Scuola dell'infanzia: genitori criticano il bando di Firenze

Il Comitato replica alle cartteristiche richieste che mancherebbero di garanzia per la didattica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 giugno 2015 16:33
Scuola dell'infanzia: genitori criticano il bando di Firenze

 Ieri è arrivata la lettera di risposta dall’ufficio regionale del Ministero alla diffida inviata per segnalare il legittimo dubbio sul mantenimento della parità scolastica nel nuovo sistema di gestione della scuola dell’infanzia comunale. Oggi il comitato di genitori fiorentini L’infanzia non si appalta ha inviato una lettera aperta all’Assessora Cristina Giachi.

"Le scriviamo in seguito alla pubblicazione del bando di appalto, il quale ci lascia ancor più sgomenti e arrabbiati di quando abbiamo iniziato il nostro percorso di mobilitazione, ormai più di tre mesi fa. Il capitolato infatti non solo conferma le nostre preoccupazioni e paure, tutte quelle che abbiamo espresso fin da marzo, ma si rivela addirittura peggiore delle nostre non certo ottimistiche aspettative" scrivono le rappresentanti dei genitori.

"Riteniamo di avere diritto a delle spiegazioni chiare da parte sua, spiegazioni che deve non solo a noi, ma alla cittadinanza tutta e alla stampa, poiché con la cittadinanza tutta e con la stampa Lei si è tante volte fatta forte di dichiarazioni e promesse che si rivelano oggi clamorosamente false".

"Che fine hanno fatto, vicesindaca, tutte le Sue promesse? - proseguono - Dove tutte le rassicurazioni che per mesi ha diffuso alla stampa e ai genitori, trattandoci da millantatori di falsità, da poveri sciocchi strumentalizzati da sindacati o forze politiche? Abbia adesso il coraggio di dire che ci ha preso consapevolmente in giro nel tentativo di smontare la protesta, di dividere i genitori".

I punti in discussione: "Prima questione, quella delle qualifiche del personale in appalto. Ai genitori e ai sindacati che dicevano che fra i contratti delle cooperative non è prevista la figura del docente, ma solo quella dell'educatore, ha risposto più volte che tutto ciò non era vero. Per fare solo un esempio, vogliamo citare una dichiarazione rilasciata alla stampa il 25 marzo: «I sindacati dicono una serie di falsità. Il tempo del pomeriggio sarà di altissima qualità educativa. E si farà con insegnanti abilitati, non con ‘personale esterno con qualifica non meglio definita’».

Ma nel bando di tutto questo non c'è traccia: la qualifica e l'esperienza richiesta potranno essere relative indifferentemente alla fascia 0-3 (educatori) o 3-6 (insegnanti), nonostante i due profili prevedano percorsi di studio di lunghezza e tipologia completamente diverse. Per capirsi, sarebbe come dire che per insegnare matematica al liceo scientifico posso usare indifferentemente un insegnante abilitato per le elementari o uno abilitato per i licei".

Non è tutto. "Se chi vincerà l'appalto vorrà mandare in classe un lavoratore che non ha nessuna qualifica, neppure quella di educatore, dovrà solo pagare una penale giornaliera: un deterrente di ben poco impatto, non le pare?" chiedono i genitori al vicesindaco di Firenze.

"Aveva anche promesso che il personale, oltre ad essere personale docente, sarebbe stato inquadrato in base a uno dei contratti nazionali previsti per le scuole paritarie private, ma anche di questo nel capitolato non si fa menzione, non c'è nessuna traccia, e quindi chi si aggiudicherà l'appalto si avvarrà del contratto più conveniente, quello delle cooperative: 6/8 euro l'ora e nessuna retribuzione durante le sospensioni della didattica.

Aveva promesso che il personale in appalto avrebbe lavorato collegialmente con le insegnanti comunali, ma il bando dice che il POF lo stenderanno le sole insegnanti comunali".

IL POF. "Il bando prevede che il personale in appalto non debba svolgere la programmazione del POF, ma solo integrarlo con una serie di attività aggiuntive, rispettandone le sole linee guida, quelle generali, che rimangono uguali di anno in anno e che non tengono conto neppure della specificità di ogni singola classe. Era la paura che esprimevamo fin dal nostro primo documento, si ricorda?".

E quindi? "Avremo solo attività aggiuntive, e non più scuola. Peraltro, questa 'altissima qualità' delle attività aggiuntive, vicesindaca, ce la vuole spiegare? Ci vuole spiegare la valenza formativa del laboratorio di 'Educazione all'immagine animata' che il capitolato prevede, durante il quale le nostre bambine e i nostri bambini, invece di fare scuola, saranno messi davanti alla televisione? O ci vuole spiegare come si può garantire la qualità dell'insegnamento della lingua inglese, quando per svolgere tale attività basterà un diploma di scuola superiore e un attestato di conoscenza della lingua che non ne specifichi neppure il livello?".

Il risultato? Secondo i genitori "è scritto a chiare lettere, ed è sotto gli occhi di tutti: il tempo pomeridiano non sarà scuola, sarà un doposcuola, l'equivalente dei laboratori di un centro estivo, o di una ludoteca. Per quanto queste attività potranno essere interessanti, esuleranno dalla formazione complessiva delle bambine e dei bambini. E così le alunne e gli alunni delle scuole in appalto si troveranno con un tempo scuola dimezzato rispetto alle loro compagne e ai loro compagni delle scuole non in appalto, con un pomeriggio frammentato tra tante piccole attività aggiuntive privati del loro diritto all'istruzione e alla formazione".

Il nodo della discussione. "L'istruzione non è un servizio da offrire a dei piccoli clienti nelle modalità che l'amministrazione preferisce, ma un diritto da garantire a cittadini e cittadine e alla società tutta secondo quanto previsto dalle Indicazioni nazionali per la scuola di infanzia e dalle leggi dello Stato e, soprattutto, dalla nostra Costituzione.Le linee guida delle scuole di infanzia comunali per questo anno scolastico recitano: “Il futuro di un paese si misura dal modo in cui esso riesce a garantire l’educazione e l’istruzione delle sue giovani generazioni e siamo saldamente convinti che un valido percorso di educazione e formazione dei nostri piccoli - cittadini della nostra città e del mondo - sia assolutamente imprescindibile, se vogliamo continuare a fondare la nostra società su valori di etica personale e pubblica, collettivamente condivisi e funzionali alla crescita civile”. Ecco, queste linee guida le condividiamo, eppure sono quanto di più lontano dall'attuale politica della giunta Nardella: l'amministrazione sta smantellando non solo l'istruzione delle nostre bambine e dei nostri bambini, ma il futuro della nostra città" conclude la lunga missiva.

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