Runner Pizza: 200 riders assunti a Firenze con contratto di lavoro subordinato

Saranno pagati in base al ccnl e non alle consegne, avranno riconosciute le ferie, la malattia e l'infortunio. Il sindaco Nardella: "Accordo storico, un vero spartiacque. Chiediamo al governo di applicarlo". L'assessore Vannucci: "Vigileremo sulle altre aziende di food delivery". Panzieri (Uiltrasporti): “Faccia da apripista per estendere i diritti ai lavoratori”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 luglio 2019 15:52
Runner Pizza: 200 riders assunti a Firenze con contratto di lavoro subordinato

E’ stato presentato a Palazzo Vecchio un innovativo accordo di lavoro che prevede l’assunzione di 200 riders dell’azienda fiorentina Runner Pizza con contratti di tipo subordinato. Alla conferenza stampa erano presenti il sindaco Dario Nardella, l’assessore comunale al lavoro Andrea Vannucci, l’amministratore delegato di Runner Pizza Tiziano Capitani e i rappresentanti sindacali.

La società lavora nel campo della ristorazione e nella consegna a domicilio di cibo utilizzando varie forme di commercializzazione a partire dalle piattaforme digitali, come Just Eat, attraverso 13 punti vendita nell’area fiorentina/pratese, attraverso contratti di affitto in franchising, con l’obiettivo di conquistare il mercato non solo quello della Toscana ma a livello nazionale. Con l’accordo sottoscritto verranno assunti circa 200 lavoratori a tempo indeterminato a cui finalmente sarà applicato il contratto nazionale “Trasporto merci e logistica’ riconoscendogli tutti gli istituti previsti.

Runner Pizza ha accettato di applicare ai riders il Ccnl Trasporti e Logistica ritenendolo confacente alle proprie necessità e affiancandolo con accordi aziendali di secondo livello. I riders diventano così lavoratori subordinati, ai quali sarà riconosciuta anche l’anzianità lavorativa svolta come co.co.co/co.co.pro con garanzia di applicazione delle norme previgenti al Jobs act, saranno pagati in base al ccnl e non alle consegne, avranno riconosciute le ferie, la malattia, l'infortunio. Il tutto tramite l’accordo quadro sottoscritto che contiene inoltre concetti di “Tempo di disponibilità”, “Tempo effettivo” “Tempi medi di consegna” e “Aree di consegna” e che esclude esplicitamente meccanismi di “Ranking” per valutare i lavoratori.

“Un accordo storico – ha affermato Nardella – che fungerà da vero e proprio spartiacque. Il Comune convocherà al più presto le aziende che si occupano di food delivery per far applicare lo stesso accordo e chiediamo anche al ministro del Lavoro Luigi Di Maio di applicarlo. Sui diritti dei lavoratori non si scherza e in particolare i riders sono una tipologia molto precaria. Questo accordo è una conquista di civiltà e saremo al fianco di Runner Pizza e di tutte le aziende che applicheranno contratti virtuosi. Anche i clienti devono sapere cosa c’è dietro una pizza o un piatto di pasta che ti arriva a casa”.

“Non ci sono più alibi – ha dichiarato l’assessore Vannucci -: grazie all’impegno dell’azienda e dei sindacati oggi segniamo un cambio di paradigma. La soluzione naturalmente dovrebbe essere una normativa di settore che varrebbe per tutti indipendentemente dalla volontà dei singoli. Vigileremo sulle altre aziende di food delivery e stiamo valutando di introdurre un ‘bollino verde’ per quelle che si atterranno a questo accordo”.

“L’accordo di stamani non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. La nostra speranza, così come quella dei lavoratori, è che l’intesa faccia da apripista per accordi simili in modo che finalmente nel settore, che troppo spesso ha visto diritti negati e contratti capestro, le aziende possano farsi concorrenza sulla qualità dei servizi offerti piuttosto che sul costo del lavoro al ribasso”. Così il Segretario Generale della Uiltrasporti Toscana, Michele Panzieri, commenta l’accordo. “Ora auspichiamo che i tanti ristoratori socialmente responsabili per far consegnare il proprio cibo si avvalgano di aziende che riconoscono i diritti minimi ai propri dipendenti.

Perché il nostro obiettivo, come sindacalisti, resta sempre e solo uno: estendere i diritti a quei lavoratori che normalmente non li hanno. L’accordo di stamani non è un accordo storico in sé, lo diventerà se davvero riuscirà a diventare un modello per altre aziende e altre realtà. Noi lavoreremo, come del resto abbiamo sempre fatto, affinché questo accada”.

In evidenza