Robot indossabili per restituire il cammino a persone con lesione al midollo spinale

Si chiamano "esoscheletri", sono intelligenti e al loro sviluppo è dedicata una giornata di studio organizzata dalla Fondazione Don Gnocchi. Presente il professore giapponese che ha creato 'Hal', l'esoscheletro inserito nei programmi di sperimentazione dell'istituto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2019 11:21
Robot indossabili per restituire il cammino a persone con lesione al midollo spinale
foto agenzia Dire

(DIRE) Roma, 2 ott. - Restituire il cammino a persone con lesione del midollo spinale. La ricerca, applicata al settore della riabilitazione, punta sempre più decisa a questo obiettivo. Per raggiungerlo serviranno probabilmente ancora molti anni, ma in tempi recenti sono andati delineandosi tre linee di ricerca che mostrano concretezza e ragionevoli prospettive di progresso. Accanto a sperimentazioni farmacologiche per tentare la rigenerazione del tessuto nervoso danneggiato dalla lesione midollare, è sul fronte delle tecnologie che gruppi di ricerca sparsi soprattutto in Europa, Giappone, Stati Uniti e Israele stanno lavorando. Da una parte tecniche di elettrostimolazione tese a riattivare i circuiti neurali che sono alla base del movimento. Dall'altra la robotica, con particolare attenzione agli esoscheletri.

Alle applicazioni mediche presenti e future di questi robot indossabili, che restituiscono già oggi a persone in carrozzina la posizione verticale e la possibilità di compiere passi, è dedicato 'The Italian Forum on Medical Hal 2019', organizzato dalla Fondazione Don Gnocchi presso l'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico 'Santa Maria Nascente' di Firenze, sabato prossimo 5 ottobre, alle ore 15 (via di Scandicci 269, ingresso libero).Protagonista dell'evento sara' 'Hal', l'esoscheletro di produzione giapponese, che sarà accompagnato per l'occasione dal suo stesso ideatore, il Prof.

Yoshiyuki Sankai, Docente alla Graduate School of Systems & Information Engineering dell'Universita' di Tsukuba e Direttore e Amministratore Delegato di Cyberdyne, lo spin-off che ha portato alla realizzazione di Hal."Questo evento non vuole essere solo un momento di confronto scientifico- precisa Maria Chiara Carrozza, direttore Scientifico della Fondazione Don Gnocchi- È una tappa precisa nel progetto della Fondazione di creare a Firenze e negli altri centri di riabilitazione che abbiamo attivi in Italia un cluster avanzato per la sperimentazione di Hal e degli altri modelli di esoscheletri oggi disponibili".La collaborazione con lo spin-off giapponese e l'introduzione di Hal nei programmi di sperimentazione clinica della Fondazione Don Gnocchi e' il passo piu' recente di un cammino iniziato gia' da alcuni anni e che vede la Fondazione impegnata nella sperimentazione multicentrica di esoscheletri di produzione italiana, realizzati dall'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa."I 4.000 posti letto di riabilitazione che abbiamo attivi in Italia- prosegue Maria Chiara Carrozza- ci permettono di fare ricerca anche nel settore della biorobotica come e' giusto attendersi da un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.

Intendo ricerca fortemente orientata ai bisogni clinici del paziente".Tra gli aspetti piu' peculiari di 'Hal', che potranno essere analizzati nel corso dell'evento, c'e' la capacita' dell'esoscheletro giapponese d'interpretare le intenzioni di movimento della persona che lo indossa. La trasformazione di questi robot indossabili, da 'impalcature' che muovono la persona a tecnologie che si muovono insieme alla persona, e' infatti l'ultima frontiera di un lungo cammino di ricerca e sviluppo che ha mosso i primi passi negli anni sessanta del secolo scorso."La qualità dei percorsi di riabilitazione che possiamo garantire ai nostri pazienti- ha dichiarato Francesco Converti, direttore generale della Fondazione Don Gnocchi- dipende strettamente dal nostro impegno nel settore della ricerca.

Con eventi come quello in programma a Firenze sabato puntiamo a rafforzare le collaborazioni internazionali della Fondazione".

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