Sciopero della spesa: Esselunga, Panorama e Coop sotto lente dei sindacati

Richiesto in solidarietà con lo sciopero nazionale dei lavoratori del commercio a cui viene rifiutato il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 dicembre 2015 14:34
Sciopero della spesa: Esselunga, Panorama e Coop sotto lente dei sindacati

"Invitiamo tutti i cittadini che auspicano un Paese più giusto e solidale a fare lo sciopero della spesa sabato 19 dicembre in occasione dello giornata di mobilitazione nazionale promossa dai sindacati di categoria CGIL CISL UIL" è il messaggio lanciato dalle organizzazioni sindacali.

Susanna Camusso ha spiegato che “Come sapete, la categoria è da lungo tempo impegnata nei rinnovi contrattuali, particolarmente difficili e in più segnati da una divisione tra le controparti che ha determinato la divisione tra chi ha il contratto perché in aziende aderenti a Confcommercio e i lavoratori e le lavoratrici delle aziende fuoriuscite e quelli delle altre associazioni che da due anni sono senza contratto.

Lo sciopero si svolge nella prossimità delle feste natalizie e ciò richiede maggior sostegno e solidarietà.Sinistra Ecologia e Libertà: "Pensiamo sia giusto solidarizzare perché, dopo lo smantellamento di gran parte dei diritti fondamentali dei lavoratori (attuato dal governo Renzi/Alfano/Poletti, attraverso la libertà di licenziamento, l'introduzione del demansionamento e delle deroghe al contratto, la videosorveglianza dei lavoratori, l'intenzione di destrutturare l'orario di lavoro), i poteri forti vogliono un sostanziale smantellamento anche dei contratti nazionali di lavoro (non a caso il governo Renzi non vuole rinnovare il contratto dei lavoratori pubblici scaduto da oltre cinque anni).

Noi continueremo a batterci, insieme a tutto il mondo progressista, contro questi tentativi falso/modernisti, perché riteniamo che il superamento di alcuni fondamentali diritti, come i Contratti nazionali di lavoro e i tagli al sistema di protezione sociale (sanità, scuola, pensioni), corrisponde a un ulteriore aumento delle diseguaglianze, tale da mettere in discussione la convivenza civile e la democrazia sostanziale sancita dalla Costituzione. Ecco perché, anche con il contratto della Grande Distribuzione, la posta in gioco è davvero alta, non solo per i lavoratori del settore, ma più in generale per l'intero mondo del lavoro e per il Paese: è in gioco il valore del Contratto nazionale di lavoro, è in gioco la dignità dei lavoratori nei luoghi di lavoro, è in gioco la democrazia sostanziale e dunque non possiamo rimanere indifferenti a fronte dei ripetuti tentativi inaugurati dal Governo Berlusconi/Lega Nord e rilanciati con una intensità impressionante dai governi successivi, fino all'attuale: tutti finalizzati a far pagare le conseguenze della crisi ai lavoratori e ai pensionati, con la storiella secondo cui queste sarebbero categorie di privilegiati da ridimensionare per dare un futuro meno incerto alle giovani generazioni.

Tutto ciò è semplicemente FALSO. In Italia le risorse ci sono quello che manca è la volontà politica di andare a cercarle dove sono e utilizzarle per una seria politica che individui i settori strategici su cui investire per uno sviluppo qualitativamente diverso, rispettoso della dignità delle persone ed ecologicamente sostenibile. Questa è l'unica strada che può consentire di creare nuove occasioni di lavoro utili per il Paese e per dare risposte adeguate alle aspettative dei giovani, ma anche di chi è meno giovane ed ha perso il lavoro in questi anni di prolungata crisi, le cui cause non sono certo addebitabili a quella parte di popolazione che lavora, produce ricchezza e paga le tasse, ma sono facilmente individuabili nella politica affaristica dei governi di questi anni, dominata dai grandi gruppi finanziari, con pratiche di corruzione anche attraverso l'uso criminogeno di grandi quantità di denaro pubblico.

A fronte di quanto sopra non sono insignificanti le “strane alleanze” recentemente formatesi per dire NO al rinnovo dei Contratti di Lavoro. Nel caso specifico, vedere insieme la parte più oltranzista del padronato italiano di Federdistribuzione (cioè: Esselunga, Panorama ecc.) con Confesercenti e Coop a dire “NO” o al massimo “SI, ma alle nostre condizioni” (mentre Confcommercio ha già provveduto a stipulare il Contratto nazionale di lavoro per le aziende ad essa aderenti), è quantomeno anomalo se consideriamo che in particolare Coop si è sempre contraddistinta in passato per l'apprezzabile attenzione alle condizioni di vita e di lavoro dei propri dipendenti.

Coop, Federdistribuzione e Confesercenti devono ritornare al tavolo delle trattative abbandonando le loro assurde pretese di avere “mano libera” in materia di trattamenti salariali, orari di lavoro, assenze per malattia,organizzazione del lavoro, livelli di inquadramento. In mancanza di ciò i lavoratori e le lavoratrici hanno un sola possibilità per far valere le loro ragioni. Dare attuazione ad un diritto sancito dalla nostra Carta Costituzionale: lo sciopero".

In evidenza