Sanità in Toscana: gestione, farmaci e cure, ruoli ed innovazione

Nel futuro della sanità toscana molte criticità e poche certezze per lo più legate alle nuove tecnologie, a patto di saperle usare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 settembre 2016 18:25
Sanità in Toscana: gestione, farmaci e cure, ruoli ed innovazione

Nel futuro della Sanità in Toscana c'è un progetto innovativo di razionalizzazione delle spese superflue che comporterà a breve anche scelte etiche importanti. Al momento i grandi temi che si sono dimostrati critici sono: quantificare i fondi impiegati o da poter impiegare per l'assistenza ai pazienti di qualsiasi età, valutare in qualche modo la qualità dei servizi forniti a partire dalle qualifiche e competenze dei professionisti arruolati sino alle potenzialità dei macchinari a disposizione che sono utili solo se usati al 100% in tutte le loro funzioni, arrivando alla implementazione del reparto informatico che presenta ancora lacune tragicomiche e sul quale pesa un errore di fondo, al desk ci sono gli infermieri destinati ai malati e non esperti di gestione di hardware e software, con il risultato che tra un catetere ed una flebo occorre trovare il tempo per inserire i dati su cartelle cliniche elettroniche, che forse per questo, sono aggiornate a due anni fa.Anche la mutualistica e volenterosa Toscana è in bilico tra la certezza e la sempre meno gratuita presenza del sistema pubblico e l'incertezza, tranne che nei costi, del privato convenzionato che non sarebbe ancora adeguatamente valutato e controllato dal soggetto pubblico.

Sempre che un controllo sia concesso al pubblico squattrinato sul privato che investe, ecco perché occorre fare delle scelte.Lo 'spettro' dell'assicurazione sanitaria si presenta nel momento peggiore della storia economica della regione, un tempo ricca di imprenditori aziende, dipendenti pubblici e privati, piccoli e medi artigiani e tanti liberi professionisti pagati e che oggi si aggrappa con le unghie al turismo con una eco malinconica di fabbriche vuote, botteghe abbandonate, studi professionali diventati coworking contratti flessibili, collaborazioni saltuarie e tanta creatività che solo la metà basterebbe a realizzare il Paese delle Meraviglie.In tutto questo si inserisce l'età media in aumento, l'eccessiva presenza di anziani, il crollo delle barriere immunitarie davanti al ritorno aggressivo dei virus come ha dimostrato la meningite e dimostra la campagna per la vaccinazione recentemente lanciata, l'aumento delle malattie in special modo delle patologie tumorali gravi che un tempo avrebbero portato a morte certa nel giro di poche settimane e che oggi possono essere trattate sino ad ottenere una cronicizzazione della malattia che, se da una parte allunga la vita del degente, dall'altra comporta tutta una serie di servizi e la necessità di dare risposte certe e concrete a bisogni che non sono mai stati presi in considerazione quali il rilascio di ausili sanitari, la risposta urgente ad analisi ripetute e periodiche quali esami del sangue, elettrocardiogrammi, test radiologici completi, e tutto ciò che può comportare la gestione di un paziente seriamente compromesso, o come si dice in gergo "in stato avanzato" che ogni giorno può sopravvivere o peggiorare.

Siamo pronti?

Una eredità pesante quella che è toccata a questa generazione.

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