Sanità e Casentino: incontro di Saccardi con sindaci e Asl

Audizione dei sindaci dei Comuni della Toscana sugli ambiti territoriali delle zone – distretto.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 febbraio 2017 23:16
Sanità e Casentino: incontro di Saccardi con sindaci e Asl

FIRENZE– L'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi martedì ha incontrato la Conferenza dei sindaci del Casentino, naturale interlocutore dell'assessorato, insieme al direttore generale e al direttore sanitario dell'Asl. Facendo il punto rispetto ai patti territoriali, è stato verificato che gran parte degli impegni sono stati già assolti con la realizzazione di attività aggiuntive quali: l'isteroscopia, la chirurgia pediatrica, l'allergologia, la chirurgia del pavimento pelvico, l'ambulatorio di partoanalgesia. Si è confermato che dal 1 marzo entreranno in servizio presso l'ospedale di Bibbiena un medico anestesista e un medico internista.

Dal primo maggio inoltre sarà presente presso lo stesso ospedale un direttore di unità operativa semplice, chirurgo ortopedico, che sarà in grado di dare risposta alle problematiche di ortopedia del territorio, servizio che si coordinerà bene grazie all'implementazione della riabilitazione presso il Centro polifunzionale Cerromondo di Poppi in collaborazione con il Centro Agazzi per attività di idrokinesiterapia, riabilitazione neurologica, ortopedica e per le problematiche di disabilità infantile. Ciò consentirà di utilizzare a pieno la piscina che è lì presente.

Sempre per la riabilitazione saranno aumentati due posti letto ex articolo 26. Per quanto riguarda infine la ristrutturazione del Pronto soccorso dell'ospedale di Bibbiena, l'assessore Saccardi, l'Azienda sanitaria e i sindaci hanno programmato che entro ottobre ci sarà il progetto definitivo con presumibile conclusione dei lavori entro il 2018 con un investimento di 400 mila euro. Dall'Azienda è stato altresì assunto l'impegno di attivare il punto di elisoccorso a Chiusi della Verna. La conferenza dei sindaci, l'assessore Saccardi e l'Azienda si sono quindi dati appuntamento il 16 maggio per verificare lo stato dell'arte degli impegni assunti e definire gli step successivi per garantire un'ottimale risposta ai problemi delle persone che vivono in Casentino.

La parola ai rappresentanti dei Comuni toscani, per dare voce ai singoli territori. Questa la particolarità dell’audizione svoltasi in commissione Sanità e politiche sociali, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), che ha riunito in sala consiliare di palazzo del Pegaso, oltre cinquanta tra sindaci e assessori. “Ascoltare i sindaci è nostro dovere, sono loro i custodi dell'anima delle nostre comunità – ha precisato il presidente – e la giornata di oggi rientra nel processo di apertura che ha caratterizzato da sempre i lavori della nostra commissione.

Dalle audizioni sono emerse proposte ed emendamenti che valuteremo prima in commissione, e quindi in Aula, quando saremo chiamati a esprimersi sulladefinizione territoriale delle nuove zone distretto, ma anche sugli aspetti normativi che regolano la fase transitoria, le scelte, gli incentivi, le metodologie adottate dai Comuni, i tempi di decorrenza della nuova zonizzazione. Tra le ipotesi anche incentivi ad hoc per costituire ex novo società della salute, non soltanto favorire incorporazioni o adesioni a quelle già esistenti, e una forte indicazione anche in merito alla gestione diretta delle stesse.

Nella proposta di legge regionale sono previsti incentivi importanti anche fino a 130.000 euro per i comuni che decideranno di integrare le loro funzioni in nuove zone distretto”. Questi sono stati gli argomenti affrontati nel corso della lunga mattinata di oggi, martedì 7 febbraio, caratterizzata da una carrellata di prese di posizione, che hanno messo nero su bianco opinioni e paure. Se in tanti hanno detto no all’accorpamento, usando anche espressioni del tipo “marchingegno per imbavagliare chi la pensa diversamente” o “scippo della democrazia”, altrettanti si sono schierati a favore di una riforma che rafforza il ruolo degli enti locali.

