Standing ovation per Ted Neeley al Teatro Verdi

Il musical Jesus Christ Superstar ha aperto la stagione 2018/19 del musical a Firenze riscuotendo un successo strepitoso

20 ottobre 2018 16:08
Standing ovation per Ted Neeley al Teatro Verdi
Fotogallery Alessandro Rella - PhotoPress.it

L’autunno dello spettacolo a Firenze entra nel vivo delle programmazioni con proposte di tutti i generi, e il musical ha già fatto il suo ingresso alla grande con il doppio appuntamento di Jesus Christ Superstar al Teatro Verdi, mercoledì 17 e giovedì 18 ottobre.

Un tutto esaurito che ha confermato il successo di questa produzione della Peep Arrow del direttore artistico Massimo Romeo Piparo, che è anche direttore artistico del Teatro Sistina di Roma, la più importante venue per il musical in Italia.

Jesus Christ Superstar della Peep Arrow, in scena dal 1994 in diverse edizioni, tra cui quelle memorabili con Carl Anderson e Amii Stewart, ha vinto il premio “Musical World Awards” come miglior musical internazionale. E il successo, con tutto esaurito, degli spettacoli fiorentini ha confermato ancora una volta le ragioni di tanta longevità di questa produzione.

Intanto, la sceneggiatura della storia; poi, il cast con un interprete quasi mitico nel ruolo di Jesus; un’orchestra composta da musicisti bravissimi, esposti in prima linea dentro lo spettacolo; un allestimento essenziale ma d’effetto, capace di far risaltare le interpretazioni degli attori ma anche del messaggio del copione del musical.

Alla fine, standing ovation per Ted Neeley (Jesus), ma cascata di applausi anche per Simona Di Stefano (Maddalena) e Andrea di Persio (Ponzio Pilato). Non ha convinto invece Nick Maia nei panni di Giuda, che avuto problemi nel controllo della voce, risultando spesso fuori tono.

Leggendo i Vangeli sembra quasi scontato che il sottofondo musicale debba essere Rock - afferma Massimo Romeo Piparo - che l’ambientazione più adatta sia un deserto con alcuni elementi architettonici statici e animati dalla sola potenza della musica. Che l’epoca più giusta per la loro rappresentazione siano gli anni ’70. Eppure prima di Jesus Christ Superstar non era così. Ecco perché l’opera di Webber e Rice è entrata nel mito. E quel mito non va assolutamente dissacrato, re-interpretato, elaborato: va rispettato, omaggiato, celebrato.

Quel mito oggi si fa realtà attraverso Ted Neeley: una lezione di vita e di professionalità per tutti noi artisti italiani. Dopo 40 anni la sua umiltà, la sua semplicità e al contempo la sua forza smisurata, la sua contagiosa passione sono esempio vivido della statura che un artista deve avere per diventare mito.Grazie a lui ripercorro 20 anni di studio dedicato a questa opera e metto a segno la mia versione più matura e compiuta di questo capolavoro del teatro musicale. E così, con la stessa emozione del primo giorno di repliche in quel lontano 1994, ogni sera si rinnova il magico rito che ci restituisce l’idea di che da sempre elegge i propri messia per poi mandarli al martirio, crea i propri miti per poi distruggerli, professa la propria ideologia per prontamente rinnegarla. un mito eterno per un popolo che ancora oggi non ha smesso di subire il proprio martirio ma ha visto moltiplicarsi la serie di martiri diretti o indiretti: si continua a morire perché altrove, in questa terra, è deciso così.

Non cercate di trovare segni in questa messinscena, né confronti con epoche, fasi storiche: c’è l’eterno, intramontabile senso di angoscia per un’umanità.

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