​Regione Toscana: nel 2015 ridotte poltrone, stipendi e via a prepensionamenti

 Dalla prossima legislatura 8 assessori e 40 consiglieri regionali. Saranno 34 i dirigenti in meno. Risparmio di circa 17 milioni di euro, il 10 per cento della spesa per il personale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 dicembre 2014 14:15
​Regione Toscana: nel 2015 ridotte poltrone, stipendi e via a prepensionamenti

Firenze – Una Regione più efficiente, snella e meno costosa. È questo l’obiettivo della pdl che modifica il Testo unico in materia di organizzazione e ordinamento del personale della Regione e altre leggi regionali che normano l’organizzazione e l’ordinamento di organismi ed enti controllati e che è stata approvata dal Consiglio regionale con 33 voti favorevoli, tre contrari e 14 astenuti.Dalla prossima legislatura gli assessori passeranno da 10 ad 8 e i consiglieri regionali da 55 a 40. Il risparmio atteso, comprese le segreterie politiche di supporto, è di 7 milioni l’anno.

Le modifiche sono state dettate dalla necessità di adeguamenti alle più recenti normative nazionali il cui obiettivo è quello del risparmio economico e della semplificazione e trasparenza amministrativa. “Si tratta di una riforma profonda con modifiche strutturali e incisive con l’obbiettivo del risparmio, della razionalizzazione del personale e della semplificazione della struttura burocratica”, ha detto il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi (Toscana civica riformista), illustrando l’atto.

La macchina regionale verrà riorganizzata con consistente diminuzione delle posizioni apicali, rendendo possibile un risparmio di circa 17 milioni di euro (il 10 per cento della spesa per il personale). Manneschi ha spiegato che nel piano si prevedono settori da accorpare, prepensionamenti e posti che non saranno rimpiazzati. Riguardo ai prepensionamenti, il loro numero sarà proposto nel mese di gennaio. L’ipotesi è quella di avere, nel giro di un paio di anni, 34 dirigenti in meno: 30 negli uffici di Giunta e Artea e 4 in Consiglio, con un risparmio complessivo di 6,5 milioni.

Per il comparto nei soli uffici di giunta e Artea gli esuberi possibili si aggireranno attorno a 220, sempre in due anni, e 23 per il Consiglio, con un risparmio calcolato in 10 milioni l’anno.

Marco Carraresi (Udc) è intervenuto per ribadire l’importanza dell’atto “non solo – ha detto – una riforma generale del testo unico, ma un pezzo fondamentale della manovra di bilancio. Un atto necessario per fare la manutenzione dell’ente, per prendere atto dei cambiamenti e delle nuove esigenze e renderlo efficiente e in grado di valorizzare competenze e professionalità”. “La sfida – ha concluso il consigliere regionale – è quella di mantenere gli stessi servzi con il 10 per cento della spesa per il personale in meno”.

La pdl prevede inoltre anche una sforbiciata agli stipendi di capi segreteria politica e il taglio dei premi di risultato per i dirigenti di vertice. Il capo di gabinetto della presidenza della Giunta non sarà più equiparato ad un dirigente di area di coordinamento, che non ci saranno più, ma ad un dirigente di settore. I capi segreteria di presidente ed assessori e il portavoce del presidente saranno inquadrati un gradino sotto. Negli uffici stimano che complessivamente il risparmio possibile, tenuto conto anche che gli assessori saranno due in meno, si aggirerà attorno a 600 mila euro, compresi gli oneri riflessi a carico dell’azienda: in tutto quasi il 30 per cento della spesa attuale. Analoghi provvedimenti riguarderanno anche le figure di vertice delle strutture politiche di supporto alla presidenza del Consiglio regionale e alle segreterie dei gruppi consiliari.

Per quanto riguarda gli uffici amministrativi della Giunta ci sarà un solo direttore generale rispetto agli otto attuali: sarà il direttore della presidenza, che si rapporterà con direttori di staff. Il numero preciso sarà deciso dalla prossima giunta: ogni singolo direttore potrebbe comunque costare qualcosa come 40 mila euro in meno rispetto ad oggi.

Il dibattito si è acceso sugli emendamenti a firma Carraresi e Fratelli d’Italia all’articolo 13 che prevede l’esercizio della delega di funzioni dirigenziali. L’articolo prevede che i responsabili di settore possano, per esigenze specifiche e per un periodo non superiore ad un anno, delegare, con atto scritto a dipendenti che abbiamo la posizione organizzativa, funzioni dirigenziali. Gli emendamenti, respinti dall’aula, chiedevano che venisse inserito “l’esercizio della delega non costituisce titolo valido in selezioni concorsuali o per il conferimento di incarichi dirigenziali”. “Questa modifica – ha commentato – Cararresi – avrebbe evitato di mettere nelle mani dei dirigenti la discrezionalità con il rischio che possa essere usata anche in sede concorsuale”.

L’assessore al bilancio Vittorio Bugli ha ribadito l’importanza della legge “alla base – ha detto l’assessore – della riorganizzazione della Regione e della dichiarazione di esubero dei dirigenti e dei dipendenti”.

Ivan Ferrucci (capogruppo Pd) ha annunciato l’impegno del suo gruppo “ad avanzare e votare una proposta per definire i criteri per il personale dei gruppi consiliari”. In sede di dichiarazione di voto, Alessandro Antichi (Forza Italia) ha annunciato l’astensione del suo gruppo “che è stato ignorato nella fasi degli incontri di approfondimento”. Analoga lamentela è stata espressa anche da Alberto Magnolfi (capogruppo Ncd) che ha annunciato voto di astensione. Voto di astensione anche per Gabriele Chiurli (gruppo Misto) che ha parlato di un “dibattito difficile da capire, soprattutto da parte dei cittadini”. Carraresi ha definito la legge “un bicchiere mezzo pieno”. Giovanni Donzelli (capogruppo Fratelli d’Italia), infine, ha annunciato voto contrario perché “la politica ha ceduto parte della sua sovranità ai dirigenti di settore”.

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