Saldi in Toscana: iniziano il 4 gennaio ma per i negozianti è troppo presto

Gronchi (Confesercenti): "La data di inizio così ravvicinata alle festività natalizie è penalizzante per le imprese. Riportiamo i saldi a fine stagione". Tinti (Fismo): "Una beffa, ormai per Natale si acquistano per lo più accessori e piccoli gadgets, i capi pesanti si prendono con lo sconto". Confcommercio: spesa pro capite di 160 euro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 gennaio 2020 20:08
Saldi in Toscana: iniziano il 4 gennaio ma per i negozianti è troppo presto

Si avvicina la data di partenza dei saldi e come, ormai, di consueto si aprono dibattiti accesi sulla tempistica e modalità di svolgimento. Posticipare la data, limitarne la durata, definire il modo di svolgimento, questi e altri i temi che ogni anno divengono oggetto del dibattito. Quest'anno i saldi invernali in Toscana inizieranno sabato 4 gennaio e dureranno sessanta giorni, dunque fino al 3 marzo successivo. La data di inizio è stata fissata in conformità alla legge regionale in materia 'Codice del Commercio’, con una delibera della Regione Toscana, approvata dalla giunta su proposta dell'assessore competente Stefano Ciuoffo.

Quest’anno si fa sentire ancora più forte, nel mondo della piccola impresa dettaglio moda e calzature la voglia di modificare, anche in modo radicale, un meccanismo che ormai non soddisfa più né gli imprenditori né i consumatori. E soprattutto emerge la necessità di posticipare la data di partenza.

Come Confesercenti sosteniamo, ormai da molti anni, che una data di inizio, delle vendite di fine stagione, così ravvicinata alle festività natalizie sia penalizzante per le imprese del settore; inoltre, è necessario un cambiamento della durata. – afferma Nico Gronchi Presidente Confesercenti ToscanaLa nostra proposta è far partire i saldi realmente a fine stagione e con una durata limitata. Poi possiamo, anche, aprire una discussione su natura e modalità delle vendite promozionali, su chi deve effettuare i controlli necessari sul corretto svolgimento nel rispetto del principio di trasparenza nei rapporti dell’utente finale; ma di fatto, senza l’introduzione di una norma che ne regoli data e durata sarà molto difficile far ripartire le nostre piccole imprese.”

I saldi rappresentano, ancora oggi, un momento fondamentale per le imprese; ed è, anche, per questo fondamentale un cambio di passo. Ciò diventa adesso ancora più necessario, in un momento in cui la combinazione di diversi fattori (calo dei consumi, crescita del commercio elettronico, cambiamento degli stili di vita, ecc..) rende sempre più difficile mantenere in vita la rete dei cosiddetti negozi plurimarca.

Cambiamenti climatici degli ultimi anni che hanno reso, generalmente, i mesi autunnali molto più caldi rispetto al passato, associati all’inizio delle vendite promozionali così ravvicinate al Natale hanno finito, alla lunga, per condizionare pesantemente lo shopping natalizio dei prodotti moda.

Abbiamo ampiamente discusso, in questi anni, per arrivare ad una data unica su tutto il territorio nazionale e l’abbiamo ottenuta; però, l’inizio dei saldi invernali, a ridosso del Natale e a pochi giorni dall’inizio della stagione invernale, rappresenta una beffa. – commenta Fabio Tinti Presidente Fismo ToscanaOggi, la maggior parte delle persone preferisce aspettare l’inizio dei saldi per acquistare capi pesanti e di maggior impatto sul budget familiare; limitandosi ad acquistare accessori e piccoli gadgets nel periodo natalizio, ciò a discapito e danno del fatturato delle imprese del settore”.

Ed in un contesto di poca chiarezza, ognuno cerca di arrangiarsi come può: sms, finte vendite promozionali, cartelli ammiccanti e decine di altri stratagemmi al limite del principio di leale concorrenza; tutto ciò con il rischio di perdere il rapporto di fiducia con il cliente, o quantomeno di alterare uno dei principi cardine del lavoro degli imprenditori, quello della trasparenza.

Oggi come mai prima d’ora è necessario un cambiamento. Cambiare si può e si deve: riportare i saldi a fine stagione, limitarne la durata, rendere tutto chiaro e trasparente è semplice, è nell’interesse di tutti, facciamolo! – conclude Nico Gronchi – E proprio in quest’ottica le associazioni di categoria hanno avanzato una proposta di modifica all’attuale legge sul commercio; per ottenere una modulazione delle sanzioni sul rispetto delle regole in ambito di vendite promozionali e trasparenza sui prezzi; con differenziazioni tra piccoli negozi, media e grande distribuzione”.

Le famiglie toscane spenderanno una media di 368 euro ciascuna per i saldi invernali 2020, che si apriranno ufficialmente sabato 4 gennaio. Lo prevede Confcommercio Toscana. “La spesa pro capite dei toscani sarà di circa 160 euro, un dato superiore alla media nazionale, ferma a 140 euro a persona, ma comunque inferiore rispetto all’inverno 2019, quando era di 167 euro a persona”, chiarisce la presidente di Federmoda-Confcommercio Toscana Federica Grassini.

Nel complesso, in Toscana parteciperanno ai saldi il 60% delle famiglie (992.400 sul totale di 1.654.000 famiglie residenti), per un volume d’affari che dovrebbe toccare i 365 milioni di euro.

“La moda esce da un altro autunno-inverno difficile, in cui alla già difficile congiuntura economica segnata da una perdurante contrazione dei consumi si è unito il fattore climatico poco adatto all’acquisto di capi pesanti, visto l’inverno eccezionalmente mite”, spiega la presidente Grassini. “Dal 2011, inoltre, in maniera sempre più marcata i consumi della moda si sono concentrati nei periodi dei saldi e delle vendite promozionali come il Black Friday. Le nostre imprese lavorano sotto la pressione di una fiscalità altissima e con margini di ricavo sempre più bassi, ma continuano ad acquistare i prodotti a prezzo pieno con molti mesi di anticipo, addirittura oltre un anno.

È un meccanismo che ovviamente penalizza soprattutto i piccoli negozi di vicinato, anche perché i consumatori si sono assuefatti agli sconti e li cercano tutto l’anno. Così la concorrenza, più che sull’online, si gioca sulla leva del prezzo. Solo riportando l’accento sulla qualità e sull’etica del consumo si potranno ripristinare sul mercato una maggiore correttezza e trasparenza, anche nell'interesse dei consumatori”.

Secondo le previsioni di Confcommercio Toscana, i prodotti più richiesti durante le vendite di fine stagione saranno capi spalla, giubbotti e sneakers, “tutto all’insegna della comodità e di un look versatile, che si adatta a tutte le occasioni solo cambiando gli accessori”, sottolinea Federica Grassini. Le donne nella fascia d’età compresa fra i 30 e i 55 anni dovrebbero confermarsi le clienti più assidue.

I saldi di fine stagione proseguiranno per sessanta giorni fino a martedì 3 marzo. Tra le principali regole per effettuare correttamente le vendite in questo periodo, Confcommercio ricorda in particolare l’obbligo per gli esercenti di accettare carte di credito/debito e quello di indicare per ogni prodotto il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. Per quanto riguarda il cambio della merce acquistata, è rimesso alla discrezionalità del negoziante, ovviamente a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme.

In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, della riduzione o restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto. Da ricordare poi che i capi proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo, ma nulla vieta di porre in vendita anche capi non appartenenti alla stagione in corso.

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