Sant'Orsola, in un libro i risultati degli scavi archeologici

Individuata la struttura funeraria destinata ad ospitare le sepolture cinquecentesche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 ottobre 2014 18:28
Sant'Orsola, in un libro i risultati degli scavi archeologici

La ricerca archeologica svolta nella chiesa del complesso di Sant’Orsola sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ha consentito di acquisire dati di straordinaria rilevanza sulla chiesa del convento, offrendo, inoltre, nuovi spunti di riflessione sull’evoluzione urbanistica di Firenze nel Basso Medioevo.

L’indagine, che ha interessato i 2/3 dell’estensione complessiva della chiesa, ha portato all’individuazione dell’altare originario pertinente alla fase di fondazione del convento (1309), altare successivamente ampliato e modificato nell’ultimo quarto del Trecento e spostato definitivamente negli anni ‘40 del XVI secolo.

Sono questi alcuni dei risultati pubblicati nel volume Il monastero e la chiesa di Sant’Orsola a Firenze. Indagine storico-archeologica dalla fondazione alla soppressione a cura di Giuseppina Carlotta Cianferoni e Valeria d’Aquino, presentato nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, alla presenza – oltre che delle autrici – del Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, di Stefano Giogetti, ex assessore all’edilizia della Provincia e di Andrea Pessina della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.

Oltre alle diverse pavimentazioni della chiesa, in lastrine, cocciopesto o semplice battuto, ed a strutture di frazionamento della navata liturgica e del presbiterio, sono state indagate e documentate sei sepolture terragne inquadrabili fra il 1375 e la metà del Quattrocento, disposte in posizione privilegiata nell’area dell’altare, ed, ancora, un cassone funerario per sepolture multiple utilizzato a partire dalla metà del XV secolo.

Sono, infine, emersi altri quattro ambienti funerari certamente in uso nel Seicento, fra i quali non si può non menzionare la bella cripta sotto l’altare ‘nuovo’, dotata di ingresso diretto in chiesa e di un secondo corridoio d’accesso con pareti dipinte.

La ricerca archivistica, svolta in concomitanza con quella archeologica, oltre che far luce sulle motivazioni che hanno indotto le benedettine prima e le francescane poi ad apportare modifiche anche sostanziali alla chiesa del convento, ha permesso, in taluni casi, l’identificazione dei defunti deposti nei vani funerari ed ha accertato, in modo inconfutabile, la presenza di una seconda chiesa ad uso esclusivo delle religiose, riconosciuta in un altro ambiente del complesso, in passato erroneamente considerato un refettorio.Era l'aprile 2011: Il Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici culturali e ambientali presenta alla stampa un progetto di ricerca nell’ex convento di Sant’Orsola: "Nella sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, sarà presentato un progetto del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali per la ricerca dei resti mortali di Lisa Gherardini, la nobildonna fiorentina ritenuta dai più importanti studiosi la modella ispiratrice della Gioconda di Leonardo

Durante la conferenza stampa verrà distribuita la documentazione che attesta la sua sepoltura nel Convento di Sant’Orsola, di proprietà della Provincia di Firenze, e il progetto di ricerca. Alla presentazione parteciperanno il Presidente della provincia di Firenze Andrea Barducci, il Presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici culturali e ambientali Silvano Vinceti, il responsabile dell’equipe scientifica del comitato, ordinario di antropologia, esperto analisi di biologia scheletrica, prof.

Giorgio Gruppioni e il prof. Francesco Mallegni, ordinario di antropologia, esperto di paleoantropologia e tecniche di ricostruzione facciale, membro dell’equipe scientifica del comitato"Maggio 2011: "Oggi il cantiere è stato visitato a sorpresa dalla principessa Natalia Strozzi Guicciardini, la cui famiglia discende da un ramo della Gherardini, e, oltre i severi protocolli dei ricercatori, è stato questo il momento di maggiore curiosità, ma anche di emozione, della giornata d'esordio degli scavi.

"Mi sono emozionata, non me l'aspettavo di emozionarmi così", ha detto Natalia Strozzi dopo essersi intrattenuta a parlare con gli esperti osservando gli scavi per circa un'ora e mezzo. "Perché - ha spiegato - o che si trovino o che non si trovino i suoi resti, è certo che si tratta comunque della Lisa Gherardini, cioé di una nostra antenata di cui è attestata la sepoltura in questo luogo". Natalia Strozzi, che aveva inizialmente espresso perplessità su questo studio, ha oggi definito la ricerca sulla sua antenata "interessante, e anche divertente: secoli di storia ci separano da Lisa ma questo è il luogo in cui lei c'é e mi sembra che si agisca con rispetto".

La presenza dell'erede ha suscitato interesse da parte dei media esteri. La tv francese e russa, che hanno inviato troupe proprio per seguire gli scavi, l'hanno intervistata. Obiettivo è trovare lo scheletro, possibilmente il cranio, e il Dna, di monna Lisa per ricostruire il volto e confrontarlo con l'immagine del dipinto del Louvre: dopo l'intervento di storici dell'arte ed archeologi, saranno 'schierati' anatomo-patologi, antropologi e biologi. Lo scavo andrà avanti circa un mese ma già nella prima settimana dovrebbe dare responsi.

Il Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni culturali che, con il patrocinio della Provincia di Firenze, coordina la ricerca, lo porterà avanti fino a due metri sotto il suolo".

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