Sesto Fiorentino: accordo di Natale per la moschea

Ma i Rom sfrattati dall'incendio del 19 dicembre protesteranno senza tetto, il giorno di Santo Stefano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 dicembre 2017 17:06
Sesto Fiorentino: accordo di Natale per la moschea

L'Imam di Firenze, il Rettore dell'Università, il Vescovo di Firenze e il Sindaco di Sesto Fiorentino hanno raggiunto l'accordo per costruire una moschea nell'ultima parte di superficie urbana non ancora edificata. Gli accordi sono stati presentati in Consiglio Comunale (dove si registra a favore l'astensione dei Cinque Stelle) solo il giorno precedente la firma ufficiale della convenzione che oltre all'edificazione della moschea prevede anche la costruzione di una chiesa nell'area universitaria.

E' la stessa Sesto Fiorentino, in cui i Rom di Quaracchi si preparano a ricordare la terribile morte di Marian Ciungo con una celebrazione che si svolgerà martedì 26 dicembre, all'interno di un stabile, adibito ad uffici, occupato la notte del 20 dicembre, in Via Lucchese. Stamani anche il Cardinale Giuseppe Betori ha ricordato Marian davanti all'oratorio della Chiesa di San Martino.

Meno di una settimana fa, il 19 dicembre, alle 11.00 del mattino, un incendio ha distrutto un edificio di proprietà Ikea in Via Ponte a Giogoli. E Marian muore arso vivo, mentre tutta la comunità, circa 150 persone, rimane priva di un tetto. La sera stessa, nel centro della città, i Rom entrano nell'oratorio della Chiesa di San Martino e il Parroco Don Daniele Bani accende il riscaldamento. Il giorno dopo le porte dell'oratorio vengono sbarrate da Carabinieri, Polizia di Stato, e Municipale di Sesto.

Intanto continuano le minacce di morte, con chiari riferimenti ad attentati incendiari, sul sito Facebook di un'organizzazione fascista fiorentina. E' quanto denuncia l'Associazione Nazione Rom, che aveva già denunciato le minacce di morte ricevute dall’intera comunità di etnia Rom di Quaracchi nell’ultimo mese ed in particolare nei giorni immediatamente successivi alla manifestazione, organizzata nel centro di Firenze, il 17 novembre 2017, quando lo stesso Marian Ciungo, insieme a donne, bambini ed uomini aveva sfilato in corteo sino alla Prefettura in Via Cavour.

Intanto a Firenze COSPE deplora l’adozione da parte del Consiglio comunale (del 4 dicembre scorso) della mozione che sostiene la richiesta di aprire un centro di permanenza per il rimpatrio in Toscana, rispondendo così favorevolmente alla disponibilità già espressa dal Sindaco di Firenze di ospitare questa struttura sul territorio comunale. La soluzione all’immigrazione irregolare di coloro che non hanno avuto riconosciuto il diritto all’asilo non sta nella reclusione di queste persone in centri da cui poi vengono rimpatriati. Molte di queste persone provengono da paesi dittatoriali o le cui risorse sono state depredate da classi dirigenti corrotte oppure da società multinazionali che praticano il land grabbing e il water grabbing.

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