Rifiuti in Toscana: se a preoccuparsi è chi controlla

​Cgil Cisl Uil categoria, Rsu e Rsa Arpat chiedono maggiori investimenti sui controlli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 dicembre 2017 18:01
Rifiuti in Toscana: se a preoccuparsi è chi controlla

  L'Agenzia Arpat fornisce un fondamentale supporto tecnico scientifico alle indagini dei Carabinieri Forestale, ma i sindacati chiedono maggiori investimenti per arginare il fenomeno "Oggi l’Agenzia è sull’orlo del collasso e, senza un reale cambiamento nelle politiche regionali, non potrà più garantire molte delle attività e delle competenze necessarie ad uno sviluppo sostenibile della Toscana: non basta riorganizzare si deve investire" sostengono per FP CGIL Giovanni Iorio per FPS CISL Nicola Burzio per UIL FPL Fabrizio Grassi per RSU ARPAT Matteo Francalanci per RSA della Dirigenza di ARPAT: CGIL FP Marco Longo e Stefania Tozzetti FPS-CISL Luca Petroni ANAAO-Assomed Carlo Cini.

L’inchiesta denominata “Dangerous trash”, condotta dalla Procura di Firenze su alcune imprese dell’area livornese per traffico di rifiuti e truffa ai danni della Regione Toscana, è solo l’ultima in ordine di tempo e segnala una sempre più preoccupante illegalità in campo ambientale anche in Toscana, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine. Preoccupazione rivolta anche verso i dipendenti di quelle stesse imprese che oggi vedono incolpevolmente a rischio il proprio posto di lavoro, prime vittime del sistema di profitto a danno dell'ambiente.

L'appello parte dai controllori. "Chiediamo alle istituzioni tutte, in attesa della riapertura degli impianti, di individuare soluzioni affinché la tutela dell’ambiente non si trasformi in perdita di posti di lavoro e di salario: il presidio della legalità, la tutela della salute dei cittadini e una buona occupazione sono i 3 elementi cardine di un sistema industriale che la Regione Toscana deve far camminare insieme.Gravi le ipotesi di reato connesse ad operazioni di cambiamento di classificazione dei rifiuti che, senza alcuna operazione di reale trattamento, sarebbero stati derubricati a “non pericolosi” per essere, poi, smaltiti in normali discariche o perfino re-immessi in processi produttivi: dalla fine del 2015 ad oggi, Arpat ha svolto ispezioni e sequestri sui mezzi di trasporto i rifiuti, campionamenti ed analisi sui materiali (rifiuti) ed accertamenti tecnici sulla documentazione (tracciabilità)".

"Oggi vi è necessità di fornire garanzie alle imprese circa il rispetto delle regole per favorire una sana competitività, così come l’obbligo di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini a fronte di una crescente domanda di informazione, sono elementi che dovrebbero vedere un potenziamento del sistema di controlli ambientali e sul territorio, con la ricerca della massima efficacia degli interventi.E invece, di seguito, cosa è accaduto ad Arpat negli ultimi 6 anni (2010-2016):

  • i finanziamenti regionali sono scesi da più di 55milioni di euro a meno di 47milioni (-15%);
  • il personale è diminuito da 771 dipendenti a 669 (-14%).

Negli ultimi anni la Regione ha fortemente limitato sia le risorse per la formazione e l’aggiornamento tecnico-scientifico del personale sia gli investimenti per il rinnovo della strumentazione di laboratorio sia l’acquisto di autovetture."Una grande occasione di rilancio può essere la modifica della legge regionale su Arpat (LR 30/2009), atto necessario per recepire la riforma nazionale delle agenzie ambientali (L. 132/2016), ridando autonomia all’Agenzia, stabilendone ruoli e compiti chiari, eliminando vincoli economici e permettendo un rinnovamento del personale e della strumentazione, anche attraverso nuove forme di finanziamento. Questo è quello che chiedono i lavoratori e le lavoratrici dell’Agenzia, questo è quello che serve per la tutela dell’ambiente, questo è quello che deve fare chi ha la responsabilità di decidere per i cittadini toscani" concludono i sindacati

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