Sollicianino: in arrivo gli internati dell'Opg

Nascosti (FI): “Chi ha deciso il trasferimento non conosce la reale situazione dell'Istituto Gozzini”. Corleone: luci e ombre al Carcere di San Gimignano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 aprile 2015 20:50
Sollicianino: in arrivo gli internati dell'Opg

“Fermo restando la condivisione della necessità, peraltro prevista da tempo, della chiusura degli Opg per le finalità già più volte ribadite nel tempo e di recente, non posso non esprimere delle riserve sulla gestione di tale importante decisione, sulla quale peraltro aleggia più di un sospetto riguardo la finalità politico elettorale”. Esordisce così il consigliere regionale Nicola Nascosti (FI) sulla questione relativa alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari come stabilito dalla Legge 81 del 2014, che in Toscana interessa l'istituto di Montelupo Fiorentino. “I rilievi principali – aggiunge Nascosti - vertono in particolare riguardo all'individuazione dell'Istituto Gozzini (Solliccianino).

Non sembra infatti che i responsabili sul campo siano stati consultati per tale decisione, una decisione che risulta calata dall'alto senza una adeguata conoscenza delle reali condizioni dell'Istituto, e quindi delle necessità di un adeguamento dello stesso, ciò, in particolare nell'ipotesi, peraltro condivisibile, di creare una struttura di eccellenza”. “Per chi conosce l'istituto come il sottoscritto – spiega ancora il consigliere Nascosti che l'ha più volte visitato – si tratta di una struttura in cemento armato con spazi non corrispondenti alle norme previste per i pazienti e quindi richiede una totale ristrutturazione.

Ristrutturazione che consisterebbe nell'ampliamento delle camere, nella costruzione di bagni adeguati, nella rimozione dei blindati perché troppo stretti, e altro. Tali lavori, nella migliore delle ipotesi, richiederanno 2 o 3 anni di tempo, e questo significa che la Regione è in enorme ritardo rispetto alla ormai datata decisione di chiusura, il che rafforza l'idea che si tratti di una manovra politico elettorale di cui si è detto in precedenza”. Dopo aver anticipato le questioni strutturali, Nascosti approfondisce quelle relative a chi sta vivendo a Solliccianino la misura della custodia attenuata, che, ad oggi ha prodotto risultati positivi.

“Non meno rilevante – riprende il consigliere regionale - è che la decisione di cui si discute comporta la fine di un'esperienza positiva che finora ha prodotto ottimi risultati quale è stata ed è quella svoltasi all'intero dell'Istituto custodia attenuata Mario Gozzini. Questo significa che si distrugge un istituto all'avanguardia, tale è stato considerato per anni, senza proporre una alternativa di pari livello, non essendo ipotizzabile la continuazione di detta esperienza nell'istituto di Sollicciano.

Pare ovvio, quindi, che i primi a risentire negativamente della chiusura di questa esperienza saranno proprio i detenuti. In merito basti ricordare quanto detto da questi in una specifica nota”. A questo punto l'attenzione del consigliere si sposta sulle spese effettuate per la ristrutturazione dell'Opg di Montelupo. “Resta da capire – incalza Nascosti - per quale motivo sono stati investiti molti milioni per la ristrutturazione e l'adeguamento dell'Opg di Montelupo Fiorentino a fronte della consapevolezza di una chiusura dello stesso.

In merito sarebbe interessante conoscere il parere della Corte dei conti”. In conclusione Nascosti affronta la questione del personale della struttura. “Si intende utilizzare l'Istituto Gozzini come struttura sanitaria – riprende Nascosti - ma non risulta ancora chiaro come sarà realmente impiegata la polizia penitenziaria e quale funzione finirà con l'avere la stessa e la direzione. Su questo aspetto sembra opportuna una riflessione. L'Istituto ospiterà infatti soggetti, internati, che sono stati sottoposti a provvedimenti di giustizia; sembrerebbe pertanto che la competenza primaria sulla tutela di tutti i diritti di questi cittadini sia del ministero di Giustizia e quindi del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) cui sono stati affidati.

La domanda è: sarà la futura direzione sanitaria a garantire gli stessi diritti deresponsabilizzando l'amministrazione penitenziaria?”. “Altro aspetto da evidenziare infine è quello del personale – aggiunge ancora Nascosti - Risulta evidente infatti che sarà necessario costituire un corpo sanitario specialistico di medici, psichiatri e infermieri esperti, anche perché nell'istituto sarebbero associati i soggetti più pericolosi. E qui emerge un comportamento del tutto differente da quello tenuto in occasione del trasferimento della sanità penitenziaria al Servizio sanitario nazionale e quindi regionale e alle aziende sanitarie.

Infatti nell'Istituto di Sollicciano vi è una covigenza di normative in conflitto tra loro che si riflettono a livello previdenziale, assicurativo e retributivo in un personale che svolge identiche funzioni nel medesimo posto. Si spera – conclude a questo punto il consigliere regionale Nicola Nascosti - che non si segua il modello “al risparmio” dell'esternalizzazione del personale infermieristico seguito per gli istituti ordinari. Infine, aggiungo, che in carenza di personale della polizia penitenziaria e di una direzione resta, sia pure in termini ipotetici, la questione della possibile presenza di internati appartenenti alla criminalità organizzata che potrebbero esercitare “tentativi” su un personale, almeno inizialmente, non esperto di dinamiche penitenziarie e ospedaliere”.L’Istituto di San Gimignano è nato sotto una cattiva stella, ovvero con gravi responsabilità di chi negli anni Ottanta scelse di costruire il carcere in una vallata, lontano dalla cittadina e quindi con difficoltà di raggiungibilità e condizioni logistico-ambientali che ancora oggi pesano, a partire dall’approvvigionamento idrico e dalla linea Telecom scadente, con tutte le conseguenze del caso.

Questo il commento del Garante dei diritti dei detenuti, Franco Corleone, che ieri ha visitato il carcere di San Gimignano, per diverso tempo caratterizzato da una direzione non stabile. Da qualche anno il direttore è in servizio permanente; attualmente la presenza dei detenuti è di 365, rispetto ad una capienza regolamentare di 235, con gli ergastolani che chiedono con forza la cella singola. A San Gimignano infatti i due terzi dei detenuti sono ad alta sicurezza, mentre un terzo a media sicurezza.

Da qui la necessità di rivedere il numero delle presenze – come ha sottolineato Corleone – e la possibilità di celle singole per gli ergastolani. Accanto a tante migliorie su cui intervenire, come i servizi igienici, i camminamenti stretti o i televisori piccoli che causano problemi alla vista. Accanto alle ombre non mancano però le luci: la ben articolata situazione dell’infermeria, le cure odontoiatriche per i detenuti garantite dall’Asl di Siena, i corsi di scuola superiore, il progetto di una lavanderia industriale e di luoghi di socialità per i detenuti di media sicurezza.

In evidenza