Scuole no Covid: migliaia di test in ogni provincia

Cosa possono fare docenti e non docenti a due settimane dall’inizio dell’anno scolastico. Dopo l’ordinanza regionale sui medici nelle scuole il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi): “Una marchetta elettorale di Rossi. Un patetico tentativo di ingraziarsi i voti dei nuovi medici che genera confusione di ruoli nella categoria”. Serena Spinelli (Sinistra Civica Ecologista): “Nessuno mette in discussione il ruolo dei pediatri di famiglia, ma serve un punto di riferimento costante”. Chiara Pelagotti (FdI): "A Firenze ancora tutto in alto mare: dalle mense ai bidelli. Vergogna!"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 agosto 2020 18:07
Scuole no Covid: migliaia di test in ogni provincia

Firenze– Nella prima settimana di attività del servizio sono stati circa 7.400 i test sierologici prenotati dal personale scolastico residente sul territorio dell’Azienda USL Toscana nord ovest attraverso il sito regionale “Rientro a Scuola”. In particolare da lunedì scorso, 24 agosto, sono circa 1.500 i test messi a disposizione ogni giorno del personale scolastico su tutto il territorio aziendale con questa ripartizione settimanale: 2.350 Ambito Livornese, 1.505 Ambito Pisano, 1.490 Ambito Lucchese, 1.250 Ambito Massa Carrara e 800 Ambito Versilia per un totale di 7.395 test.

Sommando la provincia di Arezzo a quelle di Siena e Grosseto si arriva a quasi 8.000. Sono tante le prenotazioni del personale scolastico per i test sierologici. In provincia di Arezzo sono sette le strutture Asl dove è possibile eseguire il test. Arezzo ha 1.300 prenotazioni, San Giovanni 704, Camucia 252, Bibbiena 164, Sansepolcro 150, Monte San Savino 90, Subbiano 71. Le prenotazioni sono state aperte il 20 agosto e si chiuderanno il 5 settembre. L'obiettivo è contribuire alla ripresa regolare e sicura delle lezioni.

Lo strumento è lo screening sierologico a tutto il personale delle primarie e secondarie pubbliche, statali e non statali, paritarie e private. L'Asl Toscana sud est mette a disposizione due strade. La prima è quella che inizia con il contatto con il proprio medico di famiglia: appuntamento, test rapido (la cosiddetta digitopuntura) e in soli 10 minuti il proprio medico sarà in grado di consegnare il referto. La seconda strada inizia sul web e cioè con la prenotazione obbligatoria del test (non ci può presentare a fare il test senza di essa).

Qui si può scegliere sede e orario. Si andrà quindi presso l'ambulatorio Asl scelto e ci si sottoporrà al prelievo ematico e non quindi alla digitopuntura. Il referto sarà reso disponibile sul fascicolo sanitario elettronico personale. Una volta avuto il referto, ci saranno due opzioni. Se è negativo, tutti a scuola. Se invece è positivo, si dovrà fare il tampone. Sarà sufficiente contattare il numero verde 800556060 per la prenotazione e si verrà contattati per eseguire il tampone in modalità drive trhu, rispettando ovviamente l'isolamento domiciliare domiciliare se non per sottoporsi al tampone. Se l'esito sarà negativo, si potrà tornare al lavoro a scuola.

Se sarà positivo, si verrà presi in carico dal Servizio di prevenzione della Asl Tse.

L’ordinanza regionale sui medici nelle scuole si presenta come la solita operazione demagogica pagata dai contribuenti toscani. Il Presidente Rossi, in cerca di visibilità, tenta pateticamente di ingraziarsi i voti dei nuovi medici generando confusione di ruoli nella categoria. Il medico scolastico è una figura assolutamente inutile e non serve neanche a tranquillizzare le famiglie. E’ sufficiente, come da protocolli nazionali, l’uso delle mascherine, delle distanze e soprattutto non mandare i figli a scuola con la febbre! Mi chiedo, i medici di base cosa ci stanno a fare? E poi con quali soldi verranno pagati questi medici scolastici? Cosa faranno alla fine dell’anno e della scadenza del contratto? -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi), che ha raccolto le segnalazioni di vari medici toscani- Io dico: la carenza dei medici non è nelle scuole ma negli ospedali, che grazie anche ai tagli di Rossi sono alle prese con carenze croniche di medici e infermieri.

Assumere nuovi medici per ruoli professionali già ricoperti da pediatri e medici di base è solo un goffo tentativo di raccattare qualche voto. La Regione avrebbe, invece, dovuto rafforzare gli organici con medici formati, puntando così alla qualità e non a tappare buchi. Per gli alunni e le famiglie non sarebbe stato meglio stanziare fondi per aumentare il numero di tamponi garantendo efficienza e rapidità? Sarà un inferno se ogni raffreddore di bambino diventerà un caso di sospetta positività invece di potergli fare un tampone gratis e rapido.

Invece di creare mostri giuridici, complicazioni e false aspettative professionali nei giovani medici, per controllare la febbre agli alunni sarebbe bastata una figura come un infermiere laureato che fungesse da contatto tra la scuola ed il pediatra, oltre ad un collegamento telematico tra scuola e pediatri di base. Così da snellire l’iter che oggi implica che il docente informi la famiglia e poi questa, a sua volta, informi il pediatra. Si è invece preferito una volgare operazione politica raccoglivoti con i soldi dei toscani”.

"La figura del medico scolastico che il presidente della Regione Rossi vuole introdurre in tutte le scuole della Toscana è un’idea che si è già rivelata inutile, un residuo della vecchia medicina scolastica del Ventennio, portatrice di un falso messaggio medicalizzante delle strutture scolastiche e oltretutto ripetitiva di tante altre figure mediche che ruotavano, e ancora ruotano, attorno al bambino: il pediatra di famiglia, il pediatra del consultorio o il professore pagato dalla suocera perché aveva visto la mamma da bambina”.

