Strage di Berlino: cinque minuti di silenzio al mercato di Natale

Gonfalone listato a lutto in ricordo delle 12 vittime in Piazza Santa Croce. Dispersa un'italiana, è una 30enne di Sulmona. Torselli (FDI) e Cellai (FI): “Il PD nega il gemellaggio di Firenze con le città vittime degli attacchi terroristici"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2016 22:31
Strage di Berlino: cinque minuti di silenzio al mercato di Natale

E' salito a 12 morti e 48 feriti il bilancio dell'attacco di ieri sera a un mercatino di Natale a Berlino. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in seguito alla scomparsa in Germania di Fabrizia Di Lorenzo di 30 anni di Sulmona. L'ipotesi di reato è attentato con finalità di terrorismo.

Cinque minuti di silenzio e chiusura temporanea di tutti gli stand alla presenza del Gonfalone del Comune di Firenze listato a lutto. È così che questo pomeriggio al mercato di Natale di piazza Santa Croce, su iniziativa di Confesercenti, sono state commemorate le vittime della strage di Berlino di lunedì scorso. Presenti, tra gli altri, l’assessore allo Sviluppo economico Giovanni Bettarini, l’assessore regionale alle Attività produttive Stefano Ciuoffo, il presidente Confesercenti Firenze Nico Gronchi, il presidente Confesercenti Città di Firenze Claudio Bianchi e Timo Sikora, operatore del mercato di Santa Croce e di quello di Berlino, il cui stand nel cuore della capitale tedesca è stato sfiorato dalla tragedia. 

“Le nostre città devono vivere di festa, colori e persone che hanno voglia di stare insieme per conoscersi e non per uccidersi – ha detto Bettarini - E’ giusto ricordarlo in un luogo come il mercato di Santa Croce, così simile a quello dell’attentato di Berlino. Per questo, siamo qui col Gonfalone listato a lutto come simbolo importante di vicinanza al popolo tedesco”.

Con tale gesto simbolico Confesercenti, operatori ed organizzatori del mercato, autorità civili e religiose hanno voluto testimoniare la loro solidarietà e vicinanza ai cittadini di Berlino, e più in generale al popolo tedesco” – ha affermato Nico Gronchi Presidente Confesercenti Firenze.

Anche il Consiglio regionale ha listato a lutto le proprie bandiere. Come già in occasione dell’attentato di Nizza, il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, esprime “cordoglio per le famiglie e orrore per l’accaduto”. “Dobbiamo essere determinati – ha aggiunto – nel contrastare ogni forma di violenza e fondamentalismo”. Per Giani “Occorre maggiore cura nei controlli e sempre più forte condivisione dei valori che fondano le nostre comunità, in primis i principi della religione cristiana. Per questo mi sento di criticare, seppure laicamente, la tendenza a non valorizzare e delle volte a dimenticare le nostre tradizioni”.

“Firenze non deve avviare gemellaggi o patti di amicizia con le città europee massacrate dagli attacchi terroristici dell’ISIS: parola del Partito Democratico. Non esistono espressioni per rendere idea dell’incredulità che abbiamo provato nel vederci respingere la proposta di avviare percorsi di fratellanza con quelle città che hanno pagato, negli ultimi tempi, un tributo di sangue al terrorismo islamico; soprattutto perché, il voto contrario del PD al nostro documento, arriva a meno di 48 ore di tempo dall’ultima strage commessa da questi vigliacchi”.

Questo il commento dei capigruppo in consiglio comunale, rispettivamente, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, Francesco Torselli e Jacopo Cellai. “Pochi giorni fa - spiegano Torselli e Cellai - abbiamo approvato il nuovo regolamento per la stipula dei gemellaggi e dei patti di amicizia tra Firenze e le città del mondo che per storia, vocazione e caratteristiche possano essere considerate in qualche maniera simili o affini. Senza stravolgere assolutamente il regolamento, abbiamo presentato un documento per chiedere al sindaco una particolare attenzione, nella scelta delle città con le quali stipulare gemellaggi e patti di amicizia, per quelle città che hanno dovuto fare i conti con i folli attacchi dell’ISIS.

Pensavamo a città come Parigi e, adesso, purtroppo, Berlino, che che hanno molto in comune con Firenze e che hanno pagato dazio alla follia omicida del terrorismo islamico. Ma nella nostra proposta lasciavamo spazio anche ad altre realtà, più distanti da Firenze, ma verso le quali avremmo visto bene un gesto di amicizia e di fratellanza: le città che hanno patito i massacri delle proprie comunità cristiane in Africa, le città del Kenya dilaniate dalle autobombe di Al Qaeda o la splendida Palmira, sito archeologico e artistico di fama mondiale, oggi al centro di una guerra civile tra terroristi e governo legittimo che sta causando innumerevoli vittime ed inestimabili danni". “Ci siamo sentiti rispondere - concludono Torselli e Cellai - che Firenze non può gemellarsi con chiunque subisca un attentato terroristico e che, oggi, parlare di terrorismo islamico e di ISIS significa usare un linguaggio che appartiene ad una sola parte politica.

Sappiamo bene che purtroppo la realtà non è questa e che il terrorismo islamico è una disgrazia oggettiva che ha messo sotto attacco tutta l’Europa; ma se il Partito Democratico si sente estraneo a quella parte politica che non ha paura a chiamare terroristi ed assassini chi apre il fuoco in un teatro o chi lancia un camion su dei cittadini inermi, problemi loro: noi siamo ben lieti di farne parte. E avremmo visto con grande favore una Firenze pronta a stringere un patto di fratellanza con Bruxelles, con Parigi, con Nizza, con Berlino, in nome del comune amore per la libertà e per le vite umane.

Ma purtroppo il retaggio ideologico e la paura di chiamare le cose con il loro nome, l’hanno fatta ancora una volta da padrone."

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