Strage dei Georgofili, donati alla Regione Toscana gli atti del processo

Trentacinque faldoni che raccontano 340 udienze di tre diversi processi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2018 20:17
Strage dei Georgofili, donati alla Regione Toscana gli atti del processo

La ‘casa della memoria' sui misteri e sulle stragi d'Italia, all'ultimo piano di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione, si arricchisce di un nuovo fondo: quello degli atti del dibattimento sugli attentati del 1993, acquisiti dall'associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. Trentacinque faldoni che raccontano 340 udienze di tre diversi processi.

La cerimonia della donazione si è svolta oggi e non per un caso - assieme all'assessore alla presidenza Vittorio Bugli, alla presidente dell'associazione dei familiari Giovanna Maggiani Chelli e all'avvocato di parte civile Danilo Ammannato - c'era un gruppo di studenti del liceo scientifico "Leonardo da Vinci" di Firenze, che parteciperà ad un laboratorio di archivistica proprio su quelle carte. Combattere la criminalità organizzata "vuol dire infatti parlarne ad alta voce – sottolinea Bugli –, in un percorso dove memoria e legalità vanno a braccetto. Investire in democrazia vuol dire sostenere l'educazione attiva alla legalità partendo per l'appunto dalle scuole e dai giovani rendendoli protagonisti, in aula o nei campi estivi sui terreni strappati alle mafie". Vuol dire farlo anche in Toscana , che non è tradizionalmente terra di mafia ma dove la mafia si è fatta vedere.

Custodi della legalità Quella del centro regionale all'ultimo piano di Palazzo Strozzi Sacrati è una struttura praticamente unica dalle Alpi alla Sicilia, attiva e presente da ventiquattro anni: un archivio sui misteri e sui poteri occulti, le stragi, l'eversione, la mafia e la criminalità organizzata, aperto a studiosi, curiosi ed addetti ai lavori, ma che lavora (tanto) anche con le scuole e con i giovani. Una 'casa della memoria' pensata per non dimenticare e promuovere una più forte e salda coscienza civica e democratica.

"Ci è sembrato il luogo adatto, pubblico, dove collocare tutti gli atti in nostro possesso, affinchè altri potessero leggerli. Ed è stata una decisione unanime" sottolinea Giovanna Maggiani Chelli per l'associazione "Tra i familiari delle vittime dei Georgofili". "Un atto - risponde Bugli, ringraziando - che ci rende orgogliosi"Lì all'ultimo piano di Palazzo Strozzi Sacrati, con le finestre che si affacciano sulla cupola del Brunelleschi, ci sono tesi e volumi sulle Brigate Rosse e tutti e 130 volumi della commissione parlamentare sull'attentato Moro.

La P2 di Licio Gelli è un altro filone di ricerca. Tra le carte, a disposizione di chiunque le voglia consultare, c'è il fondo donato dalla giornalista e parlamentare Sandra Bonsanti, che è stata membro tra l'altro della Commissione parlamentare d'inchiesta Antimafia. C'è il fondo di Rosario Poma, altro giornalista, fiorentino, esperto delle vicende di Cosa Nostra, ma anche la documentazione sul terrorismo nero a Firenze negli anni ‘70 e ‘80 messa a disposizione dal giudice Rosario Minna e le carte di Luigi Caldarelli e dell'associazione delle vittime sulla strage dell'Italicus, il più importante tra gli archivi privati su quel fatto.

Ora, per l'appunto, arrivano anche gli atti sulle stragi del 1993: cinque realizzate (e cui l'esplosione in via dei Georgofili a Firenze il 27 maggio, che consumò cinque vittime) e due fallite.

"Al centro – racconta l'assessore – bussano anche da oltreoceano e non è solo una biblioteca, ma una struttura a supporto di tante altre iniziative messe in campo, in questi anni, dalla Regione, che tiene contatti con onlus e associazioni di volontariato che lavorano per creare un argine contro il fenomeno dell'usura, che funziona da collegamento con le associazioni che organizzano con i giovani i campi di lavoro nei terreni strappati alla mafia e criminalità organizzata, che collabora con i familiari delle vittime dei Georgofili e lavora con le scuole".

Fino agli anni Ottanta del Novecento di legalità non si parlava quasi in Italia. Sui giornali il termine quasi non compariva e l'accezione spesso era anche diversa. Poi esplose. Prese posizione la Chiesa. Nacquero associazioni come Libera ed Avviso Pubblico, con la Toscana (e la Regione) in prima linea. Erano gli anni in cui finiva la Prima Repubblica. Erano gli anni di Mani Pulite e delle stragi di mafia di Capaci e via D'Amelio, un momento confuso e turbolento nella storia d'Italia. E fu proprio allora, nel 1994, che nasceva in Toscana nasceva il Centro di documentazione Cultura della Legalità Democratica.

L'avvocato Danilo Ammannato, prossimo alla pensione, ha annunciato oggi la disponibilità a donare anche lui alla Regione parte del suo archivio sul terrorismo e la criminalità organizzata. 

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