Ad affermarlo è Paolo Sarti, pediatra e consigliere uscente di Toscana a Sinistra, secondo il quale “la medicina scolastica è stata superata perché non aveva più alcun senso. Il pediatra di famiglia conosce la famiglia, il bambino, la sua storia sanitaria ed è quindi la figura privilegiata che può intervenire con competenza sulla sua salute”. “Invece il medico scolastico non sa niente di tutto questo e non serve neanche alla struttura”. “Se c’è un positivo in classe non si possono seguire le indicazione del dottore della scuola, dev’esserci un protocollo valido per tutte le strutture scolastiche”, prosegue Sarti, che è candidato alle regionali con Toscana a Sinistra nella circoscrizione Firenze 1. “L’idea del presidente Rossi di reperire medici alle tre Asl anche senza specializzazione, pensionati e da assumere con contratto libero-professionale porterà soltanto nuove spese inutili per la collettività.

Già abbiamo il problema che i medici pediatri, al pari dei medici di famiglia, hanno un contratto libero professionale e quindi si integrano a fatica nel servizio sanitario pubblico, come possiamo pensare di stipularne ancora un altro?”. “Sulla sanità non ci si improvvisa – conclude Sarti - e ad andare dietro agli umori della gente si fanno soltanto danni. Occorre avere una visione politica nella sanità, complessa e completa ma evidentemente Rossi l’ha persa”.

“Tutti riconosciamo il ruolo imprescindibile dei pediatri di famiglia e nessuno vuole sminuirlo o prevedere figure che creino sovrapposizione di ruoli. Ma il collega Paolo Sarti sbaglia, parlando di “roba da ventennio” e paragonando il medico scolastico di una volta con quello che ha intenzione di fare la Regione Toscana, anche secondo le indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità, in vista dell'apertura dell'anno scolastico. Ovvero assumere medici con contratto libero professionale, affinchè in questa fase così straordinaria ogni istituto scolastico abbia un riferimento per le attività sanitarie previste dai protocolli anti Covid-19 del ministero dell'Istruzione.

Queste figure non sono la reintroduzione dello storico medico scolastico e, inoltre, faranno riferimento al Dipartimento di Prevenzione, che manterrà il coordinamento di queste attività di assistenza e prevenzione per le scuole". “Per garantire la massima sicurezza degli alunni e per il rispetto dei protocolli ministeriali alle scuole servirà un punto di riferimento certo e sempre reperibile, da contattare in caso di necessità e che dovrà rispondere in maniera costante e tempestiva alle richieste degli istituti e dei genitori, laddove vengano individuati casi di potenziale infezione.

Al di là delle polemiche, come si pensa di risolvere questa necessità? Lo faranno i pediatri di famiglia? Leggo che la stessa Società Italiana di Pediatria chiede invece un supporto in tal senso e caldeggia tale soluzione. Credo che la Regione debba lavorare su più fronti per rispettare quella che è un’assoluta priorità, ovvero far ripartire l’attività scolastica e farlo in sicurezza. Debba cioè mettere insieme le figure professionali, familiari e sanitarie che ruotano intorno alla scuola per condividere percorsi e protocolli certi, nell’interesse della salute degli studenti, del personale scolastico e del diritto alla formazione.

Per il futuro dopo l'emergenza Covid è comunque necessario un maggiore investimento sul ruolo e anche sul numero dei professionisti dedicati alla Prevenzione territoriale. In questo senso si apprende positivamente che anche le scuole di specializzazione in Igiene aumenteranno da quest'anno significativamente il proprio numero di posti". E’ quanto dichiara la consigliera regionale Serena Spinelli (Sinistra Civica Ecologista), candidata nei collegi di Firenze 1 e Firenze 2 in merito all’ordinanza regionale che dà mandato alle AUSL toscane di attivare le procedure per l’assunzione di medici da assegnare agli istituti scolastici.

"Non ci sono storie, dopo mesi di lockdown e vacanze estive la scuola deve riaprire.Hanno avuto 6 mesi per preparare la riapertura della scuola, siamo al 28 agosto e ancora non abbiamo certezze.Agli insegnanti è stato chiesto di fare il sierologico agli ATA no, ma i bidelli sono da meno? O stanno meno a contatto con i bambini? Non solo, ancora non sono stati chiamati i bidelli per le primarie e secondarie dalle liste ministeriali e il sindaco non ha trovato bidelli per asili nido e materne, minacciando di lasciare a casa una parte di bambini.

Ma a 15 giorni dalla riapertura ancora non si sono organizzati?". E' quanto dichiarato da Chiara Pelagotti, candidata di Fratelli d'Italia a Firenze per le prossime elezioni regionali. "Assistiamo anche alla movimentazione di docenti da una scuola all'altra, così che i bambini che hanno subito più di tutti gli effetti del lockdown si trovano a dover affrontare un'avventura nuova con tante restrizioni e insegnanti che nemmeno conoscono. Anche le mense a tutt'oggi non hanno ricevuto la lettera di incarico da parte dell'amministrazione comunale e i dipendenti delle cooperative si chiedono se a loro verrà fatto un corso su come sanificare le sale mensa e se dovranno cambiare gli spazi e i ritmi.

Se lo chiedono i dipendenti, ma i dirigenti del comune no? Anche per loro per ora niente sierologico. Ditelo che la scuola non la volete riaprire e che i nostri figli non vi interessano. Avete aperto i centri estivi, a pagamento, il giorno dopo la chiusura dell'anno scolastico negli stessi ambienti. Vergogna!".

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