Seggio Elettronico: identità buona per pagare, non per votare

Con l'arrivo in Italia dell'identità digitale sarebbe possibile votare anche da casa, ma siamo culturalmente arretrati

Antonio
Antonio Lenoci
19 aprile 2016 10:24
Seggio Elettronico: identità buona per pagare, non per votare

Avere una alta partecipazione e spendere il meno possibile, la tecnologia significa anche questo, o no?A Firenze durante l'ultimo Referendum si è puntato sulla razionalizzazione, sono spariti i custodi dei plessi scolastici, e sono sparite anche le lampadine incandescenti dalle cabine, sostituite da una lampada a led per le emergenze.Sarebbe possibile oggi votare con una Applicazione, da casa? "Sì, assolutamente - risponde Valentina Flaminio, giovane imprenditrice del settore dei servizi internet per la Pubblica Amministrazione - se me lo chiedessero svilupperei immediatamente un software in grado di gestire la votazione attraverso il riconoscimento del votante e l'acquisizione del voto remoto".Allora come mai non siamo pronti? Azzardiamo una ipotesi: in Italia abbiamo registrato il caso dei venditori di voti all'esterno dei seggi, cosa accadrebbe se si potesse votare all'ombra di Presidenti, Segretari, Scrutatori e Forze dell'ordine?Bancomat, Banco Posta e Carte di Credito prepagate hanno aperto la strada all'e-commerce ovvero al pagamento di beni e servizi attraverso codici di riconoscimento "verificati e garantiti".

Inps ed altri enti di previdenza hanno distribuito password in grado di gestire la propria posizione contributiva. La Tessera Sanitaria Elettronica ha aperto la strada ai servizi regionali come il trattamento di dati sensibili e la valutazione dell'ISEE. Il nuovo sistema SPID, detta identità digitale, permette oggi ai cittadini di accedere ai servizi online dimenticando le decine di password, chiavi e codici necessari poiché è formato da un codice con tre livelli di sicurezza, "verificato e garantito".Perché allora in Italia si vota su una scheda di carta colorata e stampata spesso (con vari difetti) all'ultimo secondo, utilizzando una matita (che a molti sembra non funzionare)?Sembra che il voto elettronico non sia ritenuto affidabile, l'elettore, abituato ad avere un riscontro fisico, necessita di un supporto cartaceo.

Ma non è forse la stessa logica abbandonata con l'uso della moneta elettronica? Pagare in sicurezza si può e votare no? E' possibile dunque inculcare nella testa del consumatore che digitare il proprio Iban su un telefono è una operazione sicura per poi ritenere che esprimere un voto a distanza potrebbe essere una pratica poco affidabile. Sistemi di voto elettronico sono nati negli anni '60 con le schede perforate.

Il voto telefonico e tramite Internet negli anni '80 era usato tra gli azionisti, i membri delle associazioni no profit e negli Ordini professionali.  Nel 2007 la Commissione Europea vara la Direttiva 2007/36/CE che consente l'esercizio del diritto di partecipazione e voto remoto nel corso delle assemblee degli azionisti. L'Italia, spesso lenta e refrattaria sino ad essere multata, recepisce la Direttiva.

Il voto tramite Internet è usato per le elezioni politiche ed amministrative nel Regno Unito, Estonia, Svizzera, Canada, primarie USA e Francia. Ed ancora in India ed in Brasile. 

In Italia le esperienze di votazione elettronica per cariche associative tra giornalisti, ordini dei geologi o chimici, associazioni di categoria, culturali, professionali, hanno registrato soprattutto il risparmio economico e la partecipazione più larga del solito. Sperimentazioni ci sono state anche sulle elezioni politiche però non c'è una normativa.Nel 2001 in Sardegna il Ministero dell'Interno accoglie la richiesta, il software di Ales si chiama "e-Voto" ed al nome del candidato associa un codice a barre da rilevare con una penna ottica.

Il Governo si accorge che il sistema può funzionare, così tra il 2004 ed il 2006 si inizia con 1.500 sezioni alle elezioni europee del 12 e 13 giugno 2004. Nel 2005 sono 1.800 le sezioni in Liguria e per le elezioni regionali del 3 e 4 aprile sparisce la penna ottica da passare sulla scheda perché arriva il mouse.Nel 2006 sono 12.680 le sezioni tra Lazio, Liguria, Puglia e Sardegna per le elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 e compare il pc portatile.Da allora sono passati 10 anni e smartphone, pc e tablet sono in dotazione alla popolazione italiana quasi quanto lo è un portachiavi.

Si vota dietro ad una tendina, dopo aver consegnato un documento di identità ed una tessera elettorale dagli spazi limitati, occorre tracciare una croce con la matita su un foglio di carta e ricevere un timbro imbevuto di inchiostro.Perché non siamo pronti? Perché non ci fidiamo.

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