Sesto Fiorentino: lunedì 4 luglio l'insediamento del Consiglio comunale

Il tricolore sul teatro degli scontri tra immigrati e le forze dell’ordine

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 luglio 2016 15:40
Sesto Fiorentino: lunedì 4 luglio l'insediamento del Consiglio comunale

La seduta di insediamento del Consiglio comunale di Sesto Fiorentino è convocata per lunedì 4 luglio 2016 alle ore 21 presso la Sala consiliare, in piazza Vittorio Veneto 1. L'ordine del giorno prevede, tra gli altri punti, il giuramento del sindaco Lorenzo Falchi e l'esposizione delle linee programmatiche di mandato. Per permettere la massima partecipazione da parte della cittadinanza, all’esterno della sala, nel giardino dell’ex biblioteca comunale, verrà allestito un maxischermo da cui seguire lo svolgimento dei lavori.

L’episodio degli scontri tra forze dell’ordine e cinesi, con il sequestro dei Carabinieri impegnati in un controllo in un capannone avvenuto mercoledì sera all’Osmannoro ad opera di decine di cittadini cinesi è un segnale preoccupante per la comunità cinese sul territorio fiorentino. Un imprenditore cinese ha aggredito addetti dell'Asl che stavano facendo controlli di routine nella sua ditta insieme a militari dell'Arma: si sono verificati scontri con 300 orientali, conclusisi a notte fonda, con un gruppo di cinesi che si è barricato per un’ora in uno dei capannoni, tenendo sotto sequestro anche quattro mezzi di soccorso e due gazzelle dei carabinieri. Sul posto sono intervenuti decine di agenti e militari.

Ieri pomeriggio, nelle strade la zona industriale tra Firenze e Prato dove si trovano centinaia di capannoni gestiti da cinesi e dove questi ultimi si sono scontrati duramente con le forze dell’ordine nella giornata di mercoledì per sottrarsi ai controlli, è tornato a sventolare il tricolore italiano dove era stata sventolata la bandiera cinese. “Abbiamo voluto compiere questo blitz simbolico nell’area dell’Osmannoro -dichiarano il portavoce regionale di Fratelli d’Italia e consigliere comunale di Firenze, Francesco Torselli ed il responsabile di Casaggì, Marco Scatarzi- perchè questa porzione di periferia rappresenta l’emblema di una comunità, quella cinese, che ha sempre rifiutato di integrarsi, vivendo nel disinteresse delle istituzioni secondo le propria regole e contribuendo attivamente al fallimento di molte attività storiche, falciate dalla concorrenza sleale, dall’evasione fiscale e dai ritmi di lavoro degni dello schiavismo.

In queste periferie si lavora senza sosta anche alle quattro di notte; si mangia, si dorme e si fanno i propri bisogni accanto alla macchina da cucire sulla quale si fatica per 18 ore filate ed attorno alle quali, tra bidoni di colla e di solvente, giocano bambini di pochissimi anni”.

"È inaccettabile che si possano tollerare sacche d'illegalità, come è altrettanto inaccettabile l'aggressione di cui sono fatto oggetto le forze dell'ordine, a cui va la nostra solidarietà -commenta il segretario generale della Uil Toscana, Francesca Cantini- Ci aspettiamo che il presidente Rossi ci coinvolga come sindacati in questo processo di legalizzazione, insieme naturalmente alle istituzioni preposte. I sindacati non possono chiamarsi fuori visto che qui parliamo di lavoro nero e, spesso, di condizioni di lavoro che hanno più a che fare con la schiavitù che con un paese civile degno di questo nome. Noi, come Uil, siamo pronti a dare il nostro contributo".

"Gli scontri tra la comunità cinese e le forze dell'ordine sono gravi e preoccupanti, ma derubricare il dibattito politico al semplice mancato rispetto delle regole è davvero troppo comodo", commenta la senatrice di Sinistra Italia-SEL Alessia Petraglia a proposito degli scontri avvenuti all'Osmannoro. "Noi siamo ovviamente inflessibili quando si parla di mancato rispetto dei diritti dei lavoratori e della sicurezza sui luoghi di lavoro - proseguito la senatrice Petraglia – ma è chiaro che in questo caso è venuto a mancare il rapporto di fiducia tra la comunità cinese, le forze dell'ordine e le istituzioni". "Serve il pieno rispetto delle nostre leggi, della salute e dei diritti dei lavoratori, operando affinché si impedisca la ghettizzazione di tutta una comunità.

