"Rsa e Rsd, in provincia di Firenze già troppi casi di Covid-19"

La Fp Cgil Firenze allerta Usl e Prefetto: “Ne risultato almeno 75 in 9 strutture che in molti casi non sono adeguate a gestire i casi di Coronavirus. Siamo preoccupati per lavoratori e ospiti, a San Godenzo e Dicomano la gestione sia presa in carico direttamente dalla Usl". Gandola (FI) chiede chiarezza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2020 16:20

In queste ore divengono sempre più frequenti notizie preoccupanti sui crescenti casi di ospiti positivi al Covid19 nelle Rsa e Rsd, le residenze per anziani e per disabili sul territorio fiorentino. "Ne risultano già almeno 75 in 9 strutture dell’area della città metropolitana", afferma Alessandro Giorgetti, segretario generale Fp Cgil Firenze, che si fa interprete delle lavoratrici e dei lavoratori del settore e ne sostiene la lotta.

"Siamo preoccupati - afferma Giorgetti - non solo dai numeri che, se pur importanti, sono il frutto di auspicate indagini di laboratorio a tutti i residenti di quelle strutture. Anzi pensiamo che come per tutti gli operatori della sanità, anche per le Rsa e le Rsd debbano essere fatti test di laboratorio in maniera periodica all’intera popolazione, ospiti e operatori, così da individuare e isolare i positivi. A fronte di casi positivi, i test agli operatori devono essere fatti rapidamente, mentre registriamo ritardi di diversi giorni.

E servono anche alberghi sanitari per gli operatori pubblici e privati che non possono isolarsi a domicilio.Quello che ci preoccupa - sottolinea - è che le Rsa e le Rsd non sono strutture adeguate a gestire i casi di Covid positivo, sono strutture dove risiede una popolazione fragile, sono strutture non attrezzate per affrontare questa emergenza, e con certe caratteristiche, anche dal punto di vista dell’assistenza, che non le possono rendere adeguate nemmeno in futuro".

Il sindacalista CGil approfondice poi alcuni aspetti: "L’isolamento nelle camere singole è vanificato nei fatti da organizzazioni del lavoro che vedono i pochi operatori, spesso assistenti di base senza il titolo di Oss, a svolgere le proprie mansioni per tutti gli ospiti all’interno del turno, come per il personale infermieristico che spesso lavora addirittura su più strutture.Nelle Rsa e Rsd il virus non deve entrare, e pertanto devono essere rafforzate le misure di contenimento del rischio con modalità organizzative rigide e dispositivi di protezione individuale che rileviamo generalmente carenti nelle strutture.Dove invece i casi positivi ci sono, come nelle Rsa di San Godenzo e di Dicomano, bisogna che la gestione sia presa in carico direttamente dalla Usl.

Non è sostenibile che agli ospiti positivi in struttura l’assistenza continui ad essere garantita da pochi operatori la notte, senza infermieri in turno.La sicurezza dei residenti fragili delle strutture e degli operatori, come la sicurezza degli operatori della sanità, deve essere la priorità per vincere il Covid19. Su tutte queste questioni abbiamo allertato Usl e Prefetto di Firenze", conclude Giorgetti.

Sulla questione interviene anche il consigliere metropolitano di Fi nel Centrodestra Paolo Gandola:

"Quanto si sta evidenziando tramite l'inesorabilità dei numeri dei contagi nelle Rsa della nostra area metropolitana dimostra, purtroppo, come non siano state prese le giuste precauzioni in questi ambiti e che tutte le rassicurazioni di circostanza da parte della autorità sanitarie locali e regionali non erano confortate dai fatti. E' urgente adottare nuovi e più stringenti protocolli", sostiene Gandola che prosegue: "Non possiamo accettare che chi lavora in queste strutture non abbia a disposizione dei sistemi di protezione individuale adeguati - sottolinea Gandola - Ed evidentemente i numeri così terrificanti, dopo i casi esplosi anche a Dicomano e San Godenzo, dimostrerebbero proprio questo.

Inoltre, anche l'uso estremamente limitato dei tamponi per tempo potrebbe aver causato il proliferare di questi contagi, uniti forse all'impossibilità di isolare i pazienti Covid una volta accertati. Insomma, una situazione che è sintomo di una profonda sottovalutazione dei problemi o, peggio, di una palese carenza dei protocolli. Su questo dobbiamo chiedere chiarezza ai responsabili dell'Asl locali e regionali"."E' evidente - continua il consigliere metropolitano - che ora non è il momento delle polemiche, e non le faremo, ma è altrettanto evidente che passata l'emergenza andremo a fondo di questa situazione, in quanto i numeri delle rsa di Dicomano, di San Godenzo e chissà di quali altri in futuro testimoniano drammaticamente come non si sia stati davvero pronti ed attrezzati a gestire nel modo adeguato la situazione.

E che ciò avvenga in strutture 'protette' come dovrebbero essere le RSA è inaudito in un Paese civile."

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