Sciopero generale regionale: il 3 maggio 2016 corteo a Firenze

#ToscanaSiFerma coinvolgerà 100.000 dipendenti del pubblico impiego. Sul piatto il rinnovo del contratto (bloccato da 6 anni), un piano di assunzioni a livello toscano, il rafforzamento del confronto sulla riforma del sistema sociosanitario regionale e la costituzione di un tavolo sulle riforme istituzionali per scongiurare pesanti ricadute occupazionali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 maggio 2016 21:11
Sciopero generale regionale: il 3 maggio 2016 corteo a Firenze

Uno sciopero generale regionale unitario dei lavoratori dei comparti pubblici e privati della Regione Toscana, è indetto dalle Segreterie di CGIL FP, CISL FP, UIL FPL, UIL PA per l'intera giornata di martedì 3 maggio 2016. Alla manifestazione che partirà in piazza Indipendenza (alle 9:30) e si concluderà con un comizio in piazza Santissama Annunziata, interverranno: Rossana Dettori, segretario generale Fp-Cgil Nazionale (a cui saranno affidate le conclusioni); Marco Bucci, segretario regionale Cisl-Fp; Mario Renzi, segretario regionale Uil-FplEnzo Feliciani, segretario regionale Uil-Pa.

La mobilitazione riguarderà, per l'intera giornata o turno di lavoro, gli oltre centomila dipendenti pubblici toscani dei settori sanità, enti locali, Regione, Ministeri, Enti pubblici non economici, servizi socio-sanitari privati. Salvi ovviamente i servizi essenziali previsti dalla legge. I sindacati toscani, in particolare, chiedono:

  • il rinnovo dei contratti nazionali e aumentare le retribuzioni ferme da oltre 6 anni, valorizzare i contratti di settore, rilanciare la contrattazione decentrata, superare i vincoli della legge Fornero sulle pensioni e sbloccare il turnover
  • di rafforzare il confronto regionale e aziendale sugli effetti della riforma del sistema socio sanitario regionale, per valorizzare il lavoro e migliorare la qualità dei servizi
  • di garantire il posto di lavoro nei cambi di appalto e nei processi di riorganizzazione e un piano di assunzioni per mantenere la qualità e quantità dei servizi erogati e ridurre le liste di attesa in sanità
  • di aprire il confronto con la Regione sull’assetto istituzionale e delle funzioni, per scongiurare le pesanti ricadute occupazionali e sui servizi ai cittadini e alle imprese prodotte dalla riforma della pubblica amministrazione, che dopo le Province (con i disastri che tutti hanno visto) toccherà ora uffici e lavoratori di Prefetture, Camere di Commercio, Ministeri, Inps, Inail

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