Non possiamo ridurre i fatti di Sesto Fiorentino a una mera questione di ordine pubblico -perché il controllo di ieri è stata la miccia che ha fatto esplodere il disagio palese e diffuso di un'intera comunità che non possiamo ignorare"..

“Bisogna combattere il lavoro nero e lo sfruttamento dei lavoratori, facendo rispettare le norme sulla sicurezza e la salute in ogni luogo di lavoro. Questo vale per le imprese italiane e vale anche per la comunità cinese”. Così la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan ed il Segretario Generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza. “Quello che è avvenuto a Sesto Fiorentino è un fatto grave, di fronte al quale bisogna intensificare ogni sforzo per garantire la legalità, dentro e fuori i capannoni, cercando sempre e fino in fondo il dialogo con la comunità cinese, ma senza consentire zone franche sul nostro territorio in cui si lavora in condizioni di sfruttamento e insicurezza. I controlli nelle aziende sono a garanzia del rispetto della legalità e della sicurezza sul territorio, contro il lavoro nero, lo sfruttamento e per condizioni occupazionali sicure e salubri.

Quindi non vanno certo contro ma piuttosto a favore della comunità cinese. Tra l’altro questo piano straordinario di controlli è il frutto di un progetto richiesto e condiviso dal sindacato e da tutte le forze sociali, per prevenire le situazione drammatiche legate allo sfruttamento e al lavoro nero. Non dobbiamo dimenticarci che tutto ha avuto origine dal drammatico rogo della ‘Teresa Mode’ al Macrolotto di Prato, dove 7 cittadini cinesi morirono di notte bruciati e asfissiati dentro un capannone dove lavoravano e vivevano rinchiusi. Esprimiamo al contempo solidarietà agli uomini delle forze dell’ordine che sono stati bersagliati dal lancio di oggetti mentre stavano facendo il loro lavoro al servizio della legge.”

“L’impunità ormai decennale di cui gode la comunità cinese in Italia”, dichiara il Responsabile di CasaPound Firenze Saverio Di Giulio, “ormai sta sfociando in vera e propria rivendicazione di indipendenza rispetto alla sovranità dello Stato italiano. Adesso, evidentemente, ai cinesi non basta più mettere in ginocchio interi settori della nostra economia con la concorrenza sleale, con la contraffazione, con l’evasione fiscale e con la riduzione in schiavitù di propri connazionali. Siamo arrivati al punto in cui non riconoscono più neppure l’autorità dello stato tanto da sequestrare persino degli agenti di pubblica sicurezza”. “E’ bene tenere presente”, conclude il Responsabile di CP Firenze, “che con la comunità cinese i rischi sono molto maggiori rispetto ad altre etnie e nazionalità, perché si tratta di una comunità incapsulata nel tessuto sociale che non solo non ha mai avuto intenzione di integrarsi, ma al proprio interno si è data da subito un proprio ordinamento e proprie leggi, principi e convenzioni.

Un ordinamento che, come ha dimostrato l’episodio di oggi, arriva al punto di entrare in contrasto con quello che lo ospita non riconoscendo più l’autorità e le sue regole. In poche parole, prima ci hanno invaso e adesso che si sentono abbastanza forti vogliono imporci le loro regole, ci auguriamo che adesso le autorità intervengano nella giusta maniera, dimostrando per una volta di essere forti non solo coi deboli”.

"Un episodio di una gravità inaudita. Centinaia di cinesi che si scagliano contro le forze dell'ordine e tengono sotto sequestro dei mezzi (anche di soccorso), per eludere dei controlli, è una cosa inaccettabile. Chiediamo provvedimenti straordinari come il ritiro del permesso di soggiorno ai cittadini cinesi coinvolti, la chiusura immediata delle ditte irregolari, e controlli a tappeto contro ogni forma di abusivismo". Lo dichiara il coordinatore fiorentino di Forza Italia, Marco Stella, vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana. "Non ci sono giustificazioni - accusa Stella -.

Gli addetti dell'Asl e le forze dell'ordine stavano facendo controlli come fanno in tante ditte. La reazione dei cinesi è stata gravissima. Purtroppo in quella comunità spesso c'è una forte insofferenza alle regole fiscali, alle leggi che regolano la sicurezza sul lavoro e i diritti dei lavoratori, al rispetto delle norme igienico-sanitarie. Non è un mistero per nessuno, e sarebbe ipocrita negarlo, che spesso queste ditte fanno concorrenza sleale alle aziende italiane che pagano tasse, contributi e imposte.

Questa tolleranza verso l'illegalità deve finire, siamo stanchi. Chi non vuole rispettare le leggi italiane, torni nel suo Paese".

Foto gallery
In evidenza