Sessualità, polemica sui corsi scolastici di orientamento

La manif pour tous Toscana interviene sull'educazione scolastica dei giovani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 febbraio 2015 18:46
Sessualità, polemica sui corsi scolastici di orientamento

"I genitori hanno diritto ad opporsi all’utilizzo di fondi pubblici per “ri-educare” i propri figli all’ideologia gender a scuola senza, o addirittura contro, il loro consenso" così sostengono i Circoli toscani de LA MANIF POUR TOUS ITALIA VITA E’ SCIENZA&VITA Castelfiorentino, Pisa-Livorno, Siena.

La notizia arriva da Vaiano, provincia di Prato. Una mamma preoccupata lancia l’allarme dopo avere appreso di un corso di formazione rivolto agli insegnanti di ogni ordine e grado, che si sta svolgendo all’Istituto Bartolini di Vaiano, dal titolo “Educare alle differenze” ossia a «sviluppo sessuale, identità di genere, ruolo, orientamento affettivo sessuale e situazione familiare».

La manif pour tous "Tale corso è gestito da “Intersexioni”, un «collettivo composto da attiviste/i e studiose/i (tutt* volontar*)» – testuale dal loro sito – che si occupa di «questioni intersex e cultura transgender» ed è rivolto a tutti coloro che hanno difficoltà a gestire studenti «gender non conforming», o che non sanno come trattare bambini che «hanno due mamme o due papà», per fornire strumenti di accoglienza al contesto scolastico «luogo privilegiato per la formazione dell’identità».

E’ doveroso, al riguardo, rilevare che dietro questo – come dietro tutti gli altri analoghi progetti esplicitamente legati alle “gender theories” - non vi è niente di scientifico, ma soltanto una visione ideologica che pretende di negare la realtà costitutiva della persona umana, ossia la sua natura corporea sessuata maschile o femminile.

Il corpo, secondo tali teorie, sarebbe irrilevante, un vuoto contenitore da riempire, di volta in volta, a seconda della soggettiva percezione che ciascuno ha di sé, individuando infinite varietà di generi.

Come possono certi concetti essere spacciati per una legittima e anzi auspicabile educazione alle “differenze”?

Se è indubbio che anche nella scuola si contribuisca a formare l’identità personale di bambini e ragazzi, è estremamente pericoloso che si pretenda di farlo senza tener conto dei genitori -o addirittura in contrasto con essi- e del loro diritto primario e costituzionalmente garantito ad educare i propri figli.

Risulta evidente che le tematiche trattate in questo corso - sessualità e affettività - sono prerogativa della famiglia e la scuola non può occuparsene se non nel rispetto del principio di sussidiarietà educativa.

E’ inoltre sotto gli occhi di tutti che la scuola pubblica italiana sia al tracollo a causa degli ingenti tagli alla spesa che ha subito e i cittadini devono essere consapevoli che invece per tali iniziative il finanziamento si trova sempre grazie al sostegno di varie istituzioni pubbliche a partire dall’Unione Europa; nel caso in questione i fondi sono garantiti dall’ “Accordo territoriale di genere”, stipulato tra Regione, Province e Comuni che coinvolge la maggior parte del territorio toscano"

I centri toscani ricordano inoltre che "che dietro belle parole come “lotta alle ingiuste discriminazioni, al bullismo omofobico, tolleranza, educazione alle differenze, ecc.”, si nasconde una visione del mondo che nega l’evidenza della realtà e mira a demolire la stessa natura dell’uomo, con gravissime conseguenze per i bambini e la società tutta.

Come associazioni coinvolte nella questione ci mettiamo a disposizione di genitori, insegnanti e di tutti affinchè la scuola e le istituzioni rispettino il ruolo primario dei genitori nell’educazione dei figli e proteggano i bambini dalla pericolosità dell’ideologia gender".

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