Salute Mentale a Firenze: Itaca, fisioterapisti della psiche

Esempio virtuoso di reinserimento sociale e lavorativo

Antonio
Antonio Lenoci
07 luglio 2016 16:37

Progetto Itaca Milano nasce nel 1999. Itaca Firenze Onlus è stata costituita invece nel 2011 da sei Soci Fondatori. La sede si trova in via Gino Capponi. E' un appartamento in zona residenziale, che ogni mattina si riempie di "soci del club", si chiamano così i frequentatori del centro.  La filosofia è quella di mettere il paziente al centro e non la sua patologia, intercettando e sviluppando le competenze che possono risultare utili alla persona stessa, ma anche alla società.Il disagio mentale è in aumento, soffrire di depressione o attacchi di panico, così come di ansia, ma anche disturbi alimentari e psicosi è un disturbo condiviso e difficile da accettare nel privato in famiglia e da affrontare nella società.

Viene meno per questo la dignità dell'individuo?Abbiamo visto nei giorni scorsi come la scienza medica abbia il compito di effettuare una diagnosi ed elaborare una terapia, il Servizio Sanitario pubblico si è invece ritagliato il ruolo interventista sui casi più o meno gravi, ma a chi spettano il sostegno alla famiglia, la formazione ed informazione ed il reinserimento sociale? A Firenze esiste il Progetto Itaca, esempio virtuoso che sembra raccogliere i vari spunti lanciati nel corso degli anni che separano l'attualità dalla chiusura dei Manicomi.

Nove da Firenze ha incontrato Paolo Orlando, di professione amministratore e dirigente dello storico gruppo familiare della metallurgia italiana, per passione fondatore e vicepresidente del Progetto Itaca: "Il Progetto ha alle spalle una iniziativa di carattere imprenditoriale ancor prima che sociale. Mia madre si è recata negli Stati Uniti incuriosita da un modello, quello dei Club, che è stato importato in Italia e lo abbiamo sviluppato in numerose realtà".

A Trento il Servizio Sanitario Locale ha sviluppato un modello cui Itaca guarda con ammirazione. La Regione Toscana ha lanciato recentemente un Bando, i fondi sono ancora una volta europei e vincolati, con l'obiettivo di accompagnare i pazienti al reinserimento lavorativo."Itaca non offre un servizio sanitario, ma si occupa di una sfera diversa - precisa Orlando - guardando ai bisogni della persona per combattere stigma e pregiudizio che risultano essere il vero fardello imposto dall'ambiente esterno.

Ci sono luoghi in cui il disturbo mentale viene trattato con molto tatto.. in Germania il drammatico epilogo dell'areo fatto precipitare dal pilota ha visto la stampa riportare molte indicazioni, il disagio mentale non è stato usato per fare sensazionalismo. In altre realtà occorrerebbe maggiore informazione.. a partire dall'attacco di panico fino a casi più gravi. Quanto accaduto a Firenze, in San Frediano, è sintomatico e rappresenta un campanello di allarme sulla conoscenza del fenomeno".Chi sono i protagonisti di questa storia?"La medicina permette oggi di non avere pazienti sedati ma persone in grado di progredire e nelle quali cresce il desiderio di mettersi in gioco, pur controllando la malattia, riconoscendosi da soli una utilità al lavoro.

La famiglia poi, sulla quale ricade la gestione del paziente-congiunto sono invece una risorsa e deve essere formata".Target? "Andiamo preferibilmente tra i 20 ed i 45 anni, una età più consona al reinserimento lavorativo, ma abbiamo anche richieste di soci più giovani ed abbiamo soci con maggiore anzianità. Viene effettuata una selezione iniziale anche attraverso percorsi di gruppo in cui è il gruppo stesso che analizza opportunità e difficoltà del singolo".Ma c'è chi investe su queste risorse? "Molti imprenditori preferiscono essere multati anziché prendere in carico soggetti con problematiche.

Occorre mirare agli imprenditori illuminati. Un lavoro ghettizzante è pericoloso. Capisco che sia umano allontanare ciò che non si comprende.. ma questa si chiama anche ignoranza. Molti nostri soci rinunciano al posto di lavoro se si trovano ad essere trattati diversamente, tanto che il commento più bello che raccogliamo è: Ho dei colleghi bravi che mi hanno accolto come uno di loro".La questione della multa da pagare i lettori di Nove da Firenze l'hanno già sentita ed è dovuta all'obbligo normativo che impone l'assunzione di una categoria protetta ogni 15 dipendenti, se non si ottempera scatta una multa per l'azienda.Cosa fa un Club? "Non offre assistenza.

Abbiamo dei volontari che accogliamo preferibilmente se non provengono da una formazione medica. Il Club riconosce la curabilità della malattia così come la possibilità di stabilizzarla. Purtroppo nell'ambiente medico si parla spesso di ciò che non si può fare e questo caratterizza una mancanza di fiducia proprio da parte di chi dovrebbe darne agli altri".Dalla Jobs Station al posto di lavoro. "Prima di misurarsi con un'azienda esterna, mettiamo a disposizione una stanza connessa ad internet e dotata di postazioni pc.

Un lavoro ripetitivo come quello di inserimento dati, che può risultare ingestibile da parte di alcuni, per i nostri ragazzi è quasi divertente e li aiuta essendo molto metodico. Il telelavoro per le aziende è un nostro punto di forza. Dopo un periodo in cui non hanno fatto nulla, i nostri soci si ritrovano ad aver appreso una lingua ed i fondamenti dell'informatica: questo avviene ad esempio a Firenze, Palermo, Lecce e Parma dove abbiamo convenzioni con importanti aziende".Di quale impegno lavorativo parliamo? "Sono contratti Part Time di 4 ore con affiancamento iniziale.

La grande soddisfazione nostra e loro è tornare a casa e raccontare "Ho un lavoro, guadagno". Insegniamo a crederci superando le barriere ideologiche. Veronesi è stato un maestro in questo nel campo oncologico. In America esiste un parametro preciso: da una parte ci sono i fondi investiti, dall'altra il monte stipendi. La differenza in positivo è il grado di bravura del Club".I fondi. "Abbiamo il 5 per 1000, ma siamo costretti a realizzare eventi come "Tutti matti per il riso".

L'Italia è solidale per natura, più che in America dove occorrono grandi Gala per raccogliere contributi importanti. Firenze è una piazza generosa, ma vuole affidabilità e cerca la bontà del servizio. Occorre mostrare i propri progressi per una fidelizzazione del benefattore".

Itaca si avvicina anche all'ambiente scolastico? "Parliamo ai ragazzi per informarli e raccogliamo grande interesse. In alcune scuole purtroppo non ci hanno accolto perché non credono sia un bene parlare ad esempio di anoressia. Serve invece, anche solo per evitare imbarazzi in famiglia o con gli amici, che impediscono di aprirsi e raccontarsi".

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