​Rifiuti in Toscana: il virtuosismo dei furbi e dei sordi

Persino sui terreni agricoli si cercano escamotage per aggirare le regole. Inascoltato il grido di allarme dei piccoli imprenditori

Antonio
Antonio Lenoci
22 ottobre 2015 12:06
​Rifiuti in Toscana: il virtuosismo dei furbi e dei sordi

La Toscana si presenta apparentemente "virtuosa", ostenta un sistema di gestione in cui l'inquinamento, legato al conferimento di rifiuti in discarica, sembra essere frutto di occasionalità, di sviste dovute all'incomprensione della normativa. Una Regione ignorante, dunque, oppure furba?Chi affronta il problema sul campo si trova continuamente davanti all'aggiramento delle regole concepito con astuzia. E' il Corpo Forestale dello Stato che ci invita ad una riflessione su un terreno apparentemente innocuo, eppure scottante.

"Potrebbe essere di facile comprensione per i lettori, affrontare il tema dal punto di vista agroalimentare - spiega il Commissario Capo del Corpo Forestale, Alessio Brogi - un argomento che suscita molto interesse. In questo periodo per esempio attenzioniamo i sottoprodotti della vinificazione, come vinacce e fecce che possono essere smaltite a norma di legge o conferite nelle distillerie, ma possono anche essere riutilizzate a fini agronomici spandendole sul terreno".La splendida Toscana scivola sulle bucce? "Spesso accade che le aziende, per abbattere i costi, vengono meno alla finalità agronomica ed entrano nella sfera penale accumulando gli scarti di lavorazione sul terreno.

Attenzione, non vi è più una funzione fertilizzante: quel terreno ricco di azoto non produrrà più. Perché? Perché il suolo deve poter accogliere quantità precise di prodotto e deve essere lavorato di conseguenza. Lo stesso accade per le sanse nella spremitura delle olive. Ecco che dietro una deroga nata per aiutare l'ambiente, vi è l'escamotage per inquinarlo".Prodotti contraffatti, scarti occultati? "Il fenomeno è vasto e non avviene alla luce del sole, molto spesso le aziende sono insospettabili.

Tante volte si aggirano le normative, in altri casi siamo davanti ad organizzazioni criminali che volontariamente operano per trasgredire ed allora è difficile intercettarle, sono ad esempio quelle che vendono i prodotti on line tramite piattaforme quali e-Bay o Amazon e da lì poi scattano le indagini a ritroso per individuare i titolari. Non si tratta dell'azienda che "ci prova" perché intravede il business o spera di eludere il controllo del Corpo Forestale, sono organizzazioni che fanno capo anche fuori regione, da dove si investono grossi capitali sulla Toscana".La Toscana è terra di discariche abusive? "Il livello di irregolarità è inferiore rispetto ad altri contesti..

però anche qui possono manifestarsi casi di occultamento di rifiuti che hanno poi ricadute impattanti sul territorio". Casi come i pneumatici di Rapolano Terme sono l'eccezione? "Attenzione. Su Rapolano il tema è legato più alle bonifiche mancate, perché parliamo di un terreno che 40 anni fa era una discarica autorizzata".Legambiente ed Amministrazioni locali tessono le vostre lodi, ma il Corpo Forestale sopravvivrà? "Facciamo parte delle Forze dello Stato ed accettiamo le scelte politiche, anche se al momento non conosciamo il nostro futuro.

Saremo accorpati con l'Arma dei Carabinieri, ma non ci sono ancora indicazioni precise né decreti attuativi. Sarà traumatico lasciare la divisa e l'appartenenza ad un gruppo specifico. Per i cittadini non dovrebbe cambiare nulla, dovrebbero restare salve, legge delega alla mano, tutte le nostre peculiarità e mansioni, solo che saremo un interlocutore in meno per la collettività. Quando non conosci il tuo futuro sei un po' in apprensione, però prendiamo atto delle volontà politiche".Ma i rifiuti sono solo le scorie di un sistema malato che vuole risparmiare, aggirare le regole, inquinare il territorio, oppure esiste un'altra chiave di lettura del problema?A fornirci un pusto di vista alternativo è Riccardo Sabatini della CNA di Firenze.Gli imprenditori fanno "mea culpa"? "Abbiamo lanciato un grido di allarme sulla tassazione sui rifiuti ai danni delle imprese artigiane che pagano gli oneri per lo smaltimento ed anche la TARI all'Amministrazione comunale.

Abbiamo chiesto degli incontri perché avremmo voluto ridefinire alcuni aspetti.. non siamo stati ascoltati e dunque stiamo andando verso una autoriduzione della tassa ove non ci riconoscano l'esenzione delle superfici in cui i rifiuti speciali sono smaltiti a spese del produttore".Però c'è chi si rivolge alla filiera illegale. "Il tema dell'illegalità è visto spesso a livello delle ecomafie, con la migrazione dei rifiuti anche attraverso vari paesi, ma riguarda anche i micro fenomeni.

L'illegalità diffusa nasce non solo da aspetti di natura culturale, ma anche a carico di quel mondo di imprese oberato da una normativa confusionale. Se mancano elementi di certezza nella gestione dei rifiuti è inutile combattere il fenomeno: mettiamo l'esempio di chi vorrebbe arginare il problema imponendo ai trasportatori l'iscrizione ad un albo.. Ma se agiscono in maniera illegale potranno mai richiedere una autorizzazione previa iscrizione ad un registro?"Insomma qual è il problema? "Ci sono dei virus nel sistema che impediscono di dare credibilità al contrasto dell'illegalità.

Parliamo ad esempio dei piccoli trasportatori che hanno un mezzo ciascuno, ma fanno comunque parte dei "gestori dei rifiuti". A carico di queste imprese ci sono costi impressionanti, pagamento di oneri annuali, polizze, fideiussioni. Poi però consentiamo a soggetti detti "Svuotacantine" di operare sul territorio comunale senza autorizzazione alcuna: si tratta spesso di stranieri che raccolgono rifiuti di ogni tipo e poi li sversano.. dove?".Soluzioni? "Si parla tanto di trasparenza della filiera, ma fanno parte della filiera i contratti di lavoro, la sicurezza in azienda, la gestione fiscale..

e poi anche lo smaltimento dei rifiuti. E' ovvio che se l'azienda è in regola, ha i registri contabili in ordine, assume i dipendenti e li paga regolarmente, difficilmente poi andrà a compromettersi sui rifiuti".CNA ha un piano per limitare lo smaltimento illegale? "Il sistema premiante. Le aziende che inviano scarti al recupero per produrre altri prodotti come coibentanti o concimi o per produrre energia devono avere un bonus. La legge nazionale prevede già che chi non invia prodotti in discarica non paga lo smaltimento, ma dietro il recupero ci deve essere un lavoro di selezione che costa caro.

Siamo in regime di proroga, ma le discariche sono destinate a scomparire per volontà dell'Unione Europea. Vogliamo fare qualcosa per arrivare a produrre Rifiuti Zero?".

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