​Tagli alla Sanità: Toscana punta al risparmio, e la qualità dei servizi?

Il presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale della Toscana interviene in merito al dibattito sulla razionalizzazione in ambito sanitario

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 luglio 2015 15:00
​Tagli alla Sanità: Toscana punta al risparmio, e la qualità dei servizi?

Stefano Scaramelli, consigliere regionale Pd e presidente Commissione Sanità Consiglio regionale della Toscana, interviene in merito al dibattito sulla razionalizzazione del sistema sanitario: “Quella della razionalizzazione è una sfida che non ci spaventa. La Toscana ha già intrapreso da tempo un percorso per risparmiare le spese in sanità e nello stesso tempo garantire quella qualità e quel livello elevato che da sempre contraddistinguono i servizi.

Concordo con l’assessore Saccardi, sapremo proseguire e anche ora fare la nostra parte, lavorando in sinergia con il Governo; è nostro compito confrontarci costantemente a tutti i livelli istituzionali per capire dove e come si possono ottimizzare le spese, coniugando equilibrio finanziario e diritto alla salute. Sappiamo bene inoltre che ogni tipo di riforma deve essere concertata e discussa con chi opera quotidianamente nel settore e con chi si trova a aver a che fare con strutture e servizi.

Compito di chi, come noi, rappresenta i cittadini nelle istituzioni è saper farsi interpreti delle istanze dei territori, comprendere a fondo problematiche e necessità, individuare le forme migliori per fornire risposte certe e adeguate. Ascoltare quindi sarà una nostra prerogativa per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati, il binomio risparmio e qualità dei servizi. La sanità toscana è un modello nazionale ma possiamo fare ancora meglio. Una campagna d’ascolto sui territori, la volontà di incidere da subito in un settore strategico e fondamentale, per renderlo ancora più efficiente: così sapremo affrontare una sfida urgente, complessa, entusiasmante”.Il Coordinamento dei Comitati di Prato e Pistoia denuncia "Cardiopatica di 86 anni costretta in barella per 26 ore al Santo Stefano in attesa di posto letto"."L’ospedale di Prato - recita la nota inviata dal Comitato - è insufficiente.

Il decreto Balduzzi sugli standard ospedalieri, approvato nella Conferenza Stato Regioni, pubblicato in G.U. nello scorso giugno e quindi divenuto norma nazionale, ce lo spiega: numero massimo di posti letto ospedalieri = 3.7×1000 abitanti. Con il Santo Stefano più la casa di cura privata convenzionata di Villa Fiorita il bacino d’utenza della Provincia di Prato può contare su 2.5 p.l.x1000 abitanti. Bacino virtuoso? Vediamo: il D.L. prevede 3,0 p.l x1000 per acuti e 0,7 per post acuti e un tasso di occupazione dei posti letto tendenzialmente del 90% per la post acuzie e dell’80% per gli acuti, e qui i conti non tornano più, perché stante dette disposizioni, per essere appropriata l’ospedalità pratese dovrebbe avere un tasso di occupazione al massimo dell’85% con una riserva costante del 15% dei p.l.

onde evitare le drammatiche situazioni di ingorgo frequentemente denunciate. La Direzione sanitaria della nostra ASL ha dichiarato pubblicamente in incontri televisivi che il tasso di occupazione è del 95 – 97% , talché, ciò che si vorrebbe far passare come indice di appropriatezza è invece un puro e semplice indice di rischio, magnificato dal fatto che a prato le strutture territoriali intermedie e l’organizzazione assistenziale per pazienti non acuti sono del tutto insufficienti per non dire inesistenti.

Tutto ciò può essere tradotto solo coi termini di programmazione imprudente e negligente e dovrebbe imporre alla città e soprattutto a chi la amministra una azione legale contro chi, pur usufruendo dei soldi dei contribuenti, non riesce a dare le giuste risposte in un delicatissimo capitolo come quello della salute pubblica".

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