Regione Toscana: "Scusi, posso avere il vitalizio?"

Contributi volontari per coprire il periodo di mancata rappresentanza

Antonio
Antonio Lenoci
09 giugno 2015 15:11
Regione Toscana:

L'erogazione dei famigerati assegni vitalizi ha pesato nell'ultimo Bilancio toscano per 5 milioni e mezzo di Euro. Qualcuno si è preso la briga di contarli e sono quasi 150 gli ex consiglieri ed assessori che percepiscono o percepiranno quella sproporzionata somma alla cui distribuzione sconsiderata solo l'ultima legislatura ha messo fine. Perché? Perché i cittadini non avrebbero capito la concessione di un simile privilegio. Per anni invece hanno capito benissimo?

Se da una parte c'è chi, come abbiamo visto, ha rinunciato al vitalizio preferendo farsi rimborsare in una unica soluzione i contributi già versati ed obbligando così le casse regionali ad erogare 2.304.738 Euro per il bene esclusivo della collettività, da un'altra parte c'è chi ha preferito cogliere l'opportunità offerta dalla normativa vigente spuntando la casella dei contributi volontari. Per chi avesse interrotto anzitempo il mandato vi era infatti la possibilità di accedere ugualmente all'indennità rappresentata dall'assegno vitalizio, continuando a versare contributi in proprio. Ma il principio è corretto? Si tratta di un diritto riconosciuto dalle norme sul lavoro a chi ha prestato la propria opera e si costruisce un futuro dignitoso o stiamo parlando forse di una rappresentanza politica ritagliata in altro ambito lavorativo?Cosa sono i contributi volontari? Spiega l'Inps che i versamenti volontari possono essere effettuati dai lavoratori, che hanno cessato o interrotto l’attività lavorativa, per: "perfezionare i requisiti di assicurazione e di contribuzione necessari per raggiungere il diritto ad una prestazione pensionistica oppure incrementare l’importo del trattamento pensionistico a cui si avrebbe diritto, se sono già stati perfezionati i requisiti contributivi richiesti".

Coprono i periodi durante i quali il lavoratore: "non svolge alcun tipo di attività lavorativa dipendente o autonoma (compresa quella parasubordinata), ha chiesto brevi periodi di aspettativa non retribuita per motivi familiari o di studio, ha stipulato un contratto part-time".Infine i tempi: occorrono almeno 5 anni di contributi (260 contributi settimanali ovvero 60 contributi mensili) indipendentemente dalla collocazione temporale dei contributi versati, oppure almeno 3 anni di contribuzione nei cinque anni che precedono la data di presentazione della domanda".

Serve poi un'autorizzazione che però non viene concessa qualora l'interessato abbia un lavoro dipendente oppure autonomo, sia già iscritto all'INPS o ad altre forme di previdenza obbligatoria o sia titolare di pensione diretta.Ma il politico non è un lavoratore ed allora cosa cambia? Che invece di 36 mesi, bastano 30 mesi di contribuzione per poter completare l'arco dei 5 anni di servizio che garantiscono "l'assegno vitalizio minimo".

Ma i consiglieri non rappresentvano più nessuno, non gestivano più nulla. Non conta.Serve un'autorizzazione? Basta la domanda che deve essere fatta entro 3 mesi dal termine del mandato.Nell'ultima legislatura l' assessore a Cultura e Turismo, Cristina Scaletti eletta in consiglio regionale tra le fila dell'IDV e poi nominata da Enrico Rossi in Giunta è stata dallo stesso sostituita a metà febbraio del 2014. Nel mese di marzo l'oramai ex assessore ha scelto di avvalersi dell'opportunità fornita dal sistema, versando nei mesi restanti quei contributi che hanno colmato la decadenza dal mandato istituzionale.Punti di vista: la contribuzione volontaria è percepita come un atto di solidarietà sociale.

In Valle d'Aosta ad esempio l’Assessorato delle Attività produttive, energia e politiche del lavoro e l’Assessorato al Bilancio, finanze e patrimonio hanno approvato, nel marzo 2015, una deliberazione per il pagamento dei contributi volontari, ma non per gli organi nominati od eletti, bensì per i cittadini.L'assessore Pierluigi Marquis ha spiegato che si tratta di un intervento "Rivolto a coloro che sono prossimi all’età pensionabile ma in particolari situazioni di bisogno o difficoltà, a cui l’Amministrazione versa i contributi residui utili all’ottenimento della pensione".

Anche la Regione Calabria, come ha dichiarato l'Assessore Nazzareno Salerno nel 2013, ha allargato le maglie sul quadro della legislazione nazionale per i cittadini ultracinquantenni italiani residenti in Calabria che possedevano specifici requisiti: "posizione di disoccupato ex lavoratore dipendente, mancanza di meno di cinque anni di contribuzione per il diritto alla pensione, cessazione della fruizione del trattamento degli ammortizzatori sociali, mancata fruizione dopo l’ultimo rapporto di lavoro subordinato del trattamento degli ammortizzatori sociali per assenza delle condizioni di legge".La Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire la funzione della contribuzione volontaria che configurerebbe una eccezione al normale processo pensionistico o assicurativo, una alternativa non sempre cumulabile con altre erogazioni, prendiamo ad esempio la normativa dell'Inpgi: "Non possono essere ammessi alla prosecuzione volontaria gli iscritti che sono contemporaneamente soggetti, in conseguenza di un rapporto di lavoro a carattere subordinato, all'iscrizione ad altre forme di previdenza obbligatoria".Adesso il vitalizio sproporzionato in Toscana è stato sostituito con il sistema commisurato ai contributi versati, resta però nell'opinione pubblica un dibattito aperto: se il diritto è la pensione, tutto il resto cos'è?

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