Sanità in Toscana: cambio al vertice della direzione regionale

Il Consigliere Paolo Marcheschi (Fdi): “Il siluramento della dott.ssa Calamai è l’ennesimo tentativo di Rossi di recuperare l’inesorabile caduta”. Il Consiglio ha approvato a maggioranza il bilancio preventivo 2019 e pluriennale 2019-2021 dell’ARS. Marchetti (FI): «Risparmio al di sotto degli annunci e scorte di magazzino assottigliate». Servizi di riabilitazione: interrogazione in Consiglio su percorsi, accessi e tempistica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 aprile 2019 23:35
Sanità in Toscana: cambio al vertice della direzione regionale

Firenze– Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha deciso di procedere al cambio della direzione regionale “Diritti di cittadinanza e coesione sociale”, risolvendo il contratto con la dottoressa Monica Calamai e affidando l’incarico al dottor Carlo Tomassini.

«La ragione di questa decisione - dichiara il Presidente - si fonda sul fatto che da tempo si susseguono notizie e voci relative alla volontà della dottoressa Calamai di cessare il proprio rapporto di lavoro con la Regione Toscana per accettare nuovi incarichi in altri enti fuori dalla regione. Il rincorrersi delle notizie, nonostante le smentite, ha determinato una situazione di incertezza e ha minato l’autorevolezza e l’affidabilità degli atti e delle strategie della direzione del dipartimento nei confronti dei dirigenti del sistema sanitario regionale e dei funzionari della direzione stessa, nonché degli attori della sanità regionale». «La stabilità in un ruolo così delicato - continua il Presidente della Toscana - è infatti garanzia di governabilità del servizio stesso.

Ringrazio la dottoressa Monica Calamai per il lavoro che ha svolto nel periodo in cui ha ricoperto l’incarico, nel corso del quale il Dipartimento ha conseguito risultati importanti». «Sono dispiaciuto - aggiunge Rossi - ma ritengo di aver fatto ciò che è nei miei doveri e nelle mie competenze. Domani firmerò l'atto conseguente e procederò alla nomina di Carlo Tomassini che ci accompagnerà fino alla scadenza del mandato».

La facoltà di nomina e di revoca dei direttori regionali su base fiduciaria è conferita in modo esclusivo al Presidente della Giunta regionale dalla legge regionale 1/2009 che regola l’amministrazione dell’ente. Carlo Tomassini, classe 1955, è una delle personalità più autorevoli della dirigenza sanitaria pubblica in Toscana. Formatosi come dirigente frequentando il Corso di Formazione Manageriale per l'Alta Direzione delle Aziende Sanitarie Toscane presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, ha ricoperto numerosi incarichi nel corso della sua carriera.

Per nove anni ha diretto l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, nel corso dei quali ha guidato il trasferimento dell’ospedale dal Santa Chiara a Cisanello e gestito gli investimenti realizzati per l’innovazione tecnologica nelle terapie. Prima di arrivare a Pisa, Tomassini è stato direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Direttore Generale - Spedali Riuniti dove ha predisposto e realizzato l’organizzazione dipartimentale delle attività assistenziali, la definizione di progetti assistenziali e di mission, nonchè introdotto un sistema di valutazione del personale e di nuovi modelli di percorso professionale.

“Solo ieri in Consiglio ho elencato gli ennesimi gravissimi errori che hanno messo in crisi l’efficienza e la credibilità di Careggi e della sanità toscana. Il siluramento della dott.ssa Calamai è l’ennesimo tentativo di Rossi di recuperare l’inesorabile caduta della sanità toscana. Della Calamai non ricorderemo molto se non il fatto che dove è stata ha generato conflitti, strascichi e veleni, ma certamente non assolve la direzione politica che le è stata imposta dal duo Rossi-Saccardi che, loro sì, saranno ricordati per aver prodotto i 5 anni più terribili della storia della sanità toscana -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marchesch (Fdi)- Ma non è ancora finita per medici infermieri e operatori del settore, che hanno patito per la propria professionalità, ma sopratutto per i pazienti, che hanno sofferto gravi disservizi.

Manca un anno e poi davvero, quando la Sinistra andrà a casa, inizierà la fase del rilancio delle nostre eccellenze mediche fin troppo umiliate” conclude Marcheschi.

Parere favorevole a maggioranza, da parte del Consiglio regionale, alla proposta di deliberazione “Bilancio preventivo 2019 e pluriennale 2019-2021 dell’Agenzia regionale di sanità”. Per il 2019, e anche per i due anni successivi, i contributi economici della Regione ammonteranno a 3 milioni 565 mila euro. Delle risorse a disposizione, il 75,5 per cento sono impiegate per gli stipendi del personale, mentre 540 mila euro servono a pagare attrezzature e affitti degli immobili sede dell’Ars. Negli ultimi anni la quota di finanziamento da parte della Regione è stata diminuita, ma l’Agenzia riesce a mantenere il livello di finanziamento complessivo, compensando il minor introito regionale con il maggior introito dovuto a indagini condotte per organismi esterni.

