Moby Prince: 23° anniversario della tragedia, il 10 aprile

SEL: “Verità per i familiari delle vittime. Si istituisca subito la commissione d'inchiesta”

Nicola
Nicola Novelli
09 aprile 2014 13:40
Moby Prince: 23° anniversario della tragedia, il 10 aprile

Livorno, 9 aprile 2014- A 23 anni dalla tragedia del Moby Prince, avvenuta il 10 aprile 1991 in cui persero la vita 140 persone , Livorno non dimentica e domani, giovedì 10 aprile, si terranno in città una serie di iniziative “Per non dimenticare”: appuntamenti di rito ed istituzionali, ma anche momenti spettacolari e sportivi per riflettere sulla tragedia.Al Nuovo Teatro delle Commedie (ore10) proiezione del film “Centoquaranta la strage dimenticata” di Manfredi Lucibellore.

Il film documentario intende ripercorre la storia del traghetto, fatta di manomissioni, depistaggi ed inquietanti scoperte, tramite immagini d’archivio e la preziosa testimonianza di Loris Rispoli e Angelo Chessa, familiari delle vittime del Moby Prince. Lo stesso film sarà proiettato alle ore 21 nelle due sale del Cinema Teatro La Gran Guardia (via del Giglio). La Sala 1 ingresso gratuito per i familiari delle vittime, la Sala 2 a pagamento. Alle ore 12 è prevista la funzione religiosa in Cattedrale; alle ore 15.30 nella Sala Consiliare di Palazzo Comunale, saluto del sindaco Alessandro Cosimi alle Autorità ed ai familiari delle vittime.

Alle ore 17 partenza del corteo da Palazzo Civico al porto dove, alle ore 18, presso l’Andana degli Anelli saranno deposti il cuscino di rose del Presidente della Repubblica ed una corona di alloro, quindi si procederà alla lettura dei nomi delle vittime e lancio di rose in mare. Alle ore 21 alla Goldonetta del teatro Goldoni, si rinnova il pluriennale impegno della Fondazione Teatro Goldoni per la ricorrenza del Moby Prince: Loris Rispoli, presidente dell’associazione 140 vittime riceverà una targa da parte della Fondazione Teatro Goldoni e Fondazione Livorno. E’ prevista anche quest’anno la staffetta podistica, organizzata dal Coordinamento Podistico Moby Prince, che con partenza da Cascina arriverà al piazzale Moby Prince in porto alle ore 17.30.

“A 23 anni dalla tragica notte del 10 aprile 1991, le incertezze, le incongruenze, i dubbi non sono ancora stati chiariti. E rimane tuttora senza risposta la domanda di verità delle famiglie delle 140 vittime. Fare finalmente luce sul drammatico incidente della Moby Prince, oltre che un dovere civile e istituzionale, è l’unico modo per onorare la memoria di quanti persero la vita a bordo e rispettare il dolore dei loro familiari. Auspicabile, quindi, che il nostro Governo si attivi per sapere dagli Stati Uniti se esistono altri elementi di prova in grado di spiegare cosa accadde davvero al largo del porto di Livorno.

Proprio questo chiedevo, e torno a chiedere, con una mia interrogazione sul caso, la terza (n.4-00261), al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai ministri della Difesa, degli Esteri e al ministro della Giustizia, rimasta senza risposta nonostante le ripetute sollecitazioni”, lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, sul caso Moby Prince. “Sebbene la sentenza d’appello sullo scontro tra il traghetto di linea Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo - prosegue Realacci - imputi questa tragedia a nebbia ed errore umano, restano aperti molti dubbi e forti perplessità.

Riaccesi da diversi articoli di stampa, dal documentario Centoquaranta - La strage dimenticata e dal recente dossier realizzato da un pool di periti per conto dei familiari delle vittime. Da un pezzo pubblicato sul Corriere della Sera si evince, ad esempio, che il tribunale di Livorno non ha più le registrazioni audio del processo sulla Moby Prince, quelle che valgono a livello legale. Ombre sulla verità accertata dalla giustizia, del resto, erano emerse anche dal programma giornalistico “Mixer” di Giovanni Minoli e dal quotidiano il Tirreno”. “Oltre alle incongruenze processuali, omissioni, testimonianze parziali o inascoltate – spiega ancora Ermete Realacci – appare poco credibile, come chiariva l'articolo pubblicato dal Tirreno ormai cinque anni fa, la dichiarazione del capo ufficio Responsabile dell'avvocatura militare del Dipartimento della Difesa Usa, secondo cui la vicina base americana di Camp Darby non sarebbe stata in possesso di attrezzature in grado di intercettare le comunicazioni radio della Moby Prince.

Da chiarire anche posizione e movimenti delle sette navi sottoposte al comando Usa che in quei giorni si trovavano nel porto di Livorno. E ora si aggiunge un altro tassello: con­tro la richie­sta di archi­via­zione pre­sen­tata dalla pro­cura di Livorno, i fami­liari delle vit­time della Moby Prince hanno pre­pa­rato un dos­sier che contesta, tra l’altro, il luogo in cui sarebbe avve­nuta la col­li­sione tra le due navi, la dinamica dell’incidente e l’esistenza della neb­bia, nonché un 'evidente conflitto d'interessi' nell'affidamento di una importante consulenza tecnica nel corso dell'inchiesta bis della procura di Livorno all'ingegner Andrea Gennaro, perito che aveva avuto precedenti rapporti professionali sia con la Moby Lines che con Eni”. “Per fare piena luce sulla tragedia della Moby Prince – conclude Realacci – torno a chiedere ai ministri interrogati se intendano attivarsi presso il Governo degli Stati Uniti d'America per sapere se esistano le immagini e le registrazioni dei tracciati satellitari delle navi presenti nella rada del porto di Livorno, il 10 aprile 1991 e, nel caso, chiederne l'acquisizione.

Auspicabile poi che si proceda a verificare l’effettivo smarrimento delle registrazioni a valore legale dal tribunale di Livorno e le circostanze in cui esso è avvenuto e che si mettano in campo tutte le iniziativi utili a chiarire dinamica e cause della più grande tragedia della nostra marina civile. Sarebbe bene sapere, infine, quali siano le iniziative prese dall'armatore della Moby in questi anni verso le vittime”.

“Ventitré anni dopo ancora nessuna verità per i familiari delle 140 vittime della strage del Moby Prince. Una tragedia con ancora troppi punti oscuri da chiarire, troppe responsabilità da accertare, una ferita aperta nella storia del nostro Paese che esige da parte delle Istituzioni il massimo impegno nella ricerca della verità. Si istituisca quanto prima una commissione parlamentare d'inchiesta, dando seguito al ddl depositato da SEL alla Camera, e si faccia luce sulle cause che, nella notte del 10 aprile 1991, determinarono la collisione del traghetto, spezzando per sempre 140 vite e gettando nell'angoscia i familiari, da allora incessantemente alla ricerca di una verità negata anno dopo anno”. Lo affermano le parlamentari toscane di SEL, on.

Martina Nardi, on. Marisa Nicchi e la sen. Alessia Petraglia, che domani presenzieranno, a Livorno, alla commemorazione della strage. “Gli elementi emersi negli ultimi mesi, raccolti nel dossier alla base della richiesta di istituzione della commissione da parte di SEL – proseguono – impongono un approfondimento e una risposta forte da parte dello Stato al dolore dei familiari. Chiediamo quindi al Governo e a tutte le forze politiche in Parlamento di sostenere questa iniziativa per arrivare, entro la fine di questa legislatura, a pronunciare, finalmente, una parola di verità”.

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