Sanità in Toscana: mesi di attesa, tagli e riorganizzazione

La Toscana è certificata come una Regione di alta gamma, non mancano però casi di attese incompatibili con le patologie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 maggio 2018 16:11
Sanità in Toscana: mesi di attesa, tagli e riorganizzazione

Attendere il proprio turno è prerogativa del sistema pubblico, ma in alcuni casi il fattore tempo è determinante. I casi segnalati negli ultimi tempi tornano ad accendere il riflettore sulle liste di attesa portando all'attenzione pubblica quelle gravi patologie che non possono essere trattate al pari degli esami di controllo.Il carattere della "urgenza" sarebbe spesso sottovalutato all'atto della prenotazione. Il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti ricostruisce una panoramica densa di disagi, malumori, disfunzioni, carenze quando non autentici paradossi.

"Solo stamani, ovvero di lunedì, con cronache a foliazione ridotta, non trovo dorso locale che non abbia la sua pagina di sanità se non cattiva, di certo non buona. Tra Lucca e Versilia – riepiloga Marchetti – una paziente oncologica non riesce da due mesi a iniziare i suoi cicli di radioterapia. All’ospedale Versilia, poi, il personale è così al lumicino che i medici si prestano a far da barellieri. E mentre all’ospedale Lotti di Pontedera si scopre amianto nel reparto, pare una beffa, di oncologia, nella Empoli già afflitta da pesanti liste d’attesa ci si prepara con timore a una ulteriore riforma del sistema di emergenza-urgenza in cui, ed è un timore percepito anche a Siena, si paventano nuovi tagli di Punti di emergenza territoriale e postazioni medicalizzate.

In questo contesto gli ospedali dell’area costiera da Piombino a Cecina, da Portoferraio allo stesso Versilia e agli ospedali di Grosseto e della Maremma come di Massa si preparano ad affrontare un bacino d’utenza estivo talvolta più che doppio rispetto al tran tran invernale e per il quale alle volte non sono adeguatamente classificati né attrezzati».

Forza Italia non ci sta e rinnova il suo impegno, con Marchetti che viaggia allineato al coordinatore regionale del partito onorevole Stefano Mugnai: «Da volano di consenso – attaccano i due leader azzurri – la sanità regionale si è trasformata per la sinistra di governo toscano in cinghia di trasmissione del disagio, simbolo della distanza tra la ragion politica di chi sta nelle stanze dei bottoni di Palazzo Strozzi Sacrati e la ragion pratica di chi ogni giorno è portatore di bisogni di assistenza e cura sempre meno accessibili».

«Anche nel settore dell’emergenza-urgenza – sottolineano Mugnai e Marchetti – al centro dell’attenzione in questi giorni sta accadendo ciò che noi più volte abbiamo denunciato e preconizzato: si va verso il collasso pensando a una ulteriore centralizzazione di un sistema che invece dovrebbe essere rete e che si vuole smagliare spingendo i medici giù dalle ambulanze, tagliando Pet e procedendo a barra dritta oltre la demedicalizzazione dell’emergenza-urgenza verso anche la deinfermierizzazione progressiva. Il motivo? Ovvio: ambulanze spesso frutto di donazioni con a bordo solo volontari per la Regione che non scuce nemmeno i rimborsi per la benzina dei mezzi di soccorso diventa a costo zero. “E’ la riforma 2015 voluta dall’allora Pd, bellezza”, direbbe Humphrey Bogart rispetto a questo quarto potere in salsa rossa. Ma che bruttezza», concludono Marchetti e Mugnai.

"Ormai non passa giorno senza che in Toscana non si registrino casi di pazienti costretti ad aspettare mesi, o addirittura oltre un anno, per poter fare esami diagnostici importanti. Quella delle liste d'attesa è un'emergenza che non può passare sotto silenzio, la Giunta Rossi ha il dovere di dare risposte in merito" chiede il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia), che ha presentato un'interrogazione in merito alla vicenda di un uomo di Empoli, costretto a rivolgersi a una clinica privata per fare due esami, visti i tempi eccessivamente lunghi che gli erano stati prospettati all'Asl. Il paziente è stato costretto, ovviamente, a una spesa maggiorata.

"All'uomo erano state prescritte un’ecografia all'addome e una radiografia al torace, e sulle richieste era scritto 'urgente' - sottolinea Stella -. Ha provato a prendere l'appuntamento il 2 maggio scorso. Ma dall'Asl gli è stato detto che per il primo esame la disponibilità c'era da metà giugno e per il secondo addirittura il 20 di luglio. In sostanza, due visite che avrebbero dovuto essere garantite entro dieci giorni sono state fissate una dopo quaranta giorni, e l'altra dopo due mesi e mezzo. Così è stato costretto a rivolgersi al privato con disponibilità immediata, ma con una spesa di circa 150 euro a fronte di un costo che tramite Asl sarebbe stato di nemmeno 80 euro. Così non va, perché non tutti sono in grado di sostenere spese del genere, è una situazione vergognosa. Altro che sanità all'avanguardia, qui siamo a livelli quasi da Terzo Mondo".

"E' inaccettabile offrire servizi del genere a una persona che paga tasse salate ogni anno. I tre quarti del bilancio della Regione Toscana - ricorda Stella - vanno al sistema sanitario: come è possibile che esistano tempi di attesa così lunghi? E nel frattempo, il governatore Rossi e la sua giunta si permettono anche il lusso di stanziare 2 milioni di euro per le cure dentistiche ai migranti. Gravi disservizi del genere si stanno moltiplicando ogni giorno di più, ricordiamo qualche giorno fa l'anziana lunigianese che si è vista prospettare 20 mesi per una mammografia, o il pensionato pistoiese a cui hanno detto di attendere 18 mesi per una visita endocrinologica. Il diritto alla salute è un diritto basilare, fondamentale, ed è gravissimo che la Toscana non riesca a garantirlo".

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