​Sanità, liste d’attesa fuori controllo, chiesta verifica sui tempi

Il Vicepresidente della Commissione sanità annuncia una proposta di legge

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 giugno 2014 17:45
​Sanità, liste d’attesa fuori controllo, chiesta verifica sui tempi

"Le possenti azioni di contrasto e contenimento delle liste d’attesa in sanità annunciate a più riprese dalla giunta regionale non hanno dato esito, perché non procedere con il prolungamento degli orari di erogazione del servizio?" questa la domanda che pone il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Fi). Il consigliere regionale  produrrà a breve una proposta di legge in questo senso, si pone al termine di un giro di ricognizione sullo stato dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie nelle varie Asl della Toscana.

«Negli anni – racconta Mugnai – prima di ogni estate ho l’abitudine di verificare l’andamento delle liste d’attesa sanitarie. Ebbene, debbo rilevare che la situazione anno dopo anno è sempre la stessa. Intanto la Asl 10 di Firenze, unica in Toscana, continua a non pubblicare on line i suoi tempi d’attesa ma solo un link a una tabella coi tempi fissati dalla legge per le prestazioni differibili, senza il monitoraggio sul quadro effettivo. Le altre Asl invece pubblicano dati piuttosto aggiornati, qualcuna anche in tempo reale.

E però le criticità sono sempre le solite, con casi come quello di Pistoia (Asl3) dove la prima data disponibile per un’ecografia è il 25 marzo 2015, o di Livorno dove la media aziendale di attesa per una mammografia è di 367 giorni. Sono i casi limite, perché comunque la piaga rimane diffusa come sempre: a Grosseto città (Asl9) per alcune tipologie di risonanza magnetica in particolare cervicale e cranio si attendono 266 giorni, in area apuana (Asl1) l’ecografia alla mammella si fa dopo 179 giorni in media mentre nel Senese, azienda ospedaliera compresa, per una risonanza all’articolazione coxo-femorale se ne aspettano 171; ancora risonanza magnetica senza mezzo di contrasto rappresenta il picco critico nella Asl 11 di Empoli, con 143 giorni per la prima disponibilità; nel Pisano, invece, meglio non aver bisogno di radiografie, dato che per alcune di esse c’è una lista di 116 giorni».

 «Alcune Asl, tra cui la 8 di Arezzo, recano i tempi per le prestazioni che il nuovo Piano nazionale di Governo delle liste d’attesa definisce ‘differibili’ e che vanno erogate entro 30 o 60 giorni a seconda che si tratti di visite o esami diagnostici. Le altre però, definite ‘programmabili’, non hanno termini obbligatori e spesso è lì che si annidano le attese record. Ricordo bene di due casi accaduti proprio di recente nell’Aretino in cui un bimbo in età prescolare ha potuto effettuare una ecografia all’addome solo dopo 6 mesi dalla richiesta, o di un’ecografia al seno per la presenza sospetta di alcuni noduli prenotabile a distanza di 10 mesi.

Troppo».

La soluzione? «Una cosa è certa: quelle messe finora in campo dalla giunta tra campagne, investimenti, promesse e annunci, non hanno funzionato neanche un po’ se non sul piano della propaganda. Anzi, a una cosa son servite, ovvero a dirottare i pazienti esasperati dal bisogno verso l’intramoenia o verso il privato dove, pagando ma spesso neppure troppo più dei ticket ormai esosissimi, la prestazione si ottiene in scioltezza e tempi congrui. Vogliamo davvero provare a cambiare marcia? Io sì, e per questo propongo che si segua l’esempio di Veneto e, proprio di recente, Lombardia dove gli orari di erogazione delle prestazioni anche non urgenti si prolunga in alcuni casi fino alle 23, estendendosi anche al fine settimana. In Toscana giusto la Asl 4 di Prato aveva tempo fa effettuato una sperimentazione in questo senso, ma io intendo presentare quanto prima una proposta di legge che preveda il prolungamento degli orari così da garantire ai cittadini un servizio migliore e più facilmente accessibile.

E basta chiacchiere».

In evidenza