Studenti in corteo a Firenze: il flop diventa una attenta riflessione

Il successo mediatico ha scalzato il significato della protesta?

Antonio
Antonio Lenoci
13 novembre 2015 14:01
Studenti in corteo a Firenze: il flop diventa una attenta riflessione

Appuntamento in centro per gli studenti fiorentini reduci da una lunga discussione in merito ai nuovi parametri ISEE che stabiliscono l'accesso alle agevolazioni che spettano in regime di Diritto allo Studio."Sono diventato ricco e non lo sapevo" questa una delle frasi simbolo della protesta. In base ad un procedimento meramente matematico chi si trovava "ospite" del sistema istruttivo è stato invitato ad abbandonare la propria stanza o il proprio letto. Questo è solo uno dei problemi.

Ricordiamo ai lettori di aver più volte affrontato un tema interessante come la chiusura delle stanze durante le vacanze, con relativo imballaggio degli effetti personali, traslochi e soluzioni alternative da trovare. Una città che vive sulle spalle di famiglie che pagano profumate rette, che vive di locali aperti ai giovani, vive di rendita grazie agli appartamenti affittati a studenti e fornisce servizi dedicati anche ai fuori sede trattati alla stregua di un target di categoria inferiore rispetto agli stranieri, ma che nonostante questo si atteggia a Città Universitaria..

potrebbe fare di più e meglio"Il mondo è dei giovani". Bene. "I ragazzi sono il futuro". Bene. Gli studenti sono compresi?Una manifestazione è una occasione in cui categorie ben precise della società oppure intere generazioni mettono in mostra il proprio disappunto; varie sono le forme, più o meno rumorose, più o meno civili. Tradizione giornalistica vuole che si contino le teste, o gli ombrelli.. per avere immediatamente a portata di mano un dato: i presenti.

Una unità di misura che per la Questura spesso si rivela inferiore alle aspettative degli organizzatori. La presenza fa la sostanza, a volte ha decretato anche l'uscita o meno della notizia. Con internet questo è cambiato, di spazio ce n'è parecchio per dare conto di tutto. Detto questo però, il resto è lasciato al racconto degli slogan ed ai significati che animano la protesta.La nota diramata a Firenze da Rifondazione Comunista è molto interessante e fa riflettere.

In testa alla comunicazione c'è questa considerazione "I giornali parlano già di flop e delusione: principalmente quello che manca è la conferma di un copione narrativo, secondo il quale le piazze si riempiono all’avvio dell’anno scolastisco, per poi andare a svuotarsi con la fine dell’autunno". La protesta è una questione di immagine ed i giornalisti alzano o abbassano il pollice?Oramai per organizzare una manifestazione si crea un Evento Social al quale è possibile partecipare semplicemente cliccando.

Esserci o non esserci a quel punto è indifferente, si partecipa con il pensiero. E' internet che ha allontanato i giovani dalla piazza?

La nota prosegue con "Le giovani comuniste e i giovani comunisti erano però in piazza stamani al fianco delle studentesse e degli studenti, delle lavoratrici e dei lavoratori in sciopero (indetto dai Cobas). Ogni momento di conflitto è importante e quello che conta non è tanto il successo mediatico di una mattinata, quanto la capacità di costruire resistenza nella quotidianità. Per questo era importante non mancare ad una manifestazione che ci lascia un po’ di amarezza, soprattutto dopo il successo di quella di sabato dello sciopero nella grande distribuzione.

Dobbiamo essere sicuramente più capaci di unire i diversi momenti di lotta e qui risiede l’importanza di una ricostruzione di una soggettività politica all’altezza di questo impegno"Amarezza e lodevole autocritica. "Gli appuntamenti di piazza sono numerosi, perché storico è l’attacco ai diritti che viene portato avanti in questo periodo di crisi economica, ma certamente manca la capacità di trasmettere ad ampie fasce di popolazione una volontà in grado di spezzare la diffusa passività e rassegnazione, che poi si traduce in rancore, astensione ed odio sociale tra poveri".

Una mancanza riconosciuta da parte di chi è chiamato a creare la massa critica e che realmente comporta poi l'uso di termini come "Guerra tra poveri" che oramai non fa più presa e rischia di scomparire."Certo sarebbe stata importante una risposta di piazza più ampia - conclude Rifondazione - come nelle scorse settimane, contro la Buona Scuola e la propaganda di governo sull’assunzione dei precari: non viene però meno l’impegno delle prossime settimane a portare avanti un’adeguata controinformazione e rivendichiamo comunque con convinzione la scelta di essere stati in piazza stamani".

Il passo indietro e la rincorsa, mai. Meglio prendere coscienza dei fatti e del momento storico confrontandosi con una realtà forse stanca e satura che offre a tutti i lettori importanti spunti di riflessione.Informazione e controinformazione. Abbiamo preferito riportare integralmente questo contributo molto schietto e sincero anziché parlare di "Flop" sulla base della mera partecipazione numerica. 

Foto gallery
In evidenza