«Una performance sulla spesa farmaceutica ospedaliera che migliora di 0,16 punti percentuali appena nel 2018 sul 2017 ma per dati sulla spesa farmaceutica comunque non omogenei, visto che quelli dell’anno scorso coprono solo il periodo tra gennaio e ottobre. Tra questo, le scorte di magazzino assottigliate e il fatto che con le nuove molecole meno costose una spesa affine non implichi certo minor consumo di farmaci beh: non siamo tranquilli»: ad affermarlo è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che così analizza la risposta ricevuta in forma scritta alla sua interrogazione sui flussi di spesa per i farmaci in Toscana e sulla presenza o meno di black list per gli stessi. «L’assessore ci scrive che di black list non ve ne sono – prosegue Marchetti – ma leggere che “per i farmaci non innovativi viene fatta una valutazione Health Technology Assessment qualora si presenti il bisogno terapeutico” pone una evidente canalizzazione della scelta prescrittiva per il medico, comprimendone fortemente la libertà di scelta terapeutica e orientandola a favore del farmaco più tempestivamente disponibile».Marchetti si aspettava ben altri dati: «Non più tardi del 13 marzo scorso – richiama – presentando l’accordo con i dirigenti medici Rossi affermava: “In questi ultimi anni, senza far mancare nulla, anzi usando farmaci innovativi e arrivando anche all’eradicazione dell’epatite C, abbiamo risparmiato sulla spesa farmaceutica, risparmio che ha consentito un risultato importante di risorse per 70-80 milioni di euro”.

O il governatore ha preso un colpo di fresco, come si sarebbe portati a pensare dalla dichiarazione sull’epatite C, o davvero i dati fornitici dall’assessorato individuano tutto men che una simile tendenza, ecco. Proprio tutt’altri numeri». Ed eccoli, i numeri che vedono la Toscana sempre oltre il tetto di spesa farmaceutica ospedaliera fissato a livello nazionale, il 6,89% del fondo sanitario regionale, con un lieve miglioramento: «Il 2017 trova il livello regionale di spesa di settore al 9,72%, mentre tra gennaio e ottobre 2018 arriva al 9,56%.

E’ poca cosa e non è comparabile, sono due mesi in meno. La giunta ci fornisce poi, per il 2018, un consolidato con risparmio rispetto all’anno precedente quantificato in oltre 22 milioni, ma rispetto a un ordine di grandezza complessivo della spesa che, avendo il report Aifa 2018 ancora parziale, viaggia sui 600 milioni di euro, per intendersi. Briciole quindi, e comunque una cifra ben lungi da quella accampata da Rossi». Poi ci sono le scorte di magazzino: «Sono state ridotte – illustra Marchetti – e alla riorganizzazione dei magazzini Estar la giunta attribuisce un recupero di 26 milioni di euro.

Bene. Razionalizzare le giacenze è buona prassi. Occhio agli indici di rotazione, però…»

La Giunta conferma che i servizi di riabilitazione territoriale delle aziende toscane garantiscono una tempestiva presa in carico di cittadini che esprimono un bisogno di riabilitazione. Il progetto riabilitativo individuale, gestito dai servizi sia a livello ospedaliero che territoriale, garantisce alla persona continuità assistenziale con gradazione differenziata delle risposte in relazione allo specifico bisogno, e tenuto conto dell’evoluzione della situazione clinica e della situazione familiare.

Le attività di riabilitazione sono comunque oggetto di un monitoraggio attento e continuo. È quanto ha assicurato in Consiglio regionale l’assessore alla Sanità Stefania Saccardi. Rispondendo ad un’interrogazione, è stato chiarito che le varie tipologie di intervento e la scelta del percorso riabilitativo appropriato per ciascun utente, sono decise da medici specialisti e dai servizi aziendali che valutano le generali condizioni cliniche e le relative possibilità di recupero.

Da questo quadro di analisi e informazioni, viene definita sia l'intensità dell'intervento sia il percorso appropriato, residenziale o ambulatoriale. Lo stesso intervento può essere erogato tanto attraverso strutture pubbliche che private. È anche possibile che un utente sia indirizzato in un primo momento verso una struttura privata convenzionata, come il Don Gnocchi di Marina di Massa, e successivamente ricollocato presso un’azienda pubblica. Saccardi ha anche rilevato che in relazione all’azienda Toscana nord ovest, le prestazioni sono attivate dai servizi al momento della segnalazione e le liste di attesa per le prestazioni residenziali e semiresidenziali, nel caso non sia possibile un accesso immediato, sono concordate con l'utente e la famiglia e si mantengono di norma entro 30 giorni.

Ringraziamenti per le risposte sono arrivati dal consigliere Roberto Biasci che ha comunque precisato di voler mantenere alta l’attenzione verso esigenze delicate e necessarie di pazienti e familiari che in più occasioni hanno vissuto momenti di estrema difficoltà.

In evidenza