo round lui mette una combinazione gancio destro, gancio sinistro, io evito il primo ma prendo il secondo in uscita sul mento. Finisco a sedere sul tappeto, ma mi rimetto in piedi subito. L'arbitro conta fino a 8, dimostro che sono pronto a ripartire, l'arbitro è pronto per darmi il via, ma Stefano ferma il match. Troppa differenza, - dice il Maestro - era un match impossibile, ingiusto e soprattutto troppo pericoloso. Come a dire, ci abbiamo provato nonostante tutto, ma non vi farò fare uno show sulla pelle del mio pugile, noi torniamo a casa e tanti saluti.

Non nascondiamo che per un pugile come Marceddu, classe 1975 e arrivato tardi al pugilato, un titolo silver WBA lo avrebbe rilanciato, ma dobbiamo anche considerare i pericoli di un match così. A conti fatti, pur rimanendo il rammarico per un incontro perso in questo modo, è un bene che in Sudafrica ci siano andati elementi di questa esperienza, capaci di affrontare una sfida impari e di lasciarla quando questa era diventata troppo pericolosa.

Intervista finita, saluto Gianpietro che torna a fare il Maestro di Thai Boxe, davanti a noi i ragazzini del CSC continuano il loro allenamento, due di questi sono i figli di Gianpietro, la terza è ancora troppo piccola.

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