Riforma Pubblica Amministrazione, la lettera di Renzi e la risposta dei dipendenti pubblici

I punti dettati da Matteo Renzi non convincono i sindacati che chiedono un contratto

Antonio
Antonio Lenoci
20 maggio 2014 15:05
Riforma Pubblica Amministrazione, la lettera di Renzi e la risposta dei dipendenti pubblici

Firenze - Da alcuni giorni a tutti i lavoratori pubblici sta arrivando una lettera a firma di Matteo Renzi contenente 44 punti che rappresentano le idee del governo sulla riforma della P.A. Molte delle cose contenute in quei punti riguardano questioni le OO.SS. hanno posto ai vari governi che nel corso degli ultimi 10 anni si sono succeduti nel Paese.

Nell’incipit “Vogliamo fare sul serio”. "Ma per “fare sul serio” e soprattutto per fare bene non basta mettere insieme 44 punti o affermare che “la riforma deve essere fatta con il contributo dei lavoratori pubblici e non contro di loro” per chiudere definitivamente la stagione del lavoratore pubblico indicato come fannullone" sottolineano i sindacati.

Il cambiamento in tre punti:Le persone: innovazioni strutturali: programmazione strategica dei fabbisogni; ricambio generazionale, maggiore mobilità, mercato del lavoro della dirigenza, misurazione reale dei risultati, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, asili nido nelle amministrazioni.Tagli agli sprechi e riorganizzazione: non possiamo più permetterci nuovi tagli orizzontali, senza avere chiari obiettivi di riorganizzazione. Ma dobbiamo cancellare i doppioni, abolendo enti che non servono più e che sono stati pensati per dare una poltrona agli amici degli amici.

O che sono semplicemente non più efficienti come nel passato. Gli Open Data come strumento di trasparenza:  semplificazione e digitalizzazione dei servizi. Utilizzare le nuove tecnologie per rendere pubblici e comprensibili i dati di spesa e di processo di tutte le amministrazioni centrali e territoriali, ma anche semplificare la vita del cittadini: mai più code per i certificati, mai più file per pagare una multa, mai più moduli diversi per le diverse amministrazioni".

"L'Italia ha potenzialità incredibili. Se finalmente riusciamo a mettere in ordine le regole del gioco (dalla politica alla burocrazia, dal fisco alla giustizia) torniamo rapidamente fra i Paesi leader del mondo. Il tempo della globalizzazione ci lascia inquieti ma è in realtà una gigantesca opportunità per l'Italia e per il suo futuro. Non possiamo perdere questa occasione" scrivono Renzi ed il ministro Madia.

E ancora "Questioni ferme da decenni si stanno finalmente dipanando. Il superamento del bicameralismo perfetto, la semplificazione del Titolo V della Costituzione e i rapporti tra Stato e Regioni, l'abolizione degli enti inutili, la previsione del ballottaggio per assicurare un vincitore certo alle elezioni, l'investimento sull'edilizia scolastica e sul dissesto idrogeologico, il nuovo piano di spesa dei fondi europei, la restituzione di 80 euro netti mensili a chi guadagna poco, la vendita delle auto blu, i primi provvedimenti per il rilancio del lavoro, la riduzione dell'Irap per le imprese".

La risposta dei dipendenti: "La Riforma della P.A. non può essere fatta a costo zero perché al contrario ha bisogno di un grande piano d’investimento sulle risorse umane e sull’innovazione che valorizzi ruolo e valore del lavoro pubblico e diventi motore di rilancio dello sviluppo del paese. Questo significa che ai 44 punti il Presidente Renzi ne ha dimenticato un 45° che riguarda il diritto al contratto di lavoro negato da 5 anni ai lavoratori pubblici. Un contratto nazionale che torni ad essere strumento di governo del rapporto di lavoro evitando le intrusioni della politica".Sempre Renzi e Madia "Fare sul serio richiede dunque un investimento straordinario sulla Pubblica Amministrazione.

Diverso dal passato, nel metodo e nel merito. Nel metodo: non si fanno le riforme della Pubblica Amministrazione insultando i lavoratori pubblici. Che nel pubblico ci siano anche i fannulloni è fatto noto. Meno nota è la presenza di tantissime persone di qualità che fino ad oggi non sono mai state coinvolte nei processi di riforma. Persone orgogliose di servire la comunita' e che fanno bene il proprio lavoro".

Sindacato e lavoratori pubblici sono pronti ad accettare la sfida e a misurarsi concretamente sul terreno dell’innovazione "evitando magari la facile propaganda e chiedendo al governo un confronto serio su queste questioni". 

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