TARI sbagliata: errori, dettaglio degli importi e rimborsi

Difficile ottenere il rimborso se non si conoscono i parametri che hanno decretato l'importo da versare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 novembre 2017 15:31
TARI sbagliata: errori, dettaglio degli importi e rimborsi

 Sono stati commessi errori, in alcuni comuni, nell'applicazione della parte variabile della TARI per questo i consumatori erano in attesa di chiarimenti che confutassero l'iter stabilito dalla Legge per i rimborsi. Una risposta è arrivata ma non soddisfa l'utenza.In Alcuni comuni della Toscana gli uffici amministrativi sono corsi a controllare i conteggi ed hanno avvisato la cittadinanza di essere in regola con la normativa: ad esempio il Comune di Scarperia e San Piero comunica che "Le bollette TARI emesse, sia per l’anno 2017 che per gli anni precedenti, sono sempre state calcolate correttamente.

Infatti, in caso di presenza di abitazione e pertinenze (cantine, box auto etc), la parte variabile della tariffa, ovvero quella legata al numero di componenti del nucleo familiare, è stata conteggiata una sola volta". Ed ancora a Reggello Piero Giunti Vicesindaco ed Assessore al Bilancio e Priscilla Del Sala Assessore all’Ambiente dichiarano "Tranquillizziamo i cittadini e confermiamo che non ci sono stati addebiti ingiustificati e che la quota variabile della tassa dei rifiuti riferita alle utenze domestiche con pertinenze, è stata calcolata correttamente, una sola volta, in conformità alla normativa di riferimento".Dal Comune di Impruneta arriva la nota del gestore del servizio "Alia SpA precisa che, in tutti i comuni gestiti dall’azienda, quindi anche a Impruneta, la tassa rifiuti è sempre stata applicata correttamente. La quota variabile della Tari è calcolata esclusivamente sull’abitazione principale: le pertinenze (quali garage, cantine, depositi, etc,) ne sono escluse. Pertanto gli avvisi inviati a tutte le utenze di Alia SpA sono regolari".

 Intanto però qualcuno ha sbagliato ed è stata emanata l'attesa circolare ministeriale sui rimborsi della Tari. Rimborsi già previsti e disciplinati dalla legge legge 296 del 2006 art. 1, comma 164. "Si presenta istanza di rimborso entro 5 anni dal pagamento, ed il Comune ha 90 giorni di tempo per rispondere e 180 giorni per pagare" ricorda Emmanuela Bertucci, legale, consulente Aduc.Aggiunge poi la consulente Aduc "La quota variabile è dovuta una sola volta per l'intera superficie dell'immobile (pertinenze incluse) e i comuni che hanno erroneamente duplicato la quota variabile per le pertinenze devono restituire ai cittadini gli importi pagati in eccesso.La circolare, a ben vedere, aggiunge qualcosa e chiarisce ai cittadini che non possono limitarsi a chiedere il rimborso della Tari pagata indebitamente ma devono anche indicare l'importo esatto del rimborso richiesto. Operazione semplice se l'avviso di pagamento ricevuto dal Comune contenesse il dettaglio delle quote variabili richieste, per cui sarebbe sufficiente individuare le quote variabili duplicate per le pertinenze e sommare gli importi. Ma in questi giorni abbiamo visto - inviatici dagli utenti che chiedevano consiglio - diversi avvisi di pagamento Tari che non contengono il dettaglio degli importi.

Lo sa anche il Ministero, che precisa che i regolamenti comunali in molti casi "non contengono una espressa e univoca previsione in ordine alle concrete modalità di calcolo della tassa nell'ipotesi di cui si tratta, potendosi manifestare l'errore in sede di applicazione degli atti regolamentari ai fini dell'emissione degli inviti di pagamento che specificano le somme dovute per ogni utenza". Che vuol dire? "Che i cittadini potrebbero non essere in grado di capire quanto deve essergli restituito, perché il regolamento comunale potrebbe non indicare i criteri di calcolo della Tari".

E quindi? "Che soluzione prospetta la circolare? Nessuna. Se i cittadini non saranno in grado di indicare l'esatto importo da restituire non riceveranno il rimborso".

L'Aduc sottolinea: "Diamo per scontato che la vicenda della Tari sulle pertinenze sia un errore in buona fede dei comuni, che ora si troveranno una bella gatta da pelare poiché dovranno trovare la liquidità per i rimborsi, pianificare il rientro delle somme rimborsate, adeguare i piani finanziari e garantire comunque al 100% la copertura del servizio con la tassa riscossa e da riscuotere. Ma chiediamo ai comuni che hanno commesso questo errore e alle associazioni di comuni, Anci in testa, di tutelare i cittadini, di non farsi travolgere dall'accidia tipica di una certa cattiva amministrazione, di non costringerli a ricorrere alla Commissione Tributaria Provinciale operazione antieconomica - oltre che dai tempi biblici - rispetto agli importi in gioco.Invitiamo insomma i comuni a non lasciare i cittadini con il cerino in mano. Così potranno dimostrare che l'errore è effettivamente stato commesso in buona fede".

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