Stop all'olio truccato dai ristoratori, la Toscana esulta

Via libera della Camera: i pubblici esercizi non potranno allungare o “ricaricare” le bottiglie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 giugno 2014 14:25
Stop all'olio truccato dai ristoratori, la Toscana esulta

Stop alle oliere truccate nei ristoranti che potranno servire l’extravergine solo in bottiglie dotate di tappo antirabbocco, per evitare che possano essere “allungate” o addirittura riempite ex novo con prodotti che non hanno nulla a che vedere con quello originario. Esultano i produttori di olio di qualità toscani. A darne notizia è Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it) dopo il via libera della Camera all’emendamento che assicura maggiori garanzie ai consumatori e ai produttori olivicoli della nostra regione.

Una notizia importante per un settore che sul territorio conta 50mila aziende per un totale di circa 100milioni di euro di produzione e 15milioni di piante; sono invece 12mila le aziende che producono olio Igp, che da sola vale tra il 25% ed il 35% della produzione regionale commercializzabile e Dop (Chianti Classico, Lucca, Terre di Siena e Seggiano) per un totale di 58mila ettari di superficie investita.

La norma approvata prevede che gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati conformemente alla normativa vigente, forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato in etichetta.

“L’emendamento sul tappo antirabbocco, assieme a quello che innalza il contenuto minimo di succo di frutta nelle bibite gassate dal 12 al 20% che ci ha visto impegnati in una battaglia città per città, rappresenta un deciso stop alle contraffazioni e agli inganni – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana -, contro le lobby dei furbetti dell’agroalimentare che fanno affari con le aranciate senza arance e cercando di spacciare in ristoranti, pizzerie, mense e bar come extravergine toscano prodotti che nulla hanno a che fare con la realtà produttiva del nostro territorio”.

Non c’era solo la battaglia dell’olio sul tavolo delle trattative, Coldiretti ha condotto un altro importante risultato che l’ha vista impegnata, in questi mesi, su tutto il territorio regionale: l'aumento dal 12 al 20% di succo di frutta nelle bibite. Tanti in Toscana i comuni e le camere di commercio che hanno deliberato un ordine del giorno proprio a sostegno di questa battaglia: “Ora ci sono le condizioni – conclude Marcelli - per cambiare una norma che attualmente permette di vendere acqua come se fosse succo.

Quando la legge sarà approvata, duecento milioni di chili di arance all'anno in più saranno “bevute” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate, il che significa cinquantamila chili di vitamina C in più. Una decisione che concorre a migliorare concretamente la qualità dell'alimentazione e a ridurre le spesesanitarie dovute alle malattie connesse all'obesità in forte aumento. Non va peraltro dimenticato l'impatto economico sulle imprese agricole poiché l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare ettari ed ettari di frutteti”.

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