Molti gli input: dalla rimodulazione di alcune zone alla necessità di evitare il depauperamento di territori piccoli e di confine, dalla organizzazione omogenea dei servizi ai tempi di decorrenza della legge, con predilezione per il 1° gennaio 2018. Unanimità di vedute si è registrata sulla partita dei finanziamenti: “Va bene pensare all’architettura, ma soprattutto occorre lavorare e quindi disporre di finanziamenti certi e sufficienti – è stato sottolineato – per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini toscani”. Ringraziando per la nutrita partecipazione e per le proposte presentate, il presidente ha concluso l’incontro ricordando i tempi: “Un comitato tecnico, tra Consiglio e Giunta, si è costituito per discutere e approfondire tutti gli emendamenti che stanno arrivando; pensiamo di completare il lavoro della commissione nel mese di febbraio o primi di marzo, per passare poi al voto dell’Aula entro marzo”.

Con la riforma, gli ambiti territoriali vengono ridotti da 34 a 26, sulla base di alcuni criteri: le nuove zone distretto non possono comprendere più di 25 Comuni, né popolazione inferiore a 50mila abitanti. Non possono esserci zone distretto i cui Comuni afferiscano a due Asl differenti. La revisione si basa sulle stime, secondo le quali il 90 per cento dei bisogni socio-sanitari dei cittadini si riferisce alla zona distretto di appartenenza. Vengono accorpate le zone Alta Val di Cecina e Val d’Era; Bassa Val di Cecina e Val di Cornia; Empolese e Valdarno inferiore; Amiata senese, Val d'Orcia e Val di Chiana senese; Aretino, Casentinese e Valtiberina; Amiata grossetano, Colline metallifere e Grossetano.

La proposta di legge detta una disciplina transitoria per garantire continuità nel passaggio dalle vecchie alle nuove zone distretto, prevedendo, tra le altre cose, il processo di fusione per incorporazione, nell’ipotesi in cui nella stessa zona distretto esistano più Società della salute. Sono inoltre previsti incentivi per le zone distretto accorpate: 100mila euro l’anno, nel periodo 2017-2021, per ciascuna zona oggetto di accorpamento.

I medici della Toscana che hanno frequentato i corsi di Specializzazione tra gli anni 1991/92 e 2005/06, devono attivarsi entro il prossimo 7 marzo per recuperare le retribuzioni loro spettanti e non corrisposte dallo Stato. Dopo tale data scatterà infatti la prescrizione. Lo ricorda il Codacons, che ha avviato una serie di ricorsi collettivi in tutta Italia in favore dei medici specializzati, ottenendo finora oltre 100 milioni di euro di complessivi indennizzi per circa 3.000 camici bianchi. La questione è quella delle mancate remunerazioni nei confronti dei medici che hanno frequentato corsi di specializzazione, dopo che la Corte di Cassazione ha stabilito il diritto al risarcimento dei danni per mancata corresponsione della rideterminazione triennale della remunerazione all’epoca percepita, come imponeva l’art.

6, dlgs n. 257/91. Inoltre, diverse sentenze di vari Tribunali italiani (tra cui Perugia, Ferrara, Pisa e Torino) hanno riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni per mancata corresponsione dell’incremento annuo, in misura pari al tasso programmato di inflazione. Il prossimo 7 marzo scadranno i termini legali per agire ed interrompere la prescrizione. Per questo il Codacons invita oggi i medici della Toscana che ancora non hanno agito per il recupero delle somme non corrisposte, ad attivarsi entro e non oltre il 7 marzo 2017, seguendo le indicazioni contenute nell’apposita pagina pubblicata sul sito www.codacons.it

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