Società Partecipate, la poltrona giusta per ogni stagione

Sembra lo spot di un'azienda di arredamenti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 agosto 2014 13:41
Società Partecipate, la poltrona giusta per ogni stagione

«L’ex amministratore locale ormai decotto? Alla guida di una partecipata imbocca un fine carriera da 10. Il candidato irrimediabilmente bruciato? Di filato nell’angolino di un consiglio d’amministrazione poco visibile ma remunerativo, così che se ne stia zitto e buono fino a miglior stagione. Il vicino dell’amica della zia della vecchia maestra dell’asilo, i cui bisnonni per di più hanno all’attivo lustri di militanza politica? Toh guarda: cercano giusto collaboratori nella partecipata GingilloRisorse" questa l'analisi della situazione del Consigliere regionale di Forza Italia Stefano Mugnai davanti agli esiti della ricognizione Made in Cottarelli sullo stato di salute delle Società Partecipate.

 "E’ così che funziona - prosegue l'esponente dell'opposizione in Regione - anche in Toscana. Ma in Toscana più che altrove, qui dove il governo degli enti locali e della Regione è storicamente quasi a tinta unita e di sinistra, l’arcipelago delle partecipate ha rappresentato e rappresenta un sistema di controllo e gestione del consenso politico a cui è improbabile che si intenda seriamente rinunciare. La politica si è ormai organizzata attorno ad esso. I rami sono secchi, ok, ma chi dovrebbe vigorosamente potare è lo stesso che vi poggia su le terga politiche e che vi ha costruito il proprio nido di privilegi.

Difficile che gli punga vaghezza di capitombolare volontariamente a terra"Occorre secondo Mugnai: "Riformare l’intero sistema delle partecipazioni pubbliche. Sennò non se ne esce. La proliferazione, anche in Toscana, non è casuale. Il collocamento degli ex politici non è che un aspetto del sistema che, invece serve in primis ad aggirare l’evidenza pubblica nell’acquisto di beni e servizi – afferma l’esponente di Fi – ma è servito per anni anche per affidare in house, ovvero senza gare, alle partecipate stesse la gestione dei servizi pubblici.

E poi le assunzioni… Le istituzioni toscane, finita l’epoca degli assessori nelle commissioni di concorso, si sono buttate a capofitto in questo sistema. I risultati sono purtroppo sotto gli occhi di tutti, anche perché il personale politico spesso indicato per guidare le partecipate è privo di competenze manageriali adeguate".A proposito delle società partecipate del Comune di Firenze interviene il Capogruppo Tommaso Grassi: "Si stia attenti a vedere nel numero e nell'assetto di queste società ogni male e ad aprire una pericolosa strada a privatizzazioni che appaiono più le svendite di fine stagione, a ripercussioni sul personale, la cui unica colpa è quella di aver avuto in alcuni casi una dirigenza incapace, o riassetti e accorpamenti che hanno davvero poco senso.

Per questo basta scavare un pò dietro ai nomi di Firenze Parcheggi, di Sas, di Mukki, di SILFI, di ATAF e di Firenze Fiera."

"Ci pare che si voglia affrontare il tema delle partecipate, invece che in maniera analitica come avrebbe fatto nella sua relazione Cottarelli dando dei numeri che andavano letti approfondendo il singolo caso, in maniera populista: e allora perchè invece di parlare di posti nei Consigli di Amministrazione non si parla delle retribuzioni dei Consiglieri e di come alcune società, per allontanare il controllo degli Enti pubblici, creano scatole cinesi con altri CdA e nuovi Consiglieri retribuiti il cui accesso è negato persino a Consiglieri e Assessori. Qualche esempio? Ingegnerie Toscane e Le Soluzioni srl solo per fare due esempi fiorentini del sotto-partecipate di Publiacqua, oppure Q-Thermo ed Helios per quel che riguarda Quadrifoglio."

"E allora perché non dire che Firenze Parcheggi, nonostante le scelte 'di valore' del Presidente Bevilacqua, ex-Consigliere di Forza Italia all'epoca di Renzi e dell'ex-Amministratore delegato, capace di farsi nominare dai soci privati prima e poi da quelli pubblici, Marco Carrai, ha il bilancio in passivo perché come testimoniano lunghe lettere della società stessa il Comune di Firenze, con Renzi Sindaco, ha deciso, senza prevedere alcuna compensazione per chi ne traeva beneficio, di eliminare i controlli sulla sosta lungo le strade, rendendo meno appetibili una serie di parcheggi come Fortezza o Alberti, oppure che l'eredità degli accordi con Firenze mobilità erano troppo onerosi o sopratutto che, negli ultimi anni, si sono dati troppi soldi per sponsorizzazioni ad amici e per iniziative spot d'immagine per quello o quell'altro politico? Stessa storia se guardiamo la società Firenze Fiera.

Difficile che una società che aveva un Presidente che metteva in conto alla società le multe prese con la propria auto, che acquistava strumentazione mai utilizzata per oltre 180.000 euro, che si faceva rimborsare meno di un decimo delle spese effettive per Pitti Immagine, o che arrivava a sottoporre la società a numerosi quanto inutili traslochi da una sede all'altra, senza alcun apparente motivo valido, potesse avere un bilancio solido e in attivo. Qualcuno ne è sorpreso?"

"E l'elenco potrebbe essere lungo: come non parlare di SaS il cui problema è stato per anni detto dal Comune fosse il numero troppo elevato di dipendenti, quando invece i problemi erano ben altri: una dirigenza incapace e inutile, come l'allenatore di calcio del sottosegretario Lotti chiamato ad occuparsi di ciò che non era all'altezza di poter gestire, e dall'altra i troppo bassi corrispettivi che il Comune pagava alla società. Se si vogliono rifare le strade i soldi sono indispensabili e per molti anni durante il mandato Renzi sono stati spesi i fondi del patrimonio della società Sas: non ci stupiamo che si dica adesso che il patrimonio è quasi finito per coprire il buco di bilancio.

In prospettiva invece scelte fatte sull'onda della demagogia e del populismo potrebbero rivelarsi ancora peggiori di quelle finora enunciate: si pensi a cosa significherebbe vendere per gli allevatori del Mugello, come evidenziato qualche giorno fa anche dal Consigliere regionale Bambagioni, le quote pubbliche di Mukki che sarebbero persino, secondo i piani di Palazzo Vecchio, quotati in borsa, oppure cosa vorrebbe dire unificare una società come Silfi con SaS e ATAF. Si tratta di tre realtà completamente diverse, che è stato già detto dagli uffici non potranno mai essere unificate stando così la normativa nazionale, e la cui efficacia in termini di risparmio e convenienza per il Comune sarebbe assai limitato: temiamo che il vero progetto nascosto sia un accentramento finalizzato solo a poter distribuire nuovi e piu' significativi appalti a privati che farebbero peggio e ad un prezzo piu' elevato."

"In ogni caso coloro che emergono dalla nostra analisi come il vero problema sono piuttosto i nominati dell'Amministrazione fiorentina che o sono stati zitti di fronte all'uso strumentale delle risorse economiche di qualcuno fuori dal controllo diretto del Comune, o persino hanno contribuito al dissesto economico dando la colpa ad altri: peccato che se si scorrono i nomi questi spesso sono stati promossi con l'ascesa di Renzi a ruoli nazionali o continuano a pesare nei vari cerchi magici vicini al Premier. Siamo di fronte all'ennesimo annuncio che ben che vada servirà in stile gattopardesco affinché 'se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi' - conclude Grassi - E allora perché non interpretare la vera sfida sulle partecipate in ottica metropolitana valutando caso per caso, Comune per Comune, esperienza per esperienza, talvolta importando e altre esportando i modelli gestionali più validi sull'intero territorio della Città metropolitana